24.Pensamientos

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POV:[CAMILO]

Arrivai alla Casita confuso, mi misi le mani ai capelli.
"Cosa diavolo ho combinato? Perché mi sono esposto così tanto... penserà che sono diventato pazzo!"
Sentii l'ansia montare, iniziai a respirare più velocemente... volevo stare solo, dovevo andare in camera mia, calmarmi prima che qualcuno potesse vedermi in quella condizione pietosi.
Salii le scale, ma non appena svoltai per andare alla mia porta, vidi mia madre  con il cesto dei panni puliti.
Strizzai gli occhi per un attimo e la vidi mollare tutto e venirmi incontro, sapevo che aveva capito cosa avessi.
La sentii prendermi le mani:
<Fai dei respiri lenti... Cieli tersi, cieli tersi...>
Mi guidò con il suo respiro, facendomi aprire le braccia lentamente, accarezzando l'aria; piano piano il mio respiro iniziò a tornare regolare e mia madre mi abbracciò amorevolmente, accarezzandomi la nuca.
<Cosa è successo?>
Mi chiese preoccupata.
Ricambiai il suo abbraccio, stringendola forte a me.
<Non penso che ci riuscirò, sai Mama?
Dico... farla innamorare di nuovo di me, non voglio farla soffrire, ho paura... ma così continuo a trattarla male... e a farla stare male.>
Mi baciò una guancia, staccandosi dolcemente da me, ascigandomi una lacrima che era scappata giù sul mio viso.
<Camilo, sono passati mesi, credi che soffrire così inutilmente sia assurdo... sono sicuro che lei ti ami ancora.
Deve solo capirlo... ma se la allontani, rimarrà solo confusa e triste.>
La guardai negli occhi perplesso.
<Ahi Mi Amor, voi maschi siete proprio ottusi, pensavo avessi preso un po'di più da tuo padre!>
Mi sorrise.
<Davvero non ti sei accorto?
Lei avrà pure dimenticato, ma ti guarda...
È sempre protratta verso di te.>
Smisi di respirare.
Ero sempre stato così concentrato nel provare a non ferirla, ad allontanarla, che non ci avevo fatto caso.
Presi un bel respiro, mio madre aveva ragione, non aveva senso tutta questa situazione.
Le avevo giurato che saremmo stati di nuovo insieme.
<Dio... come faccio...
Mi sono comportato da vero stronzo in questi mesi!>
<Camilo!>
Stiracchiai un sorriso di scuse verso mia madre, che riprese la cesta coi panni puliti.
<Sono sicura che ce la farai...>
Mi guardò amorevolmente e infine sparì dentro una delle stanze.
Aveva ragione, avrei sicuramente trovato un modo.
Se le mi amava ancora, se dentro il suo cuore i sentimenti si erano solo assopiti, forse sarebbe bastato poco per riaccenderli!
Ripensai a cosa fosse successo nel bosco...
Le sue labbra dischiuse, i suoi occhi lucidi, in attesa...
Era in attesa!
Avrei voluto schiantarmi la testa contro un muro.
Perché non l'avevo baciata?
Il suo corpo era così caldo e il suo profumo così intenso...
Starnutì di colpo, sentendo il naso colare.
Avevo fatto una cavolata a farmi quel bagno, ma stare accanto a lei mi faceva stare così in subbuglio, non volevano che gli altri si accorgessero dei miei sentimenti... solo Dolores... sospirai.
Non mi sarei fatto soffiare la ragazza da Sandro.
Non l' avrei lasciata di nuovo al primo che passava.
Ero deciso.
Feci un altro starnuto, sentendo I brividi di freddo impossessarsi del mio corpo.

-

POV:[T/N]

Non so nemmeno io come riuscii a tornare alla Casita, i miei piedi si muovevano da soli, ma la mia testa era così confusa...
Non sentii nemmeno la voce di Mirabel chiamarmi, solo quando mi toccò la spalla mi voltai presa alla sprovvista.
<Stai bene?>
La guardai sbattendo le palpebre.
<S-si... sono solo stanca...>
Mirabel scosse il capo.
<Camilo?>
Avvampai di colpo, abbassando la testa, sperando che Mirabel non se ne fosse accorta, ma sapevo perfettamente che non le sfuggiva nulla.
<Hai fatto una scenata prima, Estela pensa che tu sia innamorata di lui.>
Una fitta mi trafisse la testa, strizzai gli occhi.
<Mirabel... Camilo mi ha sempre trattato così? Con indifferenza...
Questa cosa, mi fa stare malissimo e non capisco perché.>
Percepii le mani di Mirabel sul mio viso, mi accarezzò dolcemente, risollevandomi il viso caldo e triste.
<Perché non ne parli con lui?>
<Non penso ne abbia la voglia... e poi, cosa potrei dirgli? Trattami bene?>
Chiusi gli occhi, sospirando.
<Non è questo quello che vuoi?>
"NO."
Mi imbarazzai del mio stesso pensiero e lentamente le mani di Mirabel abbandonarono le mie guance.
<Andiamo a casa, ci diamo una bella lavata e se ti va potrai rimanere a dormire con me stasera.>
Le sorrisi, ringraziandola subito dopo e tornammo insieme alla Casita, sentendo il resto del gruppo avanzare.
Una volta lì posai tutta la mia roba in camera di Mirabel e andai a farmi un bel bagno caldo e rilassante; ripensai a Camilo... a come si fosse comportato nel bosco, il suo respiro, la mia bocca che...
Mi imbarazzai così tanto che spofondai nell'acqua della vasca fino a metà faccia.
Perché si era comportato così? Pensavo non mi sopportasse e invece... invece sembrava un cacciatore pronto a sparare alla sua preda, a balzarle sopra e non come Estela avrebbe voluto fare.
Era stato intenso... come se toccarci fosse un'urgenza.
Perché?
Uscii dalla vasca, preparandomi per la cena con quel pensiero in testa.
Mi ritrovai a pensare al suo corpo, al suo petto umido e caldo come una fornace, ai suoi occhi.
Avvampai di colpo mentre mi richiudevo il vestito guardandomi allo specchio, fu un lampo, mi parve di vedere Camilo dietro di me, ma quando mi voltai lui non c'era... forse stavo uscendo pazza e non me ne stavo nemmeno rendendo conto.
Chiusi la veste rossa, con la gonna a campana e la scollatura a barca con le balze e lasciai i capelli sciolti.
Vidi Mirabel chiudersi in bagno subito dopo di me e andai a sedermi sul letto.
Sentivo il mio cuore agitarsi, ogni volta che la mia mente si soffermava a pensare a Camilo.
Mi girò la testa per un attimo... avrei dovuto chiedere a Julieta...
Sospirai e mi alzai, decisa ad andare i cucina per aiutare con la cena e chiedere pure per questo problema che stava iniziando a stancarmi.
Quando scesi trovai già Isabela, Luisa e Antonio, indaffarati a preparare la tavola.
Un topolino scappò fra i piedi del piccolo Madrigal con in bocca un tozzo di pane.
<I tuoi amichetti sono affamati?>
Gli chiesi divertita.
<I topini sono sempre affamati, anche Tio Bruno li sfama... ma non dirlo a Tia Julieta...>
Ridacchiai, mantenendo il segreto, facendo segno di chiudermi la bocca.
Iniziai ad aiutare pure io e quando mi avvicinai a Julieta cercai di intavolare il discorso.
<Julieta, vorrei parlarti di una cosa. Posso aiutarti?>
Julieta mi sorrise dolcemente e mi passo un impasto.
<Continua tu, io ti ascolto.>
Disse gentile.
Iniziai ad impastare le arepas, cercando le parole più giuste.
<A volte, quando penso ad alcune cose... ho delle fitte forti alla testa e mi gira tutto; non so perché esattamente, anche quando sento qualche odore che mi pare famigliare, ma non riesco a capire perché... so che suona strano detto così ma, credo di star per impazzire...
Volevo chiederti se per caso potessi aiutarmi, col tuo dono.>
Vidi Julieta fermarsi e voltarsi per guardarmi, un velo di preoccupazione sul suo viso.
<Mi Niña, posso provarci, ma non credo  che il mio dono possa aiutarti...>
Mi allungò un biscotto, le sorrisi e lo mangiai immediatamente.
<Ti farò sapere se ha funzionato.>
Continuai ad impastare.
<Grazie... per tutto, non mi avete lasciato mai sola, anche quando Papa era sparito, mi siete stati accanto tutti...>
La mia testa fu trafitta nuovamente.
<Mi sa che il biscotto non ha funzionato, forse è il trauma che ho avuto...>
Guardai Julieta, era scura in viso.
<Se mi guardi così mi fai preoccupare...>
<Oh... no, tranquilla. Sono sicura che siano i ricordi legati a quel periodo.>
Annuii  sbattendo le palpebre un paio di volte.
Era sicuramente così.
Quando fu pronto in tavola ci accomodammo tutti, tutti eccetto Camilo, il posto davanti al mio vuoto.
Mi voltai verso Dolores.
<Dov'è?>
Le chiesi, indicando il posto.
Lei tese un orecchio e ridacchiò.
<È a letto raffreddato, così impara a mettersi in mostra!>
<Glielo avevo detto io, Mama, non curarlo... non subito almeno, così impara!>
Aggiunse subito Isabela indispettita.
Ridacchiai e iniziai a mangiare di gusto la cena, era sempre tutto così buono a casa Madrigal e la cucina di Julieta saziava il corpo e l'anima.
Quando ci alzammo per sparecchiare Dolores mi prese gentilmente in disparte.
<Potresti portare tu la cena a Camilo? Io devo vedermi con Mariano e non voglio farlo aspettare.>
Mi pregò, mollandomi poi il vassoio in mano.
Rimasi come una stupida sulla soglia della cucina, sentendo il mio cuore andare a mille.
Cercai aiuto con lo sguardo, ma erano tutti troppo indaffarati e così mi avviai lentamente verso la sua stanza.
Salii le scale come se fosse la cosa più difficile del mondo e quando mi trovai davanti alla sua porta sentii le orecchie diventare forte, i battiti martellanti nel mio petto.
<Permesso?>
Chiesi quando la porta si aprì ed io entrai lentamente dentro la sua stanza.
Il buio mi avvolse.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora