34.Rubí

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POV[T/N]

<Camilo... perché non la pianti di bere così tanto ogni volta che usciamo?>
Chiesi con tono piccato, allungandomi sul tavolo del ristorante argentino.
Era una calda sera estiva e  il ristorante era pieno a tappo.
<Sssshhhh.>
Alzai un sopracciglio, anche io ero brilla, ma sapevo ancora ragionare.
<Dobiamo feshtegiare!>
Mi portai una mano in viso, era andato, totalmente andato.
Lo vidi afferrare di nuovo il bicchiere, colmo di Sangria, per un altro brindisi:
<Un anno che sei tornata da me!>
Non riuscii a trattenere una risatina, era ubriaco, ma anche così si ricordava il perché di quella uscita; brindai pure io insieme a lui contenta, tracannando un altro bicchiere di Sangria.
<Sai sempre che punti toccare per farmi crollare...>
Lo vidi assottigliare lo sguardo, sporgendosi in maniera precaria verso di me.
<Scerto che lo sho... Mi Princesa!>
Lo vidi arrossire subito dopo, mentre scendeva con lo sguardo a fissarmi le labbra insistentemente.
Non lo feci aspettare e lo baciai sulle labbra, sentendo il sapore della Sangria.
Mi staccai da lui poco dopo, aveva un sorriso beato stampato in faccia.
Era passato un anno dagli eventi che mi avevano visto riacquistare la memoria che avevo perso e Camilo aveva insistito tanto per festeggiare questa sorta di "anniversario", sapevo già come sarebbe andata a finire nel momento in cui mi aveva proposto l'argentino.
<Camilo, basta, non posso trascinarti ogni volta!>
Gli tolsi da sotto il naso il boccale di Sangria, abbracciandomelo.
<Mmm Le due cose che amo di più... inshieme.>
<Non so se essere lusingata o meno per quello che hai detto.>
Ci guardammo negli occhi, scoppiando a ridere subito dopo.
Adoravo quella nostra complicità, una cosa che, durante il periodo della mia amnesia, mi era mancata.
<Andiamo da te?>
Mi chiese inaspettatamente.
Mio padre era fuori città e tornare alla Casita in quelle condizioni... non era proprio una buona idea.
Annuii e lo vidi alzarsi di botto per poi barcollare in avanti, non cadde a terra solo grazie al tavolo.
Scossi il capo sospirando e, facendo il giro, lo presi da sotto l'ascella, facendo passare il mio braccio come sostegno.
<Sei proprio un ubriacone...>
<Disse la spugna!>
Alzai gli occhi al cielo e, dopo aver messo i soldi sul tavolo, me lo trascinai via.
Fuori l'aria era fresca fortunatamente, complice anche l'ora tarda, i grilli frinivano incessantemente, adoravo quel suono... lo associavo all'estate e l'estate mi ricordava lui...
Guardai Camilo di sottecchi, ma lui parve accorgersene e ricambiò il mio sguardo, anche se con uno poco sveglio.
<Shei ammaliata dalla mia belleza?>
<Si, Camilo Madrigal, mi stavo proprio chiedendo come uno come te possa volete una come me!>
Fui abbastanza teatrale da farlo ridacchiare.
<Shai...>
Disse a bassa voce, quasi come fosse una confidenza dettata dall'alcol:
<Io mi chiedo shempre la stessa cosha... ma al contrario.>
Sentii il mio viso diventare rosso e un sorriso felice nascere sul mio viso.
<Sei un latin lover pure da ubriaco...>
Distolsi lo sguardo e quando finalmente fummo davanti casa mia, aprii la porta, richiudendola subito dopo quando fummo dentro e ci trascinai nella mia stanza al piano superiore.
Lo gettai di peso sul letto, stanca morta e lo guardai abbracciare un cuscino.
<Bashiami...>
Iniziò a sbaciucchiarsi la federa, non potevo credere ai miei occhi... e io che pensavo avremmo passato una folle nottata di coccole e "robe".
Sospirai, portandomi i capelli indietro e quando lo vidi abbracciare forte il cuscino sorrisi, era davvero carino anche così.
Andai a prendere una camicia da notte leggera dentro l'armadio e dopo essermi spogliata me la misi, raggiungendolo poi sul mio letto.
<Se hai finito con quello...>
Indicai il cuscino.
<Ti va di stringere me?>
Lo vidi guardarmi, gli occhi sottili e languidi.
Annuì, gettando il cuscino alle sue spalle poco dopo.
Non stava scherzando: si tolse la maglia e si avvicinò a me, tirandomi sul suo petto, costringendomi a stirarmi accanto a lui, poggiando il mio viso su di esso; potevo sentire il suo cuore battere veloce.
<Camilo sai... anche se sei ubriaco, sei davvero dolce... e... e...>
Lo sentii russare.
Sbattei un paio di volte le palpebre perplessa e poi alzai lo sguardo: si era addormentato con la bocca aperta.
Non potevo crederci, avrei voluto svegliarlo a suon di pizzocotti!
Indugiai un poco sul suo viso con lo sguardo... sembrava così rilassato...
I mesi successivi al mio recupero di memoria per lui non erano stati semplici; aveva avuto molto spesso degli incubi, sul fatto che perdessi nuovamente tutti i miei ricordi: a volte si svegliava ansante e sudato e mi cercava disperatamente per avere conforto, io lo stringevo a me, rassicurandolo, raccontando tutto ciò che mi ricordassi di lui.
Vederlo così adesso mi fece improvvisamente sorridere dolcemente... per quella notte lo avrei lasciato riposare, ma la mattina seguente... mi avrebbe decisamente sentito!

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora