29.Sueño

745 61 15
                                    

POV[T/N]

Quando lo sentii ancora una volta dentro di me sospirai pesantemente, mi sentivo così in imbarazzo, per avergli passato la protezione, per essermi mostrata così a lui...
Che cosa avrebbe pensato?
Rimase fermo, le sue mani che mi tenevano i polsi sul bordo della vasca.
<Camilo...?>
Mi voltai leggermente, sentendo il suo respiro pesante contro il mio orecchio; tutto profumava così tanto di arancia, da farmi girare la testa.
<Mi fai impazzire così tanto che ho paura... di non riuscire a controllarmi.>
Quelle parole roche e basse mi fecero fremere e parve che lui se ne accorse, dato che mi strinse di più i polsi.
Diede la prima spinta, ben assestata, mi tolse il fiato, facendomi gettare la testa indietro, inarcandomi.
<Perché mi fai questo effetto?>
Chiese ancora al mio orecchio, passandoci sopra le labbra, mi sentivo andare a fuoco...
Mi diede un'altra spinta e gemetti, inarcando il bacino.
<C-Camilo...>
Continuai a chiamarlo e lui per tutta risposta mi diede un'altra spinta, seguita da un'altra ancora.
Percepivo il mio intero corpo invaso dalle fiamme, piccoli gemiti corti iniziarono a scappare dalla mia bocca, man mano che il ritmo aumentava.
Lo sentii lasciarmi un polso e poi la sua mano libera iniziò ad accarezzarmi il seno, stuzzicandomi... volevo baciarlo, volevo di più... ancora e ancora...
Mi voltai col capo e fu come se mi leggesse nel pensiero, con la mano risalì fino al mio collo e mi aiutò ad allungarmi, intercettando le sue labbra, ci unimmo in un bacio urgente e disperato, mentre sospirava dentro la mia bocca, continuando a spingere dentro di me, sempre di più... sentivo di essere all'apice del piacere e con uno schiocco mi staccai da quel bacio, gemendo sulla sua bocca, ansante.
Fu un attimo, diede due spinte ben assestate e pure lui raggiunse il piacere.
Uscì subito da me e lo sentii trascinarmi in acqua con lui.
Ero stordita dal piacere appena provato, dal calore del suo corpo e dal profumo di quell'acqua...
Sentivo il suo petto contro la mia schiena, le sue braccia mi cinsero la vita, tenendomi stretta a sè, come se avesse paura che scappassi via da lui.
Poggiai il mio capo contro il suo petto e sentii le sue labbra depositare piccoli baci fra i miei capelli.
<Non so cos'altro dirti... ho esaurito le parole.>
Sorrisi imbarazzata, alzando lo sguardo.
<Camilo Madrigal...>
Iniziai io, agganciandomi al suo sguardo ancora languido di piacere, lo vidi alzare un sopracciglio, incuriosito.
<Perché non hai provato prima questo metodo per farmi ricordare di noi?>
Arrosii, ma ero serissima.
<Hai... hai fatto lo stronzo per mesi...>
Mi rabbuiai e lo sentii stringermi ancora di più a sè.
<Perché ero arrabbiato...>
Sentii una fitta alla testa e parve accorgersene.
<Usciamo.>
Annuii e lentamente mi allungai verso uno dei bordi.
<No, per carità. Ferma!>
Mi ammonì, mi voltai guardandolo confusa.
<Non usciamo più se ti rimetti in quella posizione.>
Divenni rossa come un pomodoro e tornai in acqua.
Lo vidi uscire lentamente dalla  vasca e sistemarsi... l'asciugamano arrotolato intorno alla vita... era bellissimo.
Quando tornò mi porse una asciugamano più lunga, lentamente mi alzai e me l'avvolsi  intorno al corpo, uscendo dalla vasca.
Mi accolse fra le sue braccia... il suo corpo era così caldo e accogliente...
<Voglio dormire con te.>
Sussurrò.
Chiusi gli occhi, beandomi di quel contatto così dolce.
Lentamente mi accompagnò in camera da letto e togliendosi l'asciugamano si infilò sotto le coperte, nudo.
Rimasi interdetta.
<Che c'è?>
Abbassai lo sguardo.
<Abbiamo già dormito così?>
Annuì.
<Se hai vergogna perché ti sembra la prima volta... puoi metterti qualcosa addosso, posso farlo anche io.>
Ci pensai un attimo e alla fine mi feci scivolare di dosso il telo, raggiungendolo nuda sotto le coperte color giallo canarino.
<Coraggiosa...>
Mi canzonò.
<Sta zitto o ti faccio dormire sul
pavimento!>
Sbuffai e lui mi pizzicò un fianco, eravamo seduti e lo vidi prendere il vassoio che aveva poggiato sulla cassettiera accanto al letto.
<Che ne dici di cenare?>
Mi si illuminarono gli occhi e il mio stomaco gorgogliò, mettendomi in imbarazzo, fin quando anche il suo non fece lo stesso, se non peggio.
Cenammo così, fianco a fianco, nudi e ancora accaldati dal bagno di prima, imboccandoci e pulendoci le labbra a vicenda, a vole con le dita, a volte con i baci...
era tutto così dolce, così surreale...
La sua voce che mi prendeva in giro, le sue mani che mi offrivano da bere e da mangiare, il mio cuore che batteva anche per queste piccole cose.
Lo guardai attentamente e più lo guardavo più mi rendevo conto di quanto  mi sembrava di conoscere ogni centimetro del suo viso, delle sue mani e del suo corpo. Come una poesia che si impara a memoria da piccola e la ricordi tutta, parola per parola, sillaba per sillaba, virgola per virgola.
Sospirai quando mi offrì del budino, direttamente dal suo dito, che misi in bocca senza pensare.
Lo vidi sorridere, diventando rosso.
Gli tenni la mano, accarezzandogli il dito con la lingua prima di lasciarlo.
Quando terminammo, Camilo posò il vassoio per terra, io ero già scivolata sotto le coperte.
Si mise su un fianco pure lui, eravamo faccia a faccia.
Lo vidi avvicinarsi e posarmi un bacio tenero sulle labbra.
<Dimmi che domani sarai ancora qui, che questo non è l'ennesimo sogno... dimmi che è stato tutto vero.>
Vidi i suoi occhi allargarsi speranzosi, il suo fiato caldo che si infrangeva contro il mio.
Allungai una mano per accarezzargli il volto, ma lui la intercetto e voltandosi appena mi baciò il palmo, prendendola poi nella sua subito dopo.
Quanto dolore aveva provato in quei mesi?
Mi resi conto che era una domanda che mi ero già fatta prima.
<Io... ti ho già fatto soffrire, vero?>
Lo vidi esitare.
<Non è stata colpa tua... ho rifatto lo stesso errore adesso, non dicendoti subito ciò che provavo... avevo il terrore che potessi scappare e che potessi farti del male.>
Sussurrava, ma quelle parole mi colpirono forti.
<...Domani mattina io sarò ancora qui.>
Lo rassicurai.
<E anche la mattina successiva e quella dopo ancora... voglio capire perché tu mi ami così tanto...>
Gli sorrisi sinceramente.
<Non voglio più lasciarti, ma devo capire perché l'ho fatto, altrimenti mi sentirò in colpa sempre nei tuoi confronti... e io voglio scusarmi, per averti fatto arrabbiare.>
Vidi il suo labbro inferiore tremare e i suoi occhi diventare lucidi.
<Scoprirai allora che non ci sarà nulla da perdonarti...>
Si allungò verso il mio viso e mi trascinò in un bacio umido e salato, gli accarezzai la guancia e il collo, cercando dinasciugargli le lacrime che scendevano.
Quando si staccò da me si avvicinò al mio corpo, posando il suo capo sul mio petto, poggiando l'orecchio sul mio cuore, che batteva forte e veloce solo per lui e lentamente si addormentò, cullato da quest'ultimo.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora