19.Navidad

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POV:[T/N]

Rimanemmo abbracciati a letto per tutto il pomeriggio, nessuno venne a disturbarci.
Di tanto in tanto ci stringevamo baciandoci, poi scoppiavo in pianti disperati e prontamente Camilo andava ad asciugare tutte le mie lacrime, con le sue calde e rassicuranti mani.
Non riuscivo a capacitarmi, nè ad accettare la cosa... era tutto così surreale...
Lentamente si scostò dolcemente dal mio corpo e si mise a sedere, guardandomi.
<Fra poco dovremmo scendere a cena, per quanto mi piaccia stare stirato qui con te, non possiamo mancare... hanno tutti voglia di vederti.>
Annuii e mi misi seduta pure io, cercando si lisciare la gonna a balze che si era un tantino stropicciata, lo sentii ridacchiare.
Mi imbronciai, guardandolo accigliata.
<Che hai da ridere?>
Si portò una mano davanti la bocca, continuando sotto i baffi:
<Ti conviene che rifai la treccia è tutta disfatta!>
Sospirai stizzita e mi alzai andando verso uno dei tanti specchi appesi alle pareti della sua stanza, quando mi guardai sentii le punte delle orecchie diventare calde.
Ero un disastro.
Lentamente mi sciolsi i capelli, passando poi le dita fra di essi, vidi camilo avvicinarsi alle mie spalle attraverso lo specchio e cingendomi la vita con le sue braccia mi sussurò:
<Posso aiutarti io?>
Mi voltai leggermente, sentendo il viso diventare più caldo.
<Se ci tieni...>
Sorrise e mi mostrò la spazzola che teneva in mano.
Era troppo furbo.
Mi lasciò andare e dopo avermi portato i capelli indietro, con la mano libera, iniziò a pettinarmi delicatamente.
L'ultima volta che lo aveva fatto avevamo avuto circa dieci anni e mi aveva fatto malissimo, ma adesso...
<Mi sono allenato con i capelli delle mie cugine e di mia sorella, non sono più il Camilo che ti ha strappato una intera ciocca di capelli nel tentativo di toglierti una gomma.>
Se lo ricordava.
Ci guardammo negli occhi, io sorpresa e subito dopo scoppiammo a ridere, una risata che mi fece bene al cuore.
<Non pensavo ti ricordassi...>
<Beh... diciamo che mi sono allenato per rimediare!>
Lo guardai dolcemente, trasformando la risata in un sorriso caldo e grato.
Non trovavo parole per descriverlo...
Quando ebbe finito di pettinarmi i capelli lo vidi iniziare ad intrecciarli: era veloce, ma preciso e nessuno dei ciuffi che acchiappava gli scappava, aveva davvero fatto molta pratica.
<Mi passi il nastro?>
Non me lo feci ripetere due volte e glielo porsi, lo vidi concentrarsi e chiudere la treccia.
<Fatto!>
Guardò la sua opera soddisfatto ed anche io lo ero.
<Sei davvero bravo... direi che non sei più il bambino di dieci anni che mi ha quasi uccisa.>
Lo vidi arrossire e voltandomi gli posai un bacio sulla guancia.
<Grazie.>
Scosse il capo, andando subito dopo a prendermi la mano.
<Adesso scendiamo... ho voglia di mangiare pure le sedie!>
Entrammo in cucina che già la Famiglia aveva preso posto.
La tavola era apparecchiata con una bella tovaglia rossa e al centro vi era stata posta una meravigliosa fascia di stelle di Natale, sicuramente opera di Isabela.
Lasciai la mano di Camilo gentilmente, salutandoli tutti.
<Mi Niña, che bello rivederti!>
Esclamò Abuela che si alzò prendendomi per mano.
<Tutta la Famiglia è felice di averti qui stasera...>
Mi guardò dolcemente, indicandomi il posto accanto a Mirabel.
Salutai Isabela e Dolores che mi mandavano bacini per aria e sentii un fiore prendere posizione sopra il mio orecchio.
Isabela era così gentile...
Camilo intanto aveva preso posto di fronte a me e mi guardava dolcemente.
Quando la cena iniziò lo vidi mangiare di gusto e a sazietà, si sarebbe sentito male come sempre alla fine, ne ero certa; io provai a mangiare qualcosina, spiluccavo qui e lì, ma già a metà cena ero sazia... e sentivo la nausea salire.
<Se non ti va più nulla sta tranquilla dopo, se ti ritorna l'appetito, ci sono i dolci.>
Sussurò Luisa al mio orecchio.
La guardai perplessa, se ne era accorta...
Era proprio vero che avesse una sensibilità spiccata, tenedevo a dimenticare che sotto quei muscoli e quel corpo c'era una giovane donna dolce e premurosa, come la madre.
Annuii, sorridendole subito dopo e mi fermai, prendendo un sorso d'acqua.
Camilo mi allungò il vino, ma lo fermai ridacchiando.
<Camilo ma che fai?>
Lo riprese Pepa, lo vidi diventare rosso.
<Che c'è? Il vino fa buon sangue!>
<E tu ne sei un esperto, vero Hermanito?>
Aggiunse Dolores inaspettatamente.
Sentii Mirabel scoppiare a ridere e tutti gli altri dietro di lei, trascinando anche me.
Mi ero dimenticata come fosse stare insieme a loro, quanto fosse diventata più accogliente la famiglia Madrigal dopo il disastro di tre anni prima.
Allungai una mano sotto il tavolo, prendendo quella di Mirabel, stringendogliela e, senza dire una parola, ricambiò la mia stretta.
Era una vera amica.
Quando fummo arrivati al dolce ci alzammo da tavola e solo in quel momento mi accorsi dell'albero di Natale montato in un angolo della cucina... Isabela si superava sempre, era bellissimo...
<Sana sana.>
Trasalì voltando poi il capo sulla mia spalla destra, Bruno aveva poggiato il mento e stava fissando le decorazioni.
<Isabela mi ha vietato di avvicinarmi
... ha visto che toccavo il legno in continuazione facendo cadere le palle.>
Mi trattenni dal ridere.
<Sei... sei arrabbiata con me?>
Sbattei le palpebre un paio di volte e capii subito dopo a cosa si riferisse.
<Bruno no, non lo sono mai stata.
Anzi... se non fosse stato per te starei ancora aspettando una lettera... che non sarebbe mai arrivata.>
Mi voltai verso di lui e gli sorrisi gentilmente.
<Sei lo Tio migliore che potessi desiderare.>
Vidi il suo naso diventare rosso per l'imbarazzo e poggiò la sua fronte sulla mia spalla per non farsi vedere.
<Meno male...>
Sussurò.
Due secondi dopo torno in posizione eretta, indicandomi gli addobbi:
<Sai, ho dato una mano pure io: ho fatto delle piccole statuine e ho riprodotto tutti i membri della famiglia e poi li ho attaccati all'albero.
Sono un grande artigiano, oltre che un attore sai?
... E ci sei pure tu...>
Lentamente mi avvicinai all'albero, andando a cercare tutte le statuine: erano fatte tutte veramente bene... aveva una bella mano!
Guardai quella di Camilo, abbastanza fedele e poi la mia.
<Sei bravissimo Bruno!>
<Se vuoi... dopo le feste puoi prenderla... è il mio regalo per te.>
Sentii gli occhi diventare lucidi, ma mi trattenni dal piangere, non volevo turbare tutta la Famiglia proprio in quel momento.
<E... posso prendere pure quella di Camilo?>
<Certamente!>
Lo guardai, stava gongolando tutto contento.
Sentii Camilo abbracciarmi da dietro e arrossii trasalendo.
<Che fai?>
<Lo sanno tutti ormai...>
Rimasi di sasso.
<I-in che senso lo sanno tutti?>
Sussurrai spaventata e sorpresa.
<Quando sei svenuta... diciamo che non mi sono comportato come un amico...
Ti ho chiamato Mi Princesa, ti baciavo la mano e sono  stato mezzo morto per tutto il tempo in cui non ci sei stata... hanno fatto tutti due più due.>
Mi strinse a sè ancora di più, sentendo il suo corpo contro il mio.
Ero color peperone, non riuscivo a dire una parola.
<Camilo, se non la lasci la consumerai!>
Lo rimproverò Pepa.
Cercai di farmi mollare, ma Camilo ormai aveva deciso che non mi avrebbe lasciata nemmeno morto.
<Stasera facciamo i conti, Camilo Madrigal.>
Lo minacciai sentendo le sue risate.
<Va bene, ma adesso siediti... dobbiamo aprire i regali.>
Mi lasciò andare e io abbassai lo sguardo imbarazzata.
<N-non ho preso nulla per nessuno io...
Mi... mi dispiace.>
<Mi Niña, non ti preoccupare, per noi il regalo quest'anno è averti qui.>
Aggiunse subito Julieta, alzai lo sguardo vedendo Felix guardarmi teneramente e presi nuovamente posto accanto a Mirabel.
Non avevo pensato a nulla in quelle due settimane, se non a mio padre...
<Davvero, non preoccuparti.>
Aggiunse subito Pepa, la guardai costernata e mi allungò un pacchetto.
Lo presi... era un bellissimo cappello color magenta, con alcuni ricami a rombi in perline.
Lo indossai subito.
<Mi sta bene?>
<Sei bellissima.>
Rispose subito Camilo, facendomi arrossire.
Era sempre il solito, mi stuzzicava senza pietà e adesso che tutti sapevano lo avrebbe fatto spudoratamente.
Anche Julieta mi allungò un pacchetto, lo scartai e dentro vi trovai un bellissimo porta gioie, fatto in legno, color azzurro, con tanti fiori disegnati... era davvero carino.
<Grazie... davvero...>
Le sorrisi grata e poi guardai camilo alzarsi, venendo verso di me, si posizione dietro e lo sentii trafficare.
<Ma che...>
Si sporse verso di me e mi adagiò delicatamente una collanina, chiudendola subito dopo dietro il mio collo.
Abbassai lo sguardo e vidi che vi era un piccolo ciondolo con un'ambra, era bellissima e mi ricordava Camilo.
Guardai l'orologio, era mezza notte.
<Buon Natale, Mi Princesa.>
Arrossii, sentendolo sussurrare al mio orecchio per poi baciarmi una guancia, scostandosi subito dopo.
<È diventata dello stesso colore delle stelle di Natale!>
Disse Antonio indicandomi.
Mi portai le mani sulla faccia, mentre gli altri iniziarono a ridacchiare divertiti.
<Mio figlio è proprio come me... ci sa fare con le donne!>
Pepa tirò una gomitata al marito, continuando a ridacchiare sotto i baffi.
<Scusateci...> sussurrai imbarazzata.
<Oh no Tesoro, Camilo ha vuotato il sacco da un pezzo, non ti vergognare così e poi... noi siamo felici.>
Abbassai le mani dal mio viso, guardando Pepa.
<Si?>
<Certo che si, come non potremmo...>
Lasciai scivolare lo sguardo su Camilo, era rosso pure lui, ma sorrideva felice.
Mi rassicurai.
<Quindi adesso... posso sedermi accanto a lei?>
Guardò Mirabela che incrociò le braccia.
<Non esagerare adesso, io da qui non mi schiodo!>
Scoppiai a ridere, vedendo un Camilo sconsolato tornare al proprio posto.
Se quella era la felicità avrei tanto voluto non finisse mai.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora