28.Amor

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POV[T/N]

Ero senza fiato, la mia schiena a contatto sull'erba umida della sera, il corpo sudato, il petto che si alzava e si abbassava senza sosta alla ricerca di aria.
Le lucciole ancora tutte intorno a noi sfarfallavano magicamente qua e là.
Sentii Camilo su di me, sul mio corpo, immobile, percepivo solo il suo respiro, pesante come il mio.
Era ancora dentro di me, potevo sentirlo.
Lentamente gli accarezzai il capo, affondando tra i suoi morbidi ricci che profumavano di arancia, mi dava il mal di testa, stordendomi, ma era meraviglioso.
Non osavo dire una parola, non volevo interrompere la magia di quel momento; cosa sarebbe successo se uno dei due avesse parlato? Saremmo tornati a comportarci come se nulla fosse?
Mi resi conto che non era quello che volevo, ma lui... era stato così strano e sfuggente e adesso... adesso questo.
Lentamente lo sentii uscire da me, senza dire una parola e tornò a stirati sul mio corpo, senza pesarmi, strusciò il suo capo sul mio petto, come un bambino ed io continuai ad accarezzarlo, fin quando non rimprendemmo fiato.
<Camilo?>
Dissi incerta, con un filo di voce.
Lo vidi alzare il capo, i suoi meravigliosi occhi liquidi mi fissavano ancora in estasi, lessi una punta di timore nella sua espressione.
<Quando torneremo alla Casita...>
Non sapeva come continuare.
<Se vorrai questa cosa potrà rimanere qui...>
Ebbi un'altra fitta alla testa.
<Mi hai già detto queste parole.>
Dissi quasi spaventata.
Vidi invece i suoi occhi brillare, mentre si sistemata meglio su di me, poggiando i gomiti al lato del mio corpo, puntellandosi con quest'ultimi.
<...Ma... preferirei che decidessi di non farlo.>
Mi disse, guardandomi diritto negli occhi, erano carichi di speranza, sentii i bordi delle orecchie andare a fuoco.
Distolsi lo sguardo, guardando l'ambra che avevo gettato via, brillare accanto ad uno dei lumini.
<E quello?>
Lo indicai con un gesto del capo.
Vidi Camilo guardarlo, assottigliando lo sguardo per capire meglio e quando lo fece mi sorrise quasi divertito.
<Se non è un problema, vorrei riaverlo.>
Mi accigliai.
<Non ti arrabbiare... te l'ho detto...>
Lo vidi avvicinarsi al mio viso ancora una volta ed io tornai giù col capo, venendo totalmente intrappolata fra l'erba e il suo corpo ancora una volta.
<Ci sei sempre stata solo tu.>
<Non è quello che mi hai detto la prima volta che mi hai parlato della collana.>
Lo incalzai seccata, le nostre labbra che si sfioravono, i suoi morbidi ricci che mi accarezzavano la guance.
<Solo perché non ricordi, non vuol dire che non sia vero.>
Mi morse il labbro inferiore senza preavviso, staccandosi subito dopo, facendomi sussultare sorpresa; tornò a guardarmi, la pelle d'oca si era impossessata del mio corpo.
<Me lo ripetete in continuazione...>
Continuai, sfiorando il suo naso.
Lo vidi chiudere gli occhi, sospirando
<Bruno, Mirabel e adesso anche tu...>
Chiusi gli occhi baciandogli lentamente le labbra, staccandomi subito dopo, accarezzandogliele col pollice.
<Cosa eravamo Camilo?>
Scosse il capo.
<Non posso dirtelo... se avessi saputo come fare... te lo avrei detto subito.>
Lo vidi fare una smorfia di dolore.
Sospirai.
Avrei dovuto ricordare da sola.
<Camilo?>
Lo vidi aprire gli occhi lentamente, ingoiandomi in quelle iridi meravigliose.
<... Cosa provi per me?
Perché io mi sento confusa.>
Sentii la sua fronte sulla mia, il suo naso strusciare con il mio.
<Perché vuoi far crollare così tutte le mie difese?>
Lo sentii accarezzarmi i fianchi lentamente.
<Non è abbastanza quello che ti ho detto prima?>
Sapevo di avere io il coltello dalla parte del manico e non sapevo perché, ma volevo affondare nella sua carne e girarlo ancora e ancora... forse una vendetta per tutti quei mesi in cui mi aveva trattato come se non  esistessi.
<No, non è abbastanza.>
Sussurrai, prima di baciare le sue labbra calde, ancora e ancora.
Mi fermò, scansandosi poi da un altro bacio, rimasi ferma a guardarlo, le lucciole svolazzavano dietro il suo capo.
<Io ti amo.>
Mi sentii avvampare, non solo il viso, tutto il mio corpo, era come se fosse stato immerso nel fuoco  i suoi occhi erano braci accese, la sua voce dolce come il miele.
Quelle parole erano arrivate diritte alle mie orecchie e al mio cuore, mi resi conto di avergliele già sentite in bocca.
Rimasi immobile, guardandolo scendere sul mio viso, trascinandomi in un bacio profondo, mentre le sue mani stringevano la mia vita.
Lo ricambiai lentamente, lasciando che cercasse la mia lingua, trovandola... era dolce come le sue parole.
Mi aveva stregato, ammaliato, sedotto e adesso stava cercando di farmi innamorare.
Quando si staccò da me con uno schiocco mi sentii ubriaca, stordita, ma avrei voluto continuare ancora e ancora.
<Resta con me stanotte... non andare da Mirabel...>
Arrossii.
<Se ti imbarazza, possiamo anche solo dormire, ma resta con me, non lasciarmi ancora.>
Quell'ancora mi fece sussultare il cuore.
<Non è la prima volta che me lo dici, vero?>
Chiesi, guardandolo speranzosa negli occhi.
<Niente di tutto quello che ti ho detto stasera è la prima volta...>
Sentii le lacrime riempirmi gli occhi e scendermi calde sulle guance subito dopo, lui andò subiti ad asciugarmele teneramente, senza dire nulla e piano si tolse da sopra di me, portandomi con sè.
Poggiai il viso sul suo petto nudo e caldo, che bagnai col mio pianto.
Non riuscivo a fermarmi, senza nemmeno sapere il perché.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora