14.Nevar

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POV:[T/N]

Era passato ormai un mese da quando io e Camilo avevamo iniziato a frequentarci in segreto e inaspettatamente nessuno ci aveva ancora scoperto, a parte chi già era a conoscenza della cosa.
Avevamo continuato a vivere tranquillamente la nostra vita: uscivamo, frequentavamo gli amici, aiutavamo la Famiglia, stavamo insieme in maniera intima...
Camilo aveva migliaia di attenzioni per me, me ne rendevo conto anche nelle piccole cose, evitava, per esempio, di parlare di mio padre... erano ormai due settimane che non ricevevo sue notizie, ormai era inverno inoltrato e non era mai capitato che non si facesse sentire per così tanto tempo... la cosa iniziava a preoccuparmi e Camilo ne era ben consapevole.
Sospirai davanti alla mia cioccolata calda, Camilo mi guardò curioso, mentre beveva la sua dall'altro capo del tavolo della cucina.
Abbassò la sua tazza e ridacchiai quando vidi due baffi di cioccolato sopra le sue labbra.
<Ti sei sporcato... proprio lì!>
Indicai il contorno della sua bocca, andando poi a prendere un sorso.
<...Perché non vieni a pulirmi tu?>
Sorrisi maliziosa.
Mi allungai verso il tavolo e proprio mentre stavo per posare le mie labbra sulle sue, allungai una mano e gli attacchi un tovagliolo in bocca.
Vidi Camilo alzare un sopracciglio, non propriamente d'accordo col mio gesto, ma quando subito dopo entrò Pepa in cucina, portando con sè una certa carica di addobbi Natalizi, gli sorrisi divertita, avevo sentito qualcuno avvicinarsi.
Le punte delle sue orecchie diventarono rosse, quando sua madre si avvicinò a lui, guardandolo col tovagliolo in bocca.
<Ahi Mi Amor. Ti sporchi ancora come un bambino!
Come fai a starci dietro?>
Arrossii, non mi aspettavo una domanda del genere da Pepa.
<Dopo tutti questi anni è diventata la normalità. >
Le sorrisi, sentendo i sudori freddi.
Scosse il capo, mentre Camilo mise le braccia conserte, offeso.
Tornai a bere la mia cioccolata, sperando non mi venissero fatte altre domande.
<Abuela vuole che iniziamo ad addobbare Casita per il Natale, si aspetta l'aiuto di tutti.>
Sospirò, una nuvola preoccupata si addensò sul suo capo.
<Mi Niña, ancora niente notizie da Gustavo?>
Posò il cesto sul tavolo.
Scossi il capo, sentendo gli occhi velarsi di lacrime, ma mi trattenni, non volevo piangere davanti a Pepa e Camilo.
Vidi Pepa avvicinarsi a me, baciandomi il capo subito dopo.
<Vedrai che non sarà successo nulla, forse han perso le lettere.
Prova a scrivergli tu.>
<L'ho già fatto... ma non ho ricevuto alcuna risposta.>
Tornai a nascondermi dentro la tazza.
<Sta tranquilla.>
Detto ciò Pepa mi accarezzò la spalla  e uscì dalla cucina.
Sentivo lo sguardo di Camilo addosso e non potevo sfuggirlgli.
<Ti va di andare a mangiare da qualche parte stasera? Cibo e beveraggi verranno offerti dal sottoscritto!>
Mi piazzò un meraviglioso sorriso a cui non riuscii a dire di no.
<Va bene... ma non mi ubriacherò!>
<Questo è tutto da vedere!>
Ridacchiammo, sapeva perfettamente come tirarmi su il morale.

-

Nel pomeriggio aiutammo la Famiglia a sistemare la Casita con tutti gli addobbi natalizi, più che altro Isabela aveva fatto tutto il lavoro grazie al suo dono: aveva adornato di Stelle di Natale tutta la Casita, era una meraviglia!
Dieci giorni e sarebbe stato Natale, mi chiesi se mio padre mi avrebbe scritto per gli auguri almeno.
Sospirai nuovamente, mentre mi preparavo ad uscire: misi gli stivali pesanti neri, la gonna in lana color viola e il maglione dello stesso colore, infine mi avvolsi col poncho in lana rosso e la sciarpa dello stesso colore e aspettai Camilo.
Mi toccai i capelli sciolti... non avevo preso il cappello a casa mia ed effettivamente faceva davvero freddo, sarei dovuta a passare a prendere qualche indumento in più da casa nei giorni successivi.
Alzai lo sguardo alla scala quando sentii qualcuno scenderla: Camilo era già avvolto nel suo poncho giallo e aveva un cappello di lana arancione col ponpon che a stento riusciva a contenere i suoi bellissimi capelli.
<Sicuro che il cappello non stia per esplodere?>
Ridacchiai, Camilo per tutta risposta mi fece la linguaccia e una volta che fu vicino a me, prese i lembi della mia sciarpa e me l'avvolse meglio, avvicinandomi poi a sè.
<Stasera ti faccio divertire, andiamo di nuovo all'Argentino.>
<Tu mi vuoi ubriaca a ballare sui tavoli.>
Annuì in maniera vigorosa e divertita e subito dopo Casita aprì la porta d'ingresso per farci uscire.
Camminammo per qualche minuto, fin quando non fummo davanti al locale.
Mi scambiai un'occhiata d'intesa con Camilo e prima di entrare gli presi una mano, fermandolo.
<Grazie... >
Sapeva perfettamente a cosa mi riferissi e lui per tutta risposta mi tirò a sè abbracciandomi, un abbraccio caldissimo rispetto al freddo circostante.
Ricambiai l'abbraccio e quando si staccò mi sorrise dolcemente.
<Adesso Entriamo, voglio vederti davvero ballare sui tavoli stasera!>
Mi trascinò dentro.
Pur essendo un locale di carne Argentina, la musica suonata dal vivo era praticamente Colombiana, era molto caldo e piacevole come posto e soprattutto aveva la sangria gratis e buonissima!
Iniziammo a mangiare carne e a bere caraffe su caraffe di Sangria, a metà cena mi sentivo già brilla e anche Camilo mi sorrideva costantemente.
Era bellissimo.
Stavamo mangiando la seconda bistecca con patate, quando partì una canzone che sapevo perfettamente piacere tantissimo a Camilo.
Lo vidi sbarrare gli occhi sorpreso e mi guardò subito dopo tutto contento.
Risi, sapevo già che si sarebbe messo sicuramente a ballare ed infatti si alzò in piedi, attirando l'attenzione di alcune persone che stavano cenando agli altri tavoli.
Iniziò a muoversi al ritmo con tutto il corpo, a muovere sinuosamente le mani a fare qualche piroetta su sé stesso, avvicinandosi un po' all'orechestrina, era così bravo che fece gasare pure i musicisti.
Lo guardai ammaliata, mentre prendevo un'altra bicchiere di Sangria mandandolo giù, era pure bravissimo.
Arrossii e lo vidi inziare ad avvicinarsi a me a ritmo di musica.
Quando mi fu vicino mi prese per mano.
<N-no Camilo...>
Mi trascinò su di sé, senza lasciarmi andare e mi condusse in quella danza.
<Sono... tutta brilla...>
<Shhh>
Ridacchiò, mentre sentivo un suo braccio passarmi intorno alla vita, mentre col bacino mi invitava a seguire i suoi movimenti.
Sospirai, sentendo le mie orecchie diventare rosse e con una mano, afferrai un lembo della mia gonna per seguirlo meglio in quella danza.
Vidi il suo sguardo dapprima sicuro, iniziare a sciogliersi, divenendo  sempre più malizioso ogni qual volta che i nostri bacini venivano a contatto o si sfioravano; mi lasciò per poi piroettarmi intorno, muovendo le sue mani in maniera elegante, per poi riaffermarmi.
Mi aveva ammaliato.
Quando l'orchestra finì di suonare lui mi attirò a sè, baciandomi davanti a tutti.
Non ebbi la forza, nè la voglia di oppormi, mi sciolsi fra le sue braccia, mentre sentivo i suoi ricci accarezzarmi il viso.
Gli misi una mano sulla nuca e lentamente gli morsi il labbro, sentendo la voglia montarmi dentro.
Non sapevo se era l'alcol o colpa di Camilo, ma volevo andare via con lui immediatamente.
Mi staccai, con le gote arrossate e lo guardai negli occhi.
Parve capirmi al volo.
Andammo al tavolo e dopo essersi bevuto un altro bicchiere di Sangria lasciò i soldi sul legno e prendendomi per mano mi trascinò fuori dal locale, tenendomi come se potessi scappare via da lui
Mi accorsi che stava iniziando a nevicare.
<Camilo... nevica.>
Mi tirò nuovamente a sè e riprese a baciarmi profondamente, mentre mi stringeva forte.
Si staccò, sentivo le labbra gonfie e il cuore andare velocissimo.
<Ho solo voglia di guardare te in questo momento... non mi porta di altro.>
Sentivo la testa annebbiata, il freddo mi colpiva la faccia calda e rossa eppure non sentivo per nulla bisogno di coprirmi ulteriormente.
<Andiamo a casa mia.>
Riuscii solo a formulare quella frase, guardandolo lasciva.
Lo vidi diventare rosso, mentre gli occhi diventarono due pozze liquide  traboccanti di desiderio.
Quando fummo davanti casa mia aprii la porta di corsa, entrammo dentro ed ebbi il tempo solo di richiudermela dietro perché Camilo mi prese in braccio al volo.
<Mi Princesa>
Mi sussurrò ad un'orecchio.
Mi ressi a lui, tremando, non era la sangria a farmi questo effetto.
Era lui.
Si sedette sul divano ad isola con me addosso e lentamente mi misi a cavalcioni su di lui, mi tolsi il poncho e poi afferrai il suo togliendolglielo immediatamente.
Afferrai il suo cappello, lanciandoglielo in qualche punto imprecisato della casa, mentre lui afferrava la mia sciarpa, sfilandomela via e lasciandola cadere per terra, ai nostri piedi.
Ci guardammo per un attimo e poi iniziò a baciarmi il collo, sensuale e dolce, facendomi avvertire la sua lingua e i suoi denti; sospirai pesantemente, andando poi a sbottonargli la camicia da sotto il maglione, lo volevo subito, non sarei riuscita ad aspettare oltre.
Con quella danza sensuale mi aveva totalmente mandata fuori di testa, ero sua.
Poteva farmi ciò che desiderava, nessun ragazzo era mai riuscito a prendermi tanto a farmi sentire in questo modo.
I sentimenti per Camilo ormai erano totalmente mutati, provavo anche io quello che lui provava per me, avrei solo dovuto confessarglielo, anche se era palese.
Si staccò dal mio collo per togliersi il maglione, quando io finii di sbottonargli la camicia, si sfilò pure quest'ultima, rimanendo a petto nudo.
Lo guardai e lentamente scesi con lo sguardo sul cavallo dei pantaloni.
Scivolai via dal suo corpo perfetto, prima che potesse agguantarmi e posizionandomi fra le sue gambe sbottonai pure i pantaloni.
Mi leccai le labbra e mi tolsi il maglione ingombrante insieme alla maglietta sottostante, rimanendo a seno scoperto.
Subito dopo gli abbassai  l'intimo, insieme ai pantaloni, scoprendo il suo desiderio bollente e duro.
Alzai lo sguardo, non glielo avevo mai fatto prima e questo mio essere disinibita a causa dell'alcol mi stava aiutando... era da tanto che volevo farlo.
Lo vidi arrossire, ma non mi fermò, sapevo quanto lo desiderasse... era evidente.
Lentamente lo leccai partendo dalla punta, scendendo giù, lo sentii gemere e sospirare e quando fui soddisfatta glielo presi in bocca.
Si inarcò sotto quelle mie attenzioni, sospirando ogni qual volta la mia testa si sollevava, scendendo su di lui.
Mi applicai per dargli piacere, sentendo poi una sua mano accarezzarmi il capo, accompagnandomi gentilmente in quel movimento.
Quando lo sentii quasi per arrivare mi fermai, avevo troppa voglia per fermarmi solo a quello.
Lo desideravo.
Lo guardai nuovamente, aveva il capo gettato all'indietro sul divano e lentamente tornò a guardarmi interdetto.
Mi alzai allora e lentamente mi tolsi la gonna, facendola scivolare sul pavimento, insieme all'intimo.
Rimasi nuda con solo gli stivali addosso.
Mi piegai allora, togliendomeli lentamente, beandomi del suo sguardo sul mio corpo.
Era palese che stesse per esplodere.
Mi avvicinai su di lui e subito le sue mani fuorno sui miei fianchi, mi morsi il labbro inferiore.
<Camilo... dimmi che ti sei portato dietro la protezione...>
Parlavo lentamente, ero totalmente in balia dell'alcol e del desiderio.
Lo vidi prendere i pantaloni e dopo aver cercato nelle tasche tirò fuori ciò che ci serviva.
<Sei davvero... davvero un cattivo ragazzo.>
Glielo sfilai dalle mani mentre parlavo e lentamente glielo sistemai.
Non aspettai oltre e mi adagiai lentamente su di lui.
Sospirai pesantemente, sentendolo dentro di me, era una sensazione meravigliosa.
Iniziai a muovermi quando sentii nuovamente le sue mani sui miei fianchi, che mi stringevano quasi come se volessi scappare.
Avevo un ritmo lento, estenuante...
<Voglio...
Voglio sbatterti contro il muro...>
Arrossii, Camilo agganciò il suo sguardo al mio e sentii come se mi avesse letto dentro, nei miei desideri più reconditi e oscuri.
Mi prese, rimanendo ancora dentro di me e sollevandosi mi sbattè davvero contro il muro.
Gemetti di piacere e sorpresa, mentre iniziò ad affondare in me inchiodandomi, facendomi gemere ancora e ancora, aumentando le spinte.
Mi aggrappai alle sue spalle, cingendogli la vita con le gambe, aumentando il ritmo e la forza.
Urlai di piacere, sentendomi arrivare e dopo poco mi raggiunse pure lui.
Ansimavamo l'uno contro la pelle dell'altro e lentamente ci accasciammo a terra.
Non avevo mai provato nulla di simile in vita mia.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora