Il boia

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< Clopin ha fatto cosa?!>

 Runa parlava con gli occhi fuori dalle orbite.

Eva e Lena, ancora scosse per l'aggressione subita nella Legione dell'Est, si sedettero su di una panca l'una accanto all'altra. Lena appoggiò la testa sulla spalla dell'amica, una ciocca rossa le cadde sul volto. < Ci hanno salvate da Eleo e Marcus, possiamo fidarci di loro, al momento>, disse Lena sottolineando le ultime due parole. Un'intonazione tanto sottile, quanto esaustiva che servì per tranquillizzare, almeno in apparenza, Runa e Olimpia. Un'esortazione tacita a mantenere il segreto sulla loro reale identità. Nessuna sapeva cosa sarebbe accaduto se quei gentili cavalieri avessero saputo che di fronte a loro vi erano le Guardiane e non delle ancelle come credevano.  Tutte loro sapevano bene che i cavalieri d'oro furono coloro che un tempo avevano contribuito a condannarle all'oblio, convinti che le Guardiane stessero segretamente tramando contro Athena. 

< Non dovete aver timore alcuno, siamo cavalieri e non potremmo mai far del male a delle fanciulle innocenti. Vero Cancer?>

La voce di Mur si modulava tra  il cercare di tranquillizzare le ragazze palesemente stranite e sedare le eventuali ire del cavaliere del cancro. 

Nonostante quest'ultimo ad Asgard avesse dimostrato di aver abbandonato la sua follia omicida, il custode della prima casa non aveva ancora completa fiducia in lui. Il cavaliere del cancro fulminò il compagno d'armi. Infastidito e scalfito nell'orgoglio si protrasse  in avanti verso l'ariete. Teneva i forti e nudi muscoli delle braccia in tensione, pronti per scagliarsi contro un Mur preparato al contrattacco. 

< Eviterei scontri inutili>, disse fermamente Aphrodite ponendosi in mezzo ai compagni, < Come vi ha detto Eva hanno catturato i nostri compagni. Direi che non abbiamo tempo da perdere con queste futili dispute>. Il giovane parlava in modo pacato, ma tagliente, gli occhi fissi sull'ariete.

 < Mur, ci fu un tempo in cui perdemmo la strada è vero. Fummo in origine contro Athena hai ragione, ma ti ricordo che, pur di difenderla, abbiamo accettato il disprezzo e la vergogna di voi cavalieri... Abbiamo già pagato la nostra sventurata sorte> , la voce di Aphrodite era ormai un velenoso sussurro. I tre cavalieri si guardarono intensamente, < Avete ragione, vi chiedo scusa>, disse l'Ariete chinando il capo. Il tono di Mur era sincero, abbassò gli occhi e si girò verso il cavaliere del toro. Aldebaran incrociò il suo sguardo e sfoggiò a lui e agli altri compagni un caldo sorriso. < Sono passati quattro anni dalla Guerra Sacra che ci ha visto protagonisti, tutto e niente è cambiato, ma leggo sincerità negli occhi dei nostri compagni. Io mi fido di loro>, disse infine il Toro. 

Dohko osservava la scena in disparte, un nodo allo stomaco gli levava il respiro. Era incapace di levare lo sguardo da quelle giovani donne. Aveva già visto in un'epoca passata il bracciale di Modron, aveva già incontrato quel cosmo così ben celato da non essere percepito dai suoi compagni, nemmeno da Shaka. Il cuore gli batteva all'impazzata nel petto, una gioia immensa lo pervadeva. Non vi erano dubbi: quelle giovani erano le Guardiane. Erano lì dinanzi a lui, bellissime, ma soprattutto vive. Per anni aveva portato nel petto il dolore e il rimorso, sul suo cuore pesava il senso di colpa per non essere riuscito a salvarle dopo la Guerra Santa del diciottesimo secolo. A lui e Shion fecero credere era troppo tardi, che erano morte, che Zeus aveva vinto e aveva sigillato per sempre i loro cosmi. Nulla di tutto ciò era vero, aveva sempre creduto in una bugia. Era felice, felice da impazzire. Gli occhi divennero lucidi e un sorriso illuminò il suo volto. Con il cuore colmo di una leggera verità si avvicinò ai compagni e con voce tranquilla si rivolse alle giovani, < Sapete i nostri nomi, potremmo sapere i vostri? Vorrei chiedervi inoltre cosa sta accadendo>. 

Fu Runa, appoggiata al bancone con le mani conserte, a rispondere.

< Io sono Runa, la ragazza dai capelli castano chiaro è Olimpia, quella albina è Antea come avrete udito e la ragazza con la lunga treccia nera è Yamineth>, si girò svogliata verso le ragazze rimanenti, < La rossa è Eva e la castana è Lena>. Fu proprio quest'ultima a prendere la parola, < Clopin, o meglio il boia, con i suoi sottoposti ha teso un'imboscata ai vostri compagni. Ha tentato di fare la medesima cosa con loro due, ma siamo riusciti a fuggire>.

La storia mai raccontata {I cavalieri dello zodiaco}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora