Il compito di un cavaliere

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Proseguendo per un sentiero ad est, i cavalieri dei pesci e del cancro arrivarono all'interno di quello che sembrava un piccolo villaggio. Si ritrovarono all'interno di una piazza esagonale coperta da mattonelle color sabbia, al centro di essa si stagliava un edificio che pareva un piccolo castello dai muri gialli e il tetto rosso a trapezio, tutt'intorno alla piazza una accanto all'altra si ergevano piccole casette dalle tinte pastello e con lo stesso tetto spiovente rosso. Dalla torre che cresceva dal castelletto proveniva il suono delle campane a festa. I due giovani respirarono l'odore del pane appena sfornato e della frutta che proveniva dalle botteghe. Quel luogo parve loro un piccolo angolo di paradiso, ma l'incanto fu assai breve. Ad un secondo sguardo si accorsero della moltitudine di giovani in tenuta da combattimento. C'era chi aveva addosso una sorta di armatura, chi brandendo una spanda sferzava colpi su dei ciocchi d'albero montati su dei pali, altri ancora si prendevano un momento per sè sorseggiando dell'acqua o curandosi le ferite superficiali degli allenamenti. Per i cavalieri di Athena quella situazione era fin troppo familiare.

< Mi sa che siamo finiti nel villaggio dove dimorano i cavalieri>, disse a bassa voce il cavaliere del cancro, < Già, a rigor di logica non dovremmo essere molto lontani dal tempio di Dioniso. Non si sono ancora accorti della nostra presenza e non sappiamo se sono stati informati del nostro arrivo, meglio stare attenti>, rispose il cavaliere dei pesci guardandosi intorno. Si avviarono verso il centro della piazza cercando di capire da dove provenissero i giovani combattenti, notando che alcuni di essi erano vestiti con abiti civili. < Per fortuna che non siamo i soli senza protezioni> < Hai ragione Cancer, ma non ti credere che non ci stiano osservando...>.

All'improvviso udirono il rumore di una brocca d'argilla caduta bruscamente a terra.

<Lena! Dovresti stare più attenta a dove metti i piedi, ora ho la maglia tutta bagnata per colpa tua...Dovrai farti perdonare!>

< Eleo, lasciami! Mi fai male!>

<L'hai sentita!? Lasciala in pace!>

 < Eva! Maledetta impicciona! E' ora che qualcuno vi insegni a stare al vostro posto!>

Lo schiocco di una sberla sul viso.Una cesta in vimini gettata a terra sparpagliando attorno a se una miriade di petali colorati. Il ragazzo dalla maglia bagnata che stringeva il polso della giovane malcapitata ogni secondo sempre più forte. L'altra ragazza si teneva con le mani la guancia arrossata. 

< Pensi che una sola sberla sia sufficiente?! Prendi questo!>, il ragazzo aprì il braccio destro e lo caricò indirizzandolo sul volto della giovane inerme. A pochi millimetri dalla pelle rosata la mano fu fermata da una rosa rossa. 

< Quale "bestia" è capace di accanirsi su di una fanciulla indifesa!>, Aphrodite dava la schiena ad Eva, lo sguardo fisso su quello del suo avversario. 

< Ehi, ma che vuoi!?> , Eleo guardava stranito il cavaliere del cancro, il quale falange dopo falange liberava il polso dolorante di Lena. < La signorina ha lamentato del dolore a causa della tua presa, credo tu le debba delle scuse. O sbaglio?>.

Fu un attimo ed i quattro ragazzi erano uno davanti all'altro. L'intera piazza si fermò ad osservare la scena. I cavalieri di Athena si osservarono intorno e si accorsero che tutti i ragazzi presenti guardavano in cagnesco le due fanciulle.

< Fatevi sotto stranieri!> disse Eleo con aria di sfida.

Eva e Lena, le quali furono costrette a scansarsi per non rimanere coinvolte nello scontro, guardavano attonite la scena. Abituate ai soprusi dei cavalieri, era per loro una sorpresa avere qualcuno che le difendesse. 

< Ti consiglio di scappare finchè sei in tempo. Pochi di quelli che hanno osato affrontarmi possono ad oggi raccontarlo>, mentre il cavaliere del cancro pronunciava quelle parole apparve nei suoi occhi una scintilla di follia omicida. Le gambe ben piantate per terra si protesero in avanti,  i pugni serrati davanti al volto sul quale era apparso un sorriso sadico. Il suo intero corpo fremeva, aveva una voglia incontrollabile di battersi a mani nude e di sfruttare la forza che sentiva crescere dentro di lui. Si era completamente dimenticato delle due fanciulle, era tornato il folle omicida di un tempo, aspettava solo un accenno dei suoi avversari per poter dare sfogo alla sua furia distruttiva.

< E con chi avremmo l'onore di batterci?> disse l'altro ragazzo rivolgendosi al cavaliere dei pesci,< Marcus! I combattimenti tra cavalieri sono vietati lo sai!>, gridò Eva, la quale si massaggiava ancora la guancia dolorante, < Taci mostro! O non ti è bastata la lezione di prima!>. 

< Vile! Io sono il tuo avversario! Aphrodite, cavaliere d'oro dei pesci, di Athena cavaliere!>, il bel volto del giovane si rabbuiò. Non amava battersi in abiti civili, ma la mancanza d'onore di Marcus gli faceva ribollire il sangue.  < Quindi i cavalieri di Athena sono arrivati, fatevi dare il benvenuto come si deve!>, disse Eleo gettandosi verso il cavaliere del cancro dando di fatto inizio alla zuffa. A nulla valsero le urla disperate di Lena ed Eva, i quattro ragazzi non le ascoltavano presi dalla lotta. Attorno al gruppetto si era creata una folla di cavalieri, i quali fomentavano ed aizzavano la rissa, nessuno considerava le ragazze, erano trattate con indifferenza, quasi fantasmi.   

Il cavaliere del cancro atterrò Eleo, con la mano destra gli stringeva il collo, il braccio sinistro alzato pronto per sferrare un pugno sul volto dell'avversario. Un sorriso malefico illuminò il volto del cavaliere, < Credo sia giusto dirti chi ti sta mandando all'inferno! Hai l'onore di essere ucciso da Deathmask, il cavaliere del cancro, buon viaggio!>. Il pugno carico stava per raggiungere il volto di Eleo, ma qualcosa lo bloccò. L'esile braccio di Lena si aggrappò a quello del cavaliere, il quale dallo stupore si fermò, < Eleo, Marcus andatevene! Ora!>. I cavalieri di Dioniso si divincolarono e scapparono tra la folla, la quale poco a poco si disperse. 

< Ehi che fai!>, disse Cancer furioso rivolgendosi a Lena, fu in quel momento che finalmente la vide in volto.  Una cascata di capelli color cioccolato incorniciavano un viso tondo leggermente abbronzato nel quale spiccavano due grandi occhi verdi. Il cavaliere rilassò i muscoli del volto e abbassò il braccio sul quale era ancora appoggiata la mano di Lena, vi posò lo sguardo e si accorse che il polso era fortemente arrossato. Il ragazzo si alzò indifferente e levò lo sguardo dalla ragazza.

Anche Aphrodite era rimasto solo e senza avversario. Voltandosi vide Eva a terra, in ginocchio e avvolta in un vestito di cotone bianco lungo sino ai piedi, poco distante sparpagliati c'erano i petali colorati. Si avvicinò alla ragazza, la quale teneva la testa bassa. Il cavaliere si abbassò verso lei e le scostò dal viso una ciocca rossa ondulata, lui che alla bellezza aveva dedicato la vita rimase incantato alla visione di quel viso. La pelle bianca del volto della giovane era dipinta da piccole lentiggini. Aphrodite le guardava la bocca delicata e rosea, gli occhi grigi incorniciati da lunghe ciglia nere. < Stai bene?>, chiese infine il giovane.  Eva alzò la testa e arrossì leggermente, annuì sorridendo e si alzò, mostrando un corpo alto e snello.

< Vi aspettano alla Corte, cosa ci fate qui?>, chiese Lena massaggiandosi il polso dolorante, < In realtà la stavamo cercando, ma siamo capitati qui e non abbiamo la più pallida idea di dove andare...>. Il cavaliere del cancro si grattò la nuca rivolgendosi alla giovane. < Bhe, in effetti proseguendo per la strada principale dovreste arrivarci. Certo passare per la Legione dell'est non è la via più breve, ma poco male!>, Eva mentre parlava raccoglieva nella cesta i cocci rotti assieme a Lena, < Anche noi dovremmo andarci, vi possiamo accompagnare, è il minimo che possiamo fare dopo il gesto che avete fatto> continuò. 

Le gote dei cavalieri si arrossarono leggermente. <E' il compito di un cavaliere difendere una fanciulla in difficoltà, un atto dovuto, ma ve ne saremmo grati!> rispose il cavaliere dei pesci, < Già ma gli altri? Che facciamo con loro?> intervenne il cavaliere del cancro. < Tutto dipende da dove siete arrivati>, disse Lena.

I cavalieri spiegarono cosa era successo, omettendo tutto ciò che riguardasse Zeus. 

< Se siete arrivati dal mare e vi siete separati alla piazzetta non vi è alcun problema, tutte le strade portano alla Corte !>, disse Eva dirigendosi verso il lato ovest della piazza seguita da Lena. Le ragazze camminavano reggendo la cesta di vimini, girandosi fecero cenno ai cavalieri di seguirle. I raggi del sole illuminavano le loro chiome facendole apparire come delle Dee.

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora