Due semplici ancelle

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Dalla fucina proveniva un gran caldo. Una coltre di fumo avvolgeva la piccola casa di pietre bianche. Dinanzi la porta erano adagiate con precisione armi di vario genere e fattura. Le lame appena forgiate brillavano alla luce del sole, creando piccoli arcobaleni,  ma ciò che maggiormente attirava l'attenzione era il gran numero di gladio adagiate con cura su di un tavolo in legno scuro. Di tanto in tanto la porta di legno rosso della casetta veniva aperta da un uomo possente e dalla carnagione leggermente olivastra. Il volto indurito dagli anni e sfregiato sul naso non lasciava trapelare emozione alcuna. L'uomo si limitava ad uscire e a consegnare le nuove armi a due giovani donne, le quali con estrema grazia e cura riponevano i preziosi oggetti in foderi di cuoio abilmente intarsiate. 

Si trattava  di due donne dotate di una bellezza austera, algide e granitiche come statue.

Saga e Shura osservarono lo svolgersi della vicenda sino a quando il fabbro non se ne andò chiudendo dietro di sè la porta in legno rosso. I cavalieri avevano giudicato l'uomo un potenziale ostacolo alla loro ricerca del Tempio di Dioniso e, sebbene non lo avessero reputato un cavaliere, avrebbe potuto costituire un pericolo provando ad attaccarlo o dando l'allarme. Per quanto Zeus li avesse rassicurati sulla bontà e disponibilità di quella gente, era opinione condivisa dal resto del gruppo che conveniva restare in incognito a meno che non fosse stato necessario intervenire. Rimasero nell'ombra offerta dalla foresta per un po', cercando di capire quale scelta sarebbe stata migliore. Reputarono, infine, che approcciarsi con le due dame ad un primo sguardo indifese, fosse la scelta migliore. Se avessero opposto resistenza sarebbe stato più facile farle tacere. Attesero  qualche secondo prima di uscire dal loro nascondiglio, volevano essere certi di agire in totale sicurezza, dopo di che si avvicinarono con passo deciso alle due giovani donne, intente ancora a riordinare i foderi. 

Le due giovani avvertirono la presenza di due sconosciuti alle spalle e con un gesto fulmineo nascosero un pugnale all'interno del corsetto in cuoio che stingeva loro il busto. Si girarono di scatto nel momento in cui li avvertirono pericolosamente vicini.

< Vogliate scusarci se vi abbiamo spaventate, non era nostra intenzione>, esordì il cavaliere dei gemelli cercando di modulare la sua voce in modo da non risultare ulteriore sospetto nel loro sguardo. <Chi viene con buone intenzioni non sbuca dal bosco in modo guardingo come voi> , rispose la più alta delle due. Una bellezza austera, dal viso mediterraneo e armoniosamente indecifrabile contornato da una fluente cascata castana delicatamente raccolta in una mezza coda. Quelle poche parole, espresse con tale regalità e freddezza, irrigidirono il cavaliere, il quale per la prima volta in vita sua si trovava in imbarazzo davanti ad una donna. <Non abbiamo molto tempo per i convenevoli>, intervenne Shura, il quale era già pronto ad immobilizzare le due donne. 

< Qui nessuno ha parlato di convenevoli mi pare. Chi siete? Cosa volete in queste terre?>

La donna che si rivolse al cavaliere del capricorno emanava dal corpo longilineo una  fiera bellezza gitana. Il viso sottile, le scure labbra carnose e il naso leggermente aquilino, erano tinti di un colore bronzeo come se fosse perennemente baciato dal sole. Fluide onde corvine, ornate da un diadema fatto di monete dorate, scendevano delicate sulle spalle. Schiva e selvatica, sembrava una principessa zingara. 

Il cavaliere del capricorno deglutì irrigidito dagli occhi neri della donna. 

Poi in una frazione di secondo entrambi i cavalieri immobilizzarono quelle strane figure. 

< Non abbiamo tempo per le presentazioni. Diteci la strada per arrivare al Tempio di Dioniso, non siamo soliti nel ferire delle donne indifese, ma la vostra diffidenza ci sta ostacolando>, disse cupo Saga stringendo con la mano destra il collo della donna con la quale si era inizialmente rivolto. < Il mio compagno ha ragione. Delle semplici ancelle non dovrebbero usare tanta insolenza contro due cavalieri!>, Shura stringeva a sè la gitana, minacciandole la gola con la lama affilata della sua excalibur.

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora