4.Manzanilla

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POV:[CAMILO]

Aprii la porta, ma la richiusi subito dopo, avevo un'altra cosa da aggiungere.
Mi voltai verso di lei e la vidi sfilarsi l'asciugamano di dosso, sentii il mio intero corpo avvampare:
dall'alluce, fino alla punta dei capelli.
Fu un attimo, abbassai subito lo sguardo e chiusi gli occhi strizzandoli forte.
<PER TUTTE LE CANDELE MAGICHE, COPRITI!>
La sentii urlare fortissimo, mentre mi giravo, dandole le spalle.
<PENSAVO FOSSI USCITO!>
Mi urlò contro, mentre la sentivo trafficare con gli abiti.
<SI CAVOLO, MA DOVEVO DIRTI UN'ALTRA COSA E  TU TI SEI SPOGLIATA SUBITO!>
Ero nel panico più totale, l'avevo vista... l'avevo vista nuda!
Per quanto potessimo essere amici, l'ultima volta che era successo fu durante un bagnetto a sette anni, basta!
Sentivo il volto andare a fuoco.
<Mi sono rivestita...>
Mi voltai lentamente, spaventato che potesse non essere così in realtà e la vidi: aveva il viso rosso tanto quanto lo era il mio sicuramente, aveva indossato un vestito con la scollatura a barca, una balza che le incorniciava le spalle, mentre la gonna le arrivava ai polpacci, morbida, su adagiava sulle sue forme, era di un bel colore cremisi.
<Camilo?>
Tornai a guardarla negli occhi, non sapevo cosa dire, avevo dimenticato la motivazione per la quale mi ero fermato in camera.
<C-che volevi dirmi?>
Scossi il capo, imbarazzato:
<Non me lo ricordo più...>
Scoppiò a ridere, anche se a me parve più una risata nervosa.
<Cerca di fartelo venire in mente subito, o giuro che ti lancio addosso l'armadio!>
Mi minacciò e per tutta risposta io presi la porta scappando immediatamente via.
Una volta uscito dalla mia stanza mi poggiai con la schiena sul legno magico, misi una mano sulla bocca, sentendo il mio petto alzarsi e abbassarsi veloce.
Ripensai un attimo a quello che avevo visto,  anche se era stato solo per un attimo.
Era più bella di quanto io avessi mai potuto immaginare... e avevo cercato di immaginarla così tante volte.
Il modo in cui la luce colpiva la sua pelle... le sue forme...
"Cosa diavolo sto pensando?"
Iniziai a camminare per andare verso la cucina.
Avevo la testa che mi scoppiava e non solo per il post sbornia.
Erano mesi ormai che riuscivo a nascondere male l'interesse che provavo verso di lei, ci stavo provando davvero in tutti i modi: avevo avuto storie, flirt, mi ero fatto andare bene che si fosse messa con quell'idiota di Arturo.
Mi sentivo sporco... lei credeva veramente nella nostra amicizia e io... io cosa credevo?
Credevo davvero di poter sopportare per sempre questa situazione?
Pensai che, prima o poi, sarei scoppiato.

-

POV[T/N]

Rimasi letteralmente senza parole.
Non era mai successa una cosa del genere, in tanti anni di amicizia era la prima volta che Camilo mi vedesse nuda.
Come sarei potuta tornare a guardarlo in faccia?
Cercai di calmarmi, non sarei potuta andare a pranzo, con tutta la famiglia, in quello stato. Se ne sarebbero accorti tutti che c'era qualcosa che non quadrava.
Rimasi in camera per qualche minuto, fin quando non sentii bussare la porta.
Aprii in maniera brusca, col volto accigliato:
<Cosa vuoi ancora?>
Davanti a me Mirabel rimase sorpresa dal quel mio tono e si sistemò gli occhiali imbarazzata.
<P-Perdonami... pensavo fossi Camilo.>
Le dissi dispiaciuta, prendendole dolcemente una mano.
<Sta tranquilla, immagino abbiate litigato... data la tua reazione.>
Ridacchiò in maniera nervosa, Mirabel non aveva bisogno di alcun dono per leggere le situazioni, capiva sempre tutto al volo.
<Vuoi dormire da me stasera, come ogni volta che litighi con Camilo?>
Annuii immediatamente.
<Scusami davvero, non so perché... mi sembra tutto così strano ultimamente...>
La vidi sorridere, mentre chiudevo la porta della stanza dietro di me, andando insieme a lei verso la cucina.
<Camilo ti sembra diverso?>
Annuii pensierosa.
<Non so, forse si sta sentendo con qualcuna e non ha ancora vuotato il sacco... ma di solito mi dice subito se ha qualche interesse...>
Mirabel si fermò poco prima di arrivare alla cucina e mi guardò sorridendomi in modo furbo, mentre si aggiustava gli occhiali.
<Potrebbe essere, sai?>
Poi candidamente, come se non mi avesse assolutamente detto nulla di importante, si voltò ed entrò in cucina, la seguii a ruota ancora scioccata da quella rivelazione.
Salutai tutti i componenti della famiglia Madrigal, dando un bacio sul capo ad Abuela e presi posto accanto a Mirabel, di fronte Camilo.
Non accennava a guardarmi nemmeno per sbaglio, si era riempito il piatto come suo solito e si stava già rimpinzando.
Lentamente iniziai a pranzare, guardandolo di sottecchi di tanto in tanto.
Aveva l'eleganza di un maiale in quel momento, ma la verità era che era sempre attento ai suoi modi di fare... forse aveva bisogno di sfogarsi un po'... effettivamente la sera prima aveva bevuto più di me e senza alcuna motivazione... forse c'era davvero di mezzo una ragazza e allora...
Perché non dirmelo?
Mi sentivo davvero confusa, non era mai successa una cosa simile.
Scossi il capo energicamente, tanto che vidi Julieta guardarmi preoccupata:
<Mi Niña, tutto ok?>
Divenni rossa, per un attimo avevo dimenticato di essere a tavola insieme agli altri.
Mi accorsi che , per la prima volta da quando avevamo iniziato il pranzo, Camilo mi stava rivolgendo lo sguardo.
<Si Julieta, è tutto buonissimo!>
Tornai a mangiare, ma prima che Camilo potesse sfuggirmi intercettai il suo sguardo e gli tirai un lieve calcio da sotto il tavolo.
Lo vidi cambiare espressione, sembrava sorpreso.
Aggrottai le sopracciglia piegando il capo da un lato, come a dire:"Che hai?"
Camilo in tutta risposta fece spallucce: "Niente".
Sbuffai innervosita da quel comportamento, sperai che gli passasse presto e che sarebbe tornato come prima.

-

Camilo decise di ignorarmi per tutto il giorno, ero irritata, un fascio di nervi e così decisi di chiudermi in camera di Mirabel a leggere. Anche per la cena, non ebbe il coraggio di guardarmi in faccia per un solo istante.
Ero furiosa!
Avrei voluto prendergli la faccia e usare i suoi capelli ricci come mocio per pulire il pavimento!
Me ne andai a letto presto, nella speranza di prendere sonno.
<Hey...>
Mi voltai verso Mirabel, la mia espressione era cupa.
<Ci stai pensando troppo, perché non vai a parlare con Camilo, sono certa che anche lui voglia chiarire la cosa...>
Scossi il capo.
<Se lo becco adesso, l'unica cosa che vorrei fare sarebbe mettergli le mani addosso.>
<E pensi che non gli dispiacerebbe?>
Sbattei le palpebre perplessa.
<...Sto scherzando.>
Risi per quella battuta, Risi nervosamente.
Non poteva essere... sarebbe stato troppo strano, troppo assurdo.
Camilo aveva la fila di ragazze dietro, noi conoscevamo tutti i nostri segreti...
Mi alzai dal letto, sentivo la testa scoppiarmi.
<Vado a farmi una camomilla, te la porto?>
Mi sentivo frastornata.
<Ma sono l'una di notte.>
<Tanto meglio, non incontrerò nessuno.>
Le sorrisi e mettendomi una giacca di lana, sopra la camicia da notte, scesi al piano di sotto con il lumino in mano, attenta a non sbattere contro qualcosa.
Quando però arrivai in cucina vidi una figura seduta al tavolo, alzai il lumino.
<Camilo!>
Esclamai, portando una mano al petto.
<Mi è preso un colpo!>
Guardai sul tavolo, sentendo odore di camomilla.
<Anche tu non riesci a dormire?
Ne è rimasta per me?>
Lo vidi annuire e andando a prendermi una tazza, lo raggiunsi, sedendomi accanto a lui, versandomi da bere.
Era muto.
<Camilo...  posso sapere che hai?
È stato così brutto vedermi nuda?>
Cercai di sdrammatizzare, alzò lo sguardo verso di me, non lo avevo mai visto così serio.
<Ascolta, se c'è qualcosa che non va... se vuoi parlarne io ci sono, lo sai.>
Ero sicura delle mie parole, per lui ci sarei stata sempre.
<Se per esempio... ti piace qualcuno e vuoi un consiglio, spara pure!>
Non ebbi nemmeno il tempo di finire quella frase che vidi il suo volto a pochi centimetri dal mio.
I suoi occhi mi guardavano in maniera sottile, le sue iridi erano fuse, castano e verde erano diventati una pozza.
Potevo sentire il suo respiro.
<Si, c'è qualcuna che mi piace.>
Trattenni il respiro, sentendo il mio cuore accelerare, non avevo il coraggio di dire un'altra parola.
I battiti veloci del mio cuore facevano ronzare le mie orecchie.
Rimasi immobile quando lo vidi azzerare le distanze tra noi.
Percepii le sue labbra sulle mie: erano morbide e calde...
Mi sentii avvampare, le sue mani erano ferme sul tavolo, avrei potuto allontanarmi in qualunque momento, respingerlo.
Eppure...
Eppure...
Si staccò dal mio viso, aprendo poi gli occhi, guardandomi con quel suo sguardo liquido.
<Se vuoi questa cosa può rimanere qui.
In questa cucina.>
Si alzò lentamente e se ne andò lasciandomi lì, nell'oscurità, con quel ronzio nelle orecchie e le labbra ancora che sapevano delle sue.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora