15.Burbujas

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POV:[CAMILO]

Mi aveva totalmente mandato in tilt il cervello, non capivo come ci riuscisse, ma era la sola a riuscire a farlo. Era come se fosse alcol puro, come se fossi ubriaco ogni volta che lo facevamo.
Lentamente mi alza e la presi dolcemente fra le mie braccia, mi guardò per un attimo perplessa e poi mi cinse il collo con le sue braccia, poggiando la testa contro la mia spalla, era distrutta.
Le baciai il capo e la portai in camera sua al piano superiore; una volta lì la adagiai sul letto e lei si infilò sotto le coperte, mi guardai intorno. Non c'era nessuno, avremmo potuto dormire tranquillamente e nudi l'uno fra le braccia dell'altro, una cosa che alla Casita non avrei potuto fare.
Mi guardò con occhi languidi e stanchi, mentre con una mano accarezzò il posto vuoto accanto a sè:
<Vieni qui, o prenderai freddo.>
Annuii sorridendole e la raggiunsi sotto le coperte.
Rabbrividii di freddo, per l'impatto con le lenzuola gelide sul mio corpo caldo e subito lei mi fu vicina per scaldarmi... era bollente.
Affondò il viso sul mio petto, abbracciandomi: un'altra cosa che non sapevo spiegarmi era come fosse possibile che passasse dall'essere l'emblema della sensualità a quello della dolcezza in un battito di ciglia. Era forse il suo dono?
Le accarezzai il capo, sentendo il suo respiro farsi sempre più lento e pesante... si era addormentata.
Sospirai, poggiandole un bacio sul capo,  accoccolandomi meglio accanto a lei. Era così morbida e accogliente, non avrei mai voluto lasciarla andare per nessun motivo.
Lentamente scivolai anche io nel sonno, cullato dal suo profumo alla lavanda.
Il mattino dopo mi svegliai con un mal di testa assordante e con l'odore di frittelle dolci che mi inondava le narici, aprii lentamente gli occhi e misi a fuoco un piatto con la colazione fumante e subito dopo lei, che lo teneva seduta sul letto, avvolta in uno scialle di lana malva; sotto era ancora nuda.
<Ma che risveglio meraviglioso...>
Lentamente mi misi a sedere, vedendo le sue guance diventare rosse, la testa mi pulsava in una maniera assurda.
<So quanto ti piacciono le frittelle...>
Mi sorrise imbarazzata quasi.
<Mi sono impegnata, quindi mangiale tutte!>
Ridacchiai,  portandomi poi una mano sul capo, strizzando gli occhi.
<Eh si... il dopo sbornia...>
La vidi pensierosa.
<Tu non ne hai?>
Chiesi curioso, mi sembrava strano fosse così attiva, di solito eravamo entrambi due pezze!
<Mio padre ha tipo... degli elisir per il dopo sbornia fatti dal droghiere, li tiene nascosti... ma devi mangiare prima di assumerlo.>
La guardai esterrefatto.
<L'ho scoperto la penultima volta che se n'è andato, solo che ogni volta che abbiamo bevuto siamo sempre tornati alla Casita, quindi...>
Acchiappai due frittelle, infilandomele subito in bocca, mandandole giù sane.
<Esci fuori l'elisir!>
Per tutta risposta lei mi ficcò altre due frittelle in bocca aggiungendo:
<A stomaco pieno,  brutta scimmia!>
Masticai con la bocca piena e la fronte aggrottata, le braccia conserte offeso.
<Non credevo potessi sembrarti una brutta scimmia, ti ricordo la tua reazione al mio ballo di ieri...>
La vidi prendere colore sul viso e ridacchiai, se voleva stuzzicarmi, aveva trovato pane per i suoi denti!
La testa continuava a pulsarmi, ma funzionava benissimo!
<È stata colpa della musica...> Cercò di arrampicarsi sugli specchi.
Io intanto avevo afferrato altre due frittelle e le avevo mandate giù.
<Non pensavo che anche a te piacesse quel pezzo tanto da farmi lasciare il locale e non riuscire a raggiungere la Casita...>
Accarezzai lentamente il suo corpo con lo sguardo... era troppo.
Lentamente mi avvicinai a lei, ancora nudo e col desiderio che stava iniziando a risvegliarsi; allungai una mano verso il suo volto e con il pollice le sfiorai il mento e le labbra, accarezzandole, mente assottigliavoo sguardo.
<Che ne dici di darmi quell'elisir? Ho talmente mal di testa che non riesco a pensare lucidamente.>
Mi leccai le labbra e la sentii sospirare, abbandonando leggermente la sua testa contro la mia mano.
La vidi allungare il braccio sul comodino dietro di lei, per poi passarmi una boccetta marrone.
La presi e la mandai giù senza nemmeno chiedermi cosa contenesse.
Lentamente tolsi la mano dal suo viso, accarezzandole una guancia:
<Sei stata molto gentile...>
Lentamente lei si scostò da me, posando il vassoio con le frittelle sul comodino, si alzò e lasciò cadere lo scialle per terra.
<Ho riempito la vasca, quando ti passa la testa e... se vuoi raggiungermi, mi trovi lì.>
Si morse il labbro inferiore e andò a chiudersi in bagno.
Rimasi a bocca spalancata sul letto.

-

POV:[T/N]

Non riuscivo a credere di avergli fatto una proposta del genere così, da appena sveglio, dopo la nottata precedente... mi sentivo così spudorata...
Mi infilai nella vasca, rilassandomi, quando sentii il mio corpo accolto dall'acqua calda profumata di lavanda, insieme alle bolle.
Presi i capelli e mi li legai con un elastico, avrei voluto evitare di lavarli, troppo freddo.
Rimasi nella vasca per qualche minuto, poi mi voltai a guardare la porta.
"Forse non verrà... ieri sera è stato troppo intenso...."
Arrossii al solo pensiero di come mi avesse sbattuto contro quel muro, era stato così passionale e animalesco... mi era sembrato molto più uomo, non come il ragazzo che conoscevo...
Alzai lo sguardo alla porta, quando la sentii aprirsi e lo vidi lì, nudo sulla soglia, sembrava una statua, la sua pelle ambrata era così meravigliosamente liscia, la luce che entrava dalla finestra lo accarezzava, rendendo giustizia ai suoi punti migliori.
Quando fu davanti a me entrò lentamente nella vasca, dopo che mi fui spostata per fargli spazio.
<Allarga le gambe...>
<Come scusa?>
Divenni completamente rossa.
<C'è una cosa... che mi sarebbe sempre piaciuto fare...
Vorrei... vorrei che mi lavassi...>
Lo vidi avvampare e gli sorrisi maliziosamente.
<Va bene.>
Aprii le gambe e lentamente lui si infilò fra di esse dandomi la schiena.
Vidi il suo corpo impossessarsi della pelle d'oca a contatto con l'acqua calda e sospirò.
<Che buon profumo... è per questo che emani costantemente questo odore di lavanda...>
La sua voce era bassa e rilassata.
<Si...>
Gli sussurrai ad un orecchio, che vidi diventare rosso subito dopo.
Poggiai la mia schiena sul bordo del vasca e con delicatezza lo attirai a me, facendogli posare la testa sul mio seno.
Sospirò nuovamente.
Allungai poi un braccio ad afferrare un altro elastico per i capelli e andai a fargli una bella coda, portando i suoi ricci morbidi indietro, in modo tale che non si bagnassero, lasciando scoperto il suo bellissimo collo.
<Che fai?>
Ridacchiai, lasciando poi un bacino sulla sua nuca.
<Mi prendo cura di te, come mi hai chiesto...>
Sorrisi e prendendo una spugna ci misi su il bagno schiuma e dopo averla inzuppata con l'acqua calda, mi allungai verso di lui e iniziai a strofinargliela sul petto, insaponandolo delicatamente.
<Sei davvero brava...>
Lentamente iniziai a mordicchiargli il collo.
<E ancora non hai visto nulla...>
Sospirai su di esso e lo sentii fremere.
<Dopo ieri sera, non riesco a fare a meno di stuzzicarti sai?>
Lo morsi, continuando a passargli la spugna sul petto, scendendo di tanto in tanto sul suo ventre.
<Se ripenso a come mi hai sedotta con quel ballo... e a come mi hai fatto tua...
Vorrei ricambiare il favore.>
Era una fortuna che non potesse vedermi in faccia, ero sicuramente rossissima e non per colpa dell'acqua calda!
Lo vidi cercare di voltarsi, ma sussultò sorpreso quando gli accarezzai il suo desiderio, che si era risvegliato chissà in quale momento.
Sorrisi maliziosa, era bello sentirlo attivo sotto le attenzioni che gli stavo riservando.
<Tu... mi farai impazzire?>
<Non è forse già successo?>
Lo incalzai con voce languida, andando subito dopo a leccargli il collo.
Lo sentii gemere, afferrandogli subito dopo l'erezione, iniziando a muovere la mia mano su di essa.
<C-come ci riesci...?>
Continuai a leccarlo e baciarlo, mentre la mia mano si muoveva su e giù lentamente.
Mi staccai con la bocca per passargli la spugna sulle spalle.
<A fare cosa... Camilo?>
Non appena nominai il suo nome vidi le sue orecchie diventare rosse, mi allungai allora per mordergli il bordo, leccandolo subito dopo.
<A farmi impazzire in questo modo...
Q-quando mi sei vicino...
Non riesco ad averne più il controllo, s-sei come una sirena...
Mi chiami e io rispondo...>
Ansimava ad ogni parola, mentre il ritmo della mia mano aumentava su di lui.
Buttò il collo indietro, sulla mia spalla e, voltandosi leggermente, agganciò il suo sguardo liquido di piacere al mio languido.
<Non so chi sia qui a chiamare chi... in realtà. So solo che provo la tua stessa cosa: mi sento attratta da te sempre di più.
Mi sento come se non riuscissi a sottrarmi.>
Aumentai il ritmo della mia mano.
<Voglio darti piacere e voglio riceverne da te... ti voglio solo per me...>
Arrosii, avevo iniziato a dichiararmi, ne ero consapevole...
Lo vidi allungare il suo collo verso il mio viso, alla ricerca di un bacio.
Lo guardai languidamente, anche coi capelli ricci aveva fascino... era sempre così bello...
Gli diedi il bacio che andava cercando, approfondendolo subito con la lingua: non trovai alcuna resistenza, mi lasciò entrare subito.
Iniziai a muovere la mano sempre più velocemente, sentendo I suoi gemiti soffocarsi dentro la mia bocca e quando mi staccai da lui per mordegli oltre labbro inferiore lo sentii liberarsi e accasciarsi mollemente sul mio petto.
Lasciai la spugna a galleggiare in acqua e andai ad accarezzargli il petto con la mani.
<Ricordami... di seguirti sempre... anche dentro le pozze di fango.>
Ridacchiammo.
<Sappi che mi ricorderò di queste parole!>

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora