32.Chrysalis 2

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POV:[T/N]

Era passata una settimana dal il picnic andato male, sia Estela che Alonso non si erano più fatti sentire, Sandro invece aveva provato a parlare con me; gli dispiaceva per come fossero andate le cose e mi disse che se io ero felice di stare con Camilo allora non dovevo preoccuparmi per lui.
Era stato maturo da parte sua non farmi pesare la cosa, sapevo di averlo ferito.
Finii di lavare i piatti, mi trovavo a casa mia, mio padre quel pomeriggio sarebbe partito per un brevissimo viaggio di lavoro; avevo ancora il timore che potesse non tornare a causa di ciò che era successo qualche mese prima... avevo difficoltà a lasciarlo andare ogni volta.
Sospirai e dopo essermi voltata lo vidi sistemare i bagagli davanti la porta.
<Sono pronto!>
Esclamò, aprendo le sue braccia in cerca di un abbraccio, non lo feci attendere, gettandomi fra le sue braccia come fossi ancora una bambina piccola, lo strinsi forte.
<Ti aspetto, torna presto.>
Gli dissi, mi veniva da piangere, ma cercai di trattenere le lacrime.
<Solo un paio di giorni, vai dai Madrigal, sicuramente sapranno tenerti compagnia!>
Annuii, sorridendogli subito dopo.
Mi diede un bacio in fronte e uscì dalla porta, lasciandomi sola.
In realtà non era mia intenzione andare subito alla Casita, volevo sistemare un po' casa, era da tanto che non lo facevo.
Passai così tutto il pomeriggio a rassettare, sistemai la stanza di mio padre e poi i miei vestiti.
Quando andai a sistemare una delle gonne ritrovai, all'interno della tasca, la statuina di Camilo.
La rigirai tra le mani guardandola attentamente, una fitta mi colse la testa, inaspettatamente e ricordai che insieme a questa ce ne sarebbe dovuta essere un'altra, la mia.
Mi sentii scombussolata e mi appoggiai all'anta dell'armadio, non ne potevo più.
Chissà dove era finita quella che mi rappresentava, ce l'aveva Bruno?
Era andata persa?
Sentivo come se fosse importante averla.
E se fosse stata la chiave per la mia memoria?
Dovevo andare alla Casita.
Mi lavai con quel pensiero in testa, avrei dovuto chiedere a Bruno non appena fossi arrivata!
Ero sicura fosse importante, come mai in vita mia.
Mi vestii con un abito semplice, color lavanda e dopo aver preso lo zaino con le mie cose mi diressi alla Casita.
Avrei dovuto chiedere a Camilo?
Forse... forse ce l'aveva lui...
Sentivo il cuore battermi impazzito nel petto, pensai che potesse uscirmi fuori.
Una volta davanti alla casita entrai, era l'imbrunire e la forma della luna piena poteva vedersi benissimo di già.
Mi voltai verso la candela, posta alla finestra di Abuela.
La Magia era forte nelle notti di luna piena e di luna nuova, lo aveva detto Bruno.
Salii le scale di corsa, sentivo un brusio proveniente dalla cucina, ma non potevo perdere tempo in chiacchiere.
Camilo...
Camilo doveva essere nella sua stanza, per forza!
Aprii la porta della sua camera e lo vidi alzarsi dal letto di scatto, sorpreso di vedermi lì.
<È successo qualcosa?>
Mi chiese subito, venendomi incontro.
Lo raggiunsi davanti al grande specchio che troneggiava in mezzo alla sua stanza.
E aprii la mano, mostrandogli la sua statuina.
Lo guardai mentre la fissava, aggrottando la fronte.
<Come ce l'hai?>
Mi chiese curioso e preoccupato.
<Bruno... mi ha detto che gliele avevo chieste, ma io non ho la mia.
Ho cercato per tutta casa, ma non è saltata fuori. Solo la tua.>
Sentii la testa esplodermi di dolore.
<Dimmi che sai dove è...>
Lo guardai, mi resi conto solo in quel momento che lo avevo costretto con la schiena contro lo specchio.
Lo vidi abbassare lo sguardo e infilò una mano dentro la tasca dei suoi pantaloni: quando la uscì il palmo era serrato.
<Una volta mi dicesti che avresti voluto vedere se la nostra relazione, fragile come una Crisalide, si sarebbe potuta trasformare in una bellissima farfalla...>
Alzò lo sguardo su di me, sentendo poi la mano libera accarezzarmi una guancia.
Chiusi gli occhi per un attimo.
<Però adesso... ho paura... e se ti perdessi ancora giocando con la magia? Se potessi dimenticare tutto di me?
Non reggerei nuovamente la cosa.>
<Mi innamorerei di te di nuovo.>
Lo vidi arrossire, gli occhi diventare lucidi.
<Lascia che questa Crisalide si schiuda... ancora una volta.>
Mi attirò in un caldo abbraccio, cercando il mio viso subito dopo, baciandomi teneramente le labbra.
Lo ricambiai con una lentezza estenuante, attirandolo a me ancora di più, circondandogli il collo con le braccia.
Chiesi il permesso di entrare nella sua bocca e le sue labbra si schiusero.
Sentii il suo sapore, la sua calda lingua.
Lentamente aprii gli occhi e mi accorsi che mi stava fissando con occhi assottigliati e languidi.
Mi staccai da lui, le guance rosse.
<Ti amo, Camilo Madrigal.
Ti amerò sempre.>
Gli confessai, sulle sue labbra calde e accoglienti.
Lentamente vidi la sua mano schiudersi, dentro la statuina con le mie fattezze.
L'aveva sempre avuta lui.
<L'ho conservata come se fosse la cosa più preziosa che avessi.>
Disse con un filo di voce.
Allungai una mano e nel momento in cui la presi sentii le gambe cedermi, la testa mi pulsava forte, ma non lasciai la presa dalla statuina, portandola al mio petto, insieme alla sua.
Strizzai gli occhi, quel dolore mi stava togliendo il respiro, guardai Camilo un'ultima volta boccheggiando, prima di perdere i sensi.

-

POV[CAMILO]

Quando la vidi accasciarsi fra le mie braccia mi assalì il panico.
"NO.
NON DI NUOVO, NON COSÌ!"
La presi in braccio e iniziai a correre verso la porta che si aprì immediatamente, senza dover dire nulla, scesi le scale di corsa, chiamando Abuela, urlando il nome di Tio Bruno e di Julieta.
Vidi uscire tutti i membri della mia famiglia nel cortile interno, era già sera, la luna alta nel cielo era totalmente piena, mi voltai verso la finestra con la candela Magica, Abuela aveva difficoltà ad afferrarla, mi resi conto che la fiamma era più grande due volte del normale e i ghirigori della candela erano luminosissimi.
La Magia.
Quando finalmente riuscì ad afferrarla la vidi uscire dalla stanza e scendere le scale.
Intanto anche Tio Bruno si era precipitato su di noi.
<Cosa è accaduto?>
Mi chiese preoccupato.
<Ha preso in mano la sua statuina.>
Sentivo la mia voce rompersi ogni volta che cercavo di emettere un suono.
Guardai Tio Bruno.
<Ha detto di amarmi.>
Mi guardò preoccupato, alzai lo sguardo verso mia madre, cercando i suoi occhi, anche lei era preoccupata.
<Non appena ha preso la statuina si è sentita male...>
Il mio corpo era gelido, le mani sudate mentre la stringevo forte a me.
<Adagiala per terra.>
Disse Abuela.
Scossi il capo.
<Camilo... posala. Non sappiamo che effetto potrebbe avere la magia su di te.>
Sospirai, Abuela aveva ragione e lentamente la adagiai delicatamente per terra.
Le sistemai la mano sul petto, ma quando cercai di aprirla non ci riuscii, teneva strette le nostre statuine, serrate in una morsa.
Le lasciai lì e Abuela si avvicinò delicatamente.
<Brunito, se hai avuto una visione... è il momento di parlare.>
Alzai di scatto lo sguardo su mio Tio e vidi I suoi occhi farsi seri e risoluti.
Annuì.
<Cosa?>
Chiesi subito.
Non mi rispose.
Mi alzai, andando verso di lui.
<COSA NON MI HAI DETTO?>
Urlai contro mio zio che si fece piccolo piccolo, Luisa si interpose fra me e lui, mi sentii spezzare dentro.
Cosa non sapevo?
Mi voltai disperatamente verso di lei, per terra e vidi abuela avvicinare la candela alla mano libera, fargliela afferrare delicatamente e si spostò.
Fu un attimo: venne tutto avvolto da una luce gialla abbagliante, da che fu notte, divenne giorno e poi di nuovo il buio.

-

POV[T/N]

Sognai... tutto ciò che avevo perso, i miei ricordi, Camilo... Camilo...
I nostri momenti, il nostro amore, tutto quello che mi era stato portato via... i suoi occhi prima di dimenticarmi di lui, i suoi bellissimi occhi disperatamente innamorati... come avevo potuto dimenticare una cosa tanto importante?
Sentii la bocca schiudersi.
<...Camilo...>
Gli occhi bagnarsi, le lacrime scendere lungo le mie tempie.
L'aria tornare a riempire i miei polmoni, gemetti affaticata, la testa... la testa in fiamme.
Camilo... come aveva fatto Camilo a non perdere la ragione...
Il mio prezioso Camilo.
Strinsi la mano sul mio petto e infine mi alzai a sedere di scatto, affamata di aria, strizzando gli occhi, sbarrandoli subito dopo.
Mi sentii avvolta da due braccia calde che mi stringevano forte.
Persi l'equilibrio confusa.
L'odore di arancia mi pervase il corpo, fin dentro l'anima.
Camilo.
Singhiozzai, lasciando andare ciò che tenevo nella mia mano, andando ad aggrapparmi a lui.
<Camilo.>
Sussurrai piano, lui allontanò la sua testa di scatto.
Mi guardò preoccupato, anche lui gli occhi pieni di lacrime.
<Sai chi sono?>
Chiese spaventato.
Annuii, sorridendogli in maniera stanca subito dopo.
<Ti amo.>
Lo vidi trattenere il respiro, fiondandosi sulle mie labbra subito dopo, banciandomi ancora e ancora, staccandosi, guardandomi, accarezzandomi il viso asciugandomi le lacrime.
<Ricordo...>
Non riuscii a finire la frase che tornò a baciarmi.
<Tutto.>
Si fermò.
<Tutto?>
<Anche prima.>
Lo sentii sciogliersi in un pianto liberatorio che invase tutto il cortile interno.
Lo strinsi forte a me, cullandolo, mentre si lasciava andare.

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Piccola sorpresina, ho trovato un attimo per aggiornare!
Ci vediamo domani <3

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora