5.Luna

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POV:[CAMILO]

<Se vuoi questa cosa può rimanere qui.
In questa cucina.>
Mi alzai con calma, andandomene via dalla cucina.
Ecco: avevo fatto il passo che avrebbe irrimediabilmente rovinato anni di amicizia; mi ero esposto totalmente, senza alcun tipo di paracadute, con lei e non sapevo nemmeno cosa provasse.
Sentivo il viso andarmi a fuoco, le labbra come se si fossero posate su un tizzone ardente e il resto del corpo freddo come ghiaccio, l'ansia che mi stava divorando e il cuore che mi stava per scoppiare.
Salii le scale per andare in camera mia, non mi aspettavo che lei mi fermasse o mi seguisse o che in generale facesse qualcosa; le avevo sganciato una bomba addosso e per di più l'avevo baciata prendendola alla sprovvista... cosa avrebbe pensato di me?
Che ero un traditore?
Che l'avevo presa in giro per tutto questo tempo spacciando il nostro rapporto per un'amicizia disinteressata?
Avevo esagerato...
Eppure non ne potevo più: ogni volta che veniva lasciata e soffriva, ogni volta non era una pugnalata al petto solo per lei, lo era anche per me. Vederla piangere e disperarsi per ragazzi che non la meritavano.... per quanto avrei dovuto bere quel veleno?
Mi resi conto di essere arrivato davanti alla porta della mia stanza e di non voler entrare.
Mi resi conto che la realtà era un'altra: non volevo che quel bacio restasse in quella cucina buia, avrei voluto scendere le scale di corsa, prenderla e ribaciarla ancora e ancora, ovunque.
Mi misi una mano sul petto, tentando di far calmare i battiti del mio cuore.
<Beh dai, poteva andarti peggio!>
Mi voltai di scatto, vedendo far capolino dalla sua porta, mia sorella Dolores.
<Scusami, ho sentito tutto...>
Scossi il capo, avvicinandomi a lei e per tutta risposta uscì dalla stanza, abbracciandomi.
Ricambiai l'abbraccio, sprofondando in esso.
<Sono sicuro di aver rovinato tutto Dolores...>
<E io sono sicura che invece hai fatto benissimo.>
Mi sorrise, un sorriso che trovai incoraggiante.
<Dalle tempo...>
Anuii e lentamente mi staccai da lei, non prima di averle dato un bacio sulla guancia.
<Dormi bene Hermanito>
La vidi rientrare nella sua stanza, dopo di che mi voltai, appoggiando i gomiti sulla balaustra in legno.
I raggi della luna illuminavano il cortile interno: con lo sguardo percorsi tutte le mattonelle del pavimento della casita, lo alzai lentamente sulla porta della cucina e la vidi lì: era in piedi e, ammantata nel suo scialle, mi stava fissando con gli occhi enormi... sotto quella luce sembravano due stelle.
Non riuscii a muovermi, nè a dire nulla, la vidi semplicemente avanzare, senza distogliere lo sguardo nemmeno una volta dal mio.
Salì le scale, raggiungendomi e quando fu davanti a me allungò una mano verso la mia:
<Andiamo.>

-

POV:[T/N]

Lo vidi alzarsi e andarsene, dopo avermi letteralmente sconvolto con quel bacio, anzi: con quella dichiarazione!
Mi sentii letteralmente andare a fuoco.
Camilo Madrigal, il mio migliore amico, mi aveva appena baciata!
Presi la tazza di camomilla, che ormai si era raffreddata e la bevvi tutta d'un sorso.
Non servì a nulla.
Mi sentivo agitata e scombussolata e... e...
Poggiai le braccia sul tavolo, stirandomi poi su di esso.
Da quanto Camilo si teneva questa cosa dentro? Da quanto tempo la sua amicizia era tramutata in... in qualcosa di più?
Soffriva?
Mi morsi il labbro inferiore, ripensando al suo volto, ai suoi modi di fare divertenti, dolci e gentili... a quanto fosse bello.
Ne ero davvero indifferente?
O forse mi ero solamente rifugiata in quell'amicizia per paura di perdere non solo lui, ma tutta la famiglia Madrigal che tanto mi era stata vicina?
Sospirai pesantemente...
Cosa desideravo davvero?
Mi toccai le labbra, sentendomi arrossire.
Era stato bello, di quello ne ero più che certa.
Lentamente mi alzai dal tavolo, convinta che Camilo fosse già tornato nella sua stanza e facendo il massimo silenzio, uscii dalla cucina.
Alzai lo sguardo verso l'alto, cercando la sua porta e rimasi imbambolata quando lo vidi poggiato alla balaustra; i raggi della luna colpivano i suoi ricci e la sua pelle, sembrava quasi accarezzata da quest'ultimi... sembrava un quadro.
Vidi il suo sguardo scivolare sulle mattonelle della casita, per poi soffermarsi su di me, sentii il terreno venirmi meno sotto i piedi.
I suoi occhi erano due pozze fuse scintillanti, non riuscivo a distogliere lo sguardo...
Non volevo distoglierlo.
Iniziai a camminare guardandolo, sentendo le mie orecchie andare a fuoco, fin quando non lo raggiunsi.
Allungai una mano verso di lui:
<Andiamo.>
Sussurrai.
Sentii la sua mano calda afferrare la mia e lo portai dentro la sua stanza, lasciando che Casita mi aprisse la porta.
<Che stai facendo?>
Sussurrò Camilo dietro di me.
Non accennò a fermarmi.
<...Pensi davvero che possa andare a dormire da Mirabel dopo quello che è successo?>
Attraversai tutta la stanza, illuminata debolmente da piccoli fuochi azzurri sparsi qua e là, le fiamme si riflettevano su tutti gli specchi della stanza.
Mi fermai solo quando vidi il letto davanti a noi e mi voltai verso di lui:
<Non farti strane idee...
Sono qui solo perché voglio stare con te.
Voglio parlare o se non ti va voglio dormire, come abbiamo sempre fatto...>
Lo vidi guardarmi profondamente negli occhi, era la prima volta che non riuscivo a decifrare un suo sguardo.
Sentii la sua mano cambiare presa e intrecciarsi con la mia, portandosi poi più vicino a me.
<Mi chiedi troppo... pensi che dopo quello che ho fatto, io riesca solo a dormire, avendoti qui?>
Trattenni il respiro, sentii la mano di Camilo sciogliere l'intreccio e spingermi sul letto.
Caddi di schiena sul materasso morbido.
Non ebbi il tempo di dire o fare nulla, che lui fu subito sopra di me, mantenendo però distanza fra i nostri corpi.
<Tu mi sopravvaluti...
Sono un uomo... non sono più il bambino con cui giocavi a dieci anni.>
I suoi occhi si assottigliarono e vidi il suo volto allungarsi verso il mio, potevo sentire i suoi ricci morbidi sfiorarmi il viso.
<Camilo... i-io ti conosco...>
<Non è vero... ti ho fatto pensare che mi conoscessi, ma non ti ho mai dato modo di sapere quali fossero i miei sentimenti, di come mi sentissi a vederti fra le braccia delle persone sbagliate, ogni volta... ogni volta.>
Sentii la mia guancia bagnarsi.
<C-Camilo...>
Lo guardai strizzare gli occhi, mentre altre lacrime bagnavano il suo ed il mio viso, sentii una fitta al petto.
Lentamente allungai le mani verso il suo corpo e lo attirai a me in un caldo abbraccio.
Lo sentii sussultare, ma poi si sciolse, ricambiandolo dolcemente.
<Come avrei mai potuto immaginarlo? Non hai mai fatto trasparire nulla, non mi hai mai detto niente se non farmi palese la tua preoccupazione quando le cose mi andavano male...
Sono stata così pessima come amica?>
Sentii la mia voce strozzarsi in gola affondando poi il viso nella sua spalla, sentendo adesso le mie di lacrime bagnare le guance.
<Mi hai sempre trattata in maniera dolce e gentile...
Tutte le volte che ho dormito con te, con te che prendevi le sembianze di mia madre per non farmi sentire sola al mondo, mentre mio padre non c'era...
La tua amicizia è stata sempre così dolce e calda... che non avrei mai potuto capire...>
Mi sentii una stupida e più mi sentivo stupida, più Camilo mi stringeva a se.
Lentamente allontanai il viso dalla sua spalla e cercai il suo sguardo
Aveva il naso rosso e gli occhi lucidi e tristi.
<Mostrami il Camilo vero, quello che non ha paura di nascondere i suoi sentimenti... o di rovinare un'amicizia e lasciami decidere se quel bacio deve rimanere in quella cucina buia o meno.>
Lentamente andai ad accarezzargli il viso, in maniera gentile.
<E se non ti piacesse il Camilo che non vuole essere tuo amico?>
Scossi il capo.
<Lasciati vedere per come sei veramente, solo così potremo scoprirlo.>
Mi allungai verso il suo viso, posandogli un bacio su una guancia.
<Mi sento male se penso a quanto tu abbia potuto soffrire... avrei preferito avessi vuotato il sacco prima.>
Lentamente lo vidi scostarsi da me, portandosi poi dietro le mie spalle, cingendomi la vita.
Sentii il suo capo poggiarsi sulla mia schiena.
<Allora ti farò vedere chi sono davvero...
Ma adesso dormiamo.>
Rimasi interdetta.
<Dormiamo?>
Lo sentii trattenere il respiro, mentre mi stringeva a se ancora di più, facendomi percepire il calore del suo corpo.
<Si... altrimenti potrei non rispondere più delle mie azioni... e non voglio spaventarti.>
Mi sentii avvampare e annuii silenziosamente.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora