Mi chiamavano Salvatore

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Il rosso fuoco danzava crepitando sopra le grandi pire ricoperte d'incenso e olii profumati,  disposte ordinatamente al di sotto di un imponente altare bianco, al di sopra del quale ,poggiata, su di un tavolo cerimoniale in legno scuro vi era una grande coppa dorata dentro la quale, cullato da una mistura di vino e ambrosia ondeggiava una vigorosa fiamma cremisi. 

Al di sopra dell'altare in marmo bianco, regale e composta, Verbena cantava una triste ed armoniosa cantilena rivolgendosi alle salme dei caduti in battaglia adagiati con cura su di un tappeto di rosse foglie di vigna. Il profumo dolce e speziato degli olii si propagava attorno la folla di combattenti che, a capo chino in segno di massimo rispetto, assistevano alla cerimonia funebre fortemente voluta da Dioniso, il quale, seduto su di un trono in velluto rosso posto dietro al tavolo in legno scuro, scandiva teatralmente il rito di addio.  Per quanto i cavalieri di Athena si sforzassero di capire la provenienza di quella strana lingua, cullata dalle dolci note di Gringoire, non riuscivano a trovarne la provenienza. Erano però  in grado di avvertirne il dolore e la commozione, ciò che l'udito e l'intelletto non riuscivano a decifrare veniva perfettamente tradotto dal cuore, il quale ad ogni strofa si struggeva sempre di più. I giovani cavalieri, alti ed imponenti, avvolti nelle loro sfavillanti armature riuscivano a stento a trattenere le lacrime che, inesorabilmente, facevano capolino nei loro limpidi occhi.  < Per quale motivo Lena non è qui con voi, ma è assieme a Verbena?>, chiese a bassa voce Mur chinandosi verso  Yamineth. La Guardiana voltò leggermente il collo , < Fino a quando la Guardiana del Cancro non farà ritorno assieme alle altre noi ancelle dobbiamo farne le veci. Lena in questo momento sta spargendo i fumi della sacra ambrosia sui corpi dei caduti, in modo da rendere più lieve il loro viaggio nell'Ade>, sussurrò all'orecchio di un imbarazzato Cavaliere dell'Ariete, stupito dall'inaspettata confidenza presa dall'ancella. < Ma come fanno a giungerci se l'Inframondo è caduto per mano nostra?>. La domanda di Shun fu pronunciata con fanciullesca ingenuità. < Ciò che avete sconfitto è il corpo di Hades, non la sua anima. Si tratta di una sconfitta momentanea, il Regno dei morti deve avere il suo custode... >, rispose dolcemente la schiva Antea. < Stando a ciò che dici il nostro sacrificio e la quasi morte di Seiya sono stati inutili>, intervenne cautamente Shaka rivolgendosi all'ancella. < Non ci permetteremmo mai di farvi un tale affronto. Quello che Antea ha detto è purtroppo la verità, si può sconfiggere il corpo di un Dio e relegarne l'anima, ma prima o poi si rinascerà e nessuno potrà sapere quali saranno le sue intenzioni ...>. Parlando Tessa trovò un fermo appoggio nello sguardo comprensivo di Aiolos, il quale comprese la pena e la tristezza celate dietro quelle parole.  Un fermo gesto del braccio fatto dal Sagittario attutì gli animi dei compagni, i quali ripresero a guardare, in mesto silenzio, la cerimonia funebre oltre le esili spalle delle ancelle.

I Cavalieri non seppero quantificare l'esatta durata della celebrazione. I profumi speziati che si libravano nell'aria e le misteriose parole pronunciate da Verbena e Lena, fecero dimenticare loro lo scorrere del tempo. Solo quando i Paladini cominciarono a trasportare i corpi dei caduti al Campo Santo si svegliarono dal torpore. < Non mi ero reso conto di quanti Guerrieri di Dioniso fossero caduti in questo terribile attacco>, disse Aphrodite seguendo con lo sguardo Silla del Capricorno e Ilia della Bilancia, i quali erano impegnati a sollevare una lettiga sulla quale giaceva il corpo del giovane al quale Ioria aveva tolto la vita durante lo scontro nella Corte dei Miracoli. < Quel giovane non fa parte dei nostri Guerrieri, sono quasi certa fosse uno degli Angeli di Zeus, ma non c'è di che stupirsi, questo è il volere di Dioniso. Onorare la vita di chiunque. Probabilmente, se non agissimo così i corpi di questi ragazzi diventerebbero cibo per avvoltoi. Nessuno dalla parte di Zeus li reclamerebbe...>, rispose Eva rivolgendosi al Cavaliere dei Pesci. < Atto nobile, non c'è che dire. Tuttavia lo ritengo alquanto inopportuno viste le ingenti perdite e i gravi danni che hanno provocato a queste Terre. Una degna sepoltura nella fossa comune sarebbe stata più che sufficiente, non ha senso sprecare lacrime verso una tale risma di nemici>, aggiunse gelido Camus, rivolgendosi al compagno d'armi e all'ancella. < Ah.  Sarebbe quindi la parte del campo di battaglia nella quale si combatte a decretare verso chi far scendere le lacrime? Pensavo che per un Cavaliere di Athena esistessero gli uomini in quanto tali, non la suddivisione tra nemici e amici!>. Le fredde e pungenti parole di Cassia attirarono l'attenzione del Cavaliere, il quale preso alla sprovvista non ebbe il tempo di ribattere. Poté solo accontentarsi di guardare con aria stizzita la bionda e minuta ancella scomparire nel flusso di persone che si dileguavano dalla Corte dei Miracoli, seguita da un giocoso Kipnut , quale non si fece scrupoli nel ridacchiare in faccia al custode dell'undicesima casa. < Non c'è che dire! Quella ragazza è un vero peperino!>. Disse Milo ridacchiando alle spalle dell'amico, il quale con aria seccata rispose, < Come ho già sottolineato più volte. Sarebbe meglio che si concentrasse sul suo ruolo di ancella, senza intrigarsi nei discorsi delle gerarchie a lei superiori ... >.

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora