La lite

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Furioso, il Cancro avanzò a passo svelto verso il Cavaliere della Bilancia. < Levati di mezzo Runa!>, sbraitò il ragazzo senza mai schiodare gli occhi da quelli di Dohko. < Ehi! Ma come ti permetti!?>, protestò furente la giovane da dietro il bancone della locanda. < Fa come ti dice ancella!>, intervenne serio, ma imperante, Milo. La tensione era palpabile, i dodici Cavalieri d'oro, se coinvolti in uno scontro interno, avrebbero sicuramente raso al suolo l'intera Legione dell'Est. L'intervento dei Paladini avrebbe complicato ulteriormente la situazione, se non addirittura compromesso l'intera area delle Legioni esterne. Questo Runa lo sapeva fin troppo bene. Le sarebbe bastato un singolo e delicato cenno della mano per neutralizzare gli Ateniesi, ma così facendo avrebbe unicamente complicato le cose. Rivelare la sua identità avrebbe compromesso la sicurezza delle Guardiane e di Dioniso, non poteva fare altro che protestare animatamente come avrebbe fatto qualsiasi ancella indisciplinata. < Le liti all'interno della locanda sono vietate da decreto di Dioniso! Non costringetemi a chiamare le Guardie!>. Esclamò agitata Runa sbucando con energia fuori dal bancone, la giovane avanzava fiera e con fermezza verso gli uomini che si stagliavano forti ed imperiosi dinanzi a lei. < Non avanzare oltre Ancella e vattene!> Tuonò Ioria avanzando. Le pupille di Runa si dilatarono dalla rabbia, una collera costretta a rimanere sorda. Il suo carattere forte ed impetuoso le urlava di reagire, di ribellarsi a quei palloni gonfiati che le si paravano davanti. In cuor suo la Guardiana lo sapeva, sapeva che nulla sarebbe cambiato, che l'odio, il rancore, la mancanza di fiducia reciproca non si sarebbe dissipata in pochi mesi di convivenza forzata nella finta e artificiosa pace delle Terre di Dioniso. Ciò che le era stato tramandato, le velenose voci di corridoio che serpeggiavano tra i Paladini erano vere: i cavalieri di Athena, soprattutto quelli d'oro, non erano altro che degli uomini prepotenti dalla cieca fede verso una Dea incapace di difendersi da sola.

Runa rimase ferma ed impotente al fianco di Dohko, il quale, seduto sull'alto sgabello in legno le volse uno sguardo rassegnato. Il cavaliere, consapevole di quello che stava per accadere, avrebbe voluto urlarle di scappare, di non farsi intimorire dai suoi compagni, di non fraintendere quella fermezza così granitica. A parte lui nessuno era a conoscenza della natura semi divina di quelle donne, il loro era unicamente il modo rude di difendere una fanciulla indifesa attuato da chi non era mai stato in confidenza col gentil sesso. < Aldebaran. Portala via, ti prego >, disse la Bilancia rivolgendosi all'amico. La grande mano del Toro avanzò gentilmente, ma con fermezza verso la giovane riluttante. < Mia cara Runa, ascolta il Cavaliere della Bilancia e scusa la rudezza di noi altri in questo momento > , la voce dolce e accomodante di Aiolos catturò l'attenzione della giovane destandola dalla confusione in cui si trovava a causa dell'adrenalina e rabbia. Un timido sorriso sgehmbo apparve sul volto del Sagittario, i profondi occhi verdi erano puntati sulla giovane ancella, la quale, come destata dal suo torpore ebbe finalmente il tempo di analizzare ciò che le stava accadendo attorno. Camus, Mur, Shaka e Saga, per quanto visibilmente contrariati dalla situazione e dal silenzio di Dohko, cercavano di mantenere la calma tra il resto dei Cavalieri d'oro, i quali, eccezion fatta per Ioria e Milo che premevano per fare in modo che Aldebaran la trascinasse via, considerandola unicamente un'ancella, non erano minimamente preoccupati su ciò che avrebbe potuto vedere o sentire. < Hai ascoltato l'impetuoso e rude appello del Leone e dello Scorpione, hai ricevuto il caldo e accomodante invito del Sagittario e ad attenderti c'è la protettiva mano del Toro. Ora sarà la fredda e spietata verità dell'acquario a mandarti via salvandoti la vita. Cose più grandi di te stanno accadendo all'interno dei bianchi e marmorei templi degli Dei, cose che nemmeno noi Cavalieri d'oro, i più prossimi alla Dea Athena, riusciamo a comprendere, eccenzion fatta, forse, per l'uomo seduto su quello sgabello e al quale tu stavi gentilmente offrendo da bere. Le probabilità che si arrivi ad uno scontro sono estremamente elevate nostro malgrado e per te, una semplice ancella, potrebbe essere fatale. Non declinare più le nostre esortazioni a metterti in salvo e levati di mezzo>, le parole di Camus erano gentili, ma allo stesso tempo tremende e senza diritto di replica alcuna. Tutto quello che il ragazzo dalla folta chioma rossa suggeriva con ferma pacatezza non poteva essere controbattuto. Runa fece un piccolo passo indietro con riluttanza, ma non fece in tempo ad appoggiare il piede che la mano di Aiolos le cinse delicatamente il  braccio. < Ti accompagno all'uscio Runa, quando lo avrai varcato corri il più veloce che puoi lontano da qui...>, disse il Sagittario facendosi spazio tra i Cavalieri accompagnando la giovane fuori dalla locanda. 

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora