31.Bésame

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POV[T/N]

Cercai di allontanarmi da Alonso, ma lui mi teneva per la nuca e le mie gambe erano molli a causa dell'alcol.
Era vero: quando bevi la Sangria non sai mai quanto sei ubriaco... fin quando non provi ad alzarti e io di Sangria ne avevo bevuta un sacco.
Strizzai gli occhi quando sentii la sua lingua sulle mie labbra, intorno a noi solo silenzio, sapevo che ci stavano guardando tutti.
Gli morsi il labbro inferiore così forte che sentii il suo sangue e poi il suo gemito di dolore, ebbe solo il tempo di staccarsi da me che vidi Camilo su di lui come una furia.
Si era lanciato e gli stava sopra a cavalcioni, non aveva nemmeno cambiato aspetto per difendersi.
Vidi Alonso ridere e bloccargli le braccia con le mani.
<Che vuoi Camilo, non ti basta Estela?
Sei sempre il solito egoista... le ragazze vanno divise!>
Sentii come un ringhio frustrato provenire dalla bocca di Camilo.
Guardai immediatamente Luisa, che colse subito il mio sguardo, si alzò e li divise, strappando Camilo dal corpo di Alonso, trattenendo suo cugino da sotto le ascelle.
In tutto questo Sandro si ridestò confuso da tutto il trambusto che avevamo creato.
<Che diavolo è successo?>
Il mio sguardo saettò tra lui e Alonso e subito dopo mi fermai su Estela, era agitata.
Quando incontrò i miei occhi li abbassai, mi sentivo colpevole.
Alonso si asciugò il sangue sul labbro.
<Be Sandro... credo che qui qualcuno ci stia nascondendo qualcosa.>
Camilo che cercava di divincolarsi dalla presa di sua cugina.
<Lasciami Luisa, gli tappo la bocca a quel pedazo de mierda!>
Ma Luisa lo trattenne con più risolutezza, Antonio si era invece aggrappato a Mirabel.
Isabela era alticcia e confusa.
<Estela dai, tu davvero pensi ancora che Camilo non se la scopi?>
Avvampai, non potevo credere a quello che stavo sentendo.
<Alonso smettila...>
Lo pregò Sandro.
<Anche tu, dai... che fesso.>
Lo vidi raggiungermi nuovamente, mi tirai su in piedi, appoggiandomi all'albero dietro di me.
<Baciami, dimostra a tutti che non hai nessun problema a farlo davanti a lui.>
Indicò Camilo, ancora tenuto da Luisa.
<E perché dovrei?
Hai già fatto i tuoi comodi qui!>
Ero fuori di me, avrei voluto tirargli un pugno in faccia.
<Ragazzi dai... siamo brilli, state esagerando.>
Cercò di calmare le acque Mirabel.
<Allora bacia Sandro.>
La sua vice fu lapidaria.
Mi sentii sbiancare, non avevo nessuno scusa per non farlo.
Lasciai scivolare il mio sguardo fra i tre ragazzi, Camilo guardava Sandro adesso, sapeva che non avevo nessuna scusa.
<Non gioco coi sentimenti delle persone, non provo quel tipo di sentimento per te Sandro... mi dispiace.>
Dissi, voltandomi desolata verso di lui.
Lo vidi diventare rosso e rattristarsi, non riusciva a nascondere i suoi sentimenti da ubriaco, mi fece tenerezza.
Stava andando tutto male, di nuovo.
<Adesso scusatemi... preferisco non rovinarvi ulteriormente la giornata. L'ho già fatto la volta scorsa, vorrei evitare di nuovo...>
Feci per andarmene, ma Alonso mi prese per un polso.
<Smettila adesso.>
Intervenì Mirabel.
<Sei tu che ci stai rovinando il picnic, stupido imbecille.>
Gli tirò addosso una mela, che lo colpì diritto in fronte, ma non mi mollò.
<Lasciami andare.>
Sputai quelle parole fra i denti, nervosa e stanca, l'alcol che mi stava facendo scoppiare la testa.
<Luisa, Lasciami!>
Sentii Camilo protestare e alla fine lo lasciò andare.
Lo vidi arrivare accanto a me, cingermi la vita e strattonarmi via da lui con forza.
Alonso mollò la presa sorridendo soddisfatto.
<Giuro che  se le metti di nuovo un dito addosso ti spacco la faccia.>
Lo guardai agitata, Estela era rimasta seduta, ammutolita.
<Camilo...>
Lo chiamai piano.
<Sta zitta, ho sopportato pure troppo! vedere la ragazza che amo trattata così.
Se qualcuno ha qualche problema con la questione, se ne faccia una ragione.
Questo gioco non mi sta più bene.>
Detto ciò guardò tutti i presenti e senza aggiungere altro mi portò via con sè.

-

POV[CAMILO]

Tenendola salda a me la portai via da quel manicomio, sapevo che avevo lanciato una bomba ma non mi importava.
Avevo sopportato le lagne di Estela solo per lei, le avances, le sue mani, tutto; ma quando vidi Alonso baciarla... quell'immagine...
Al solo pensiero sentivo il sangue ribollire.
<Camilo...>
Continuai a camminare fra gli alberi e i cespugli.
<Camilo...>
Sentii tutto ad un tratto un peso accanto a me, mi fermai e la vidi con le gambe cedevoli, si stava accasciando a terra.
Fu come risvegliarsi di botto.
<S-scusami!>
La raggiunsi e la feci appoggiare alla mia spalla, aveva il fiatone.
Le accarezzai il capo, desolato.
<Tutto bene?>
Scosse il capo.
Le presi allora il mento e lentamente le alzai il viso, aveva gli occhi lucidi e qualche lacrima le stava già rigando il viso.
<Rovino sempre tutto.>
Mi disse con un filo di voce, singhiozzando subito dopo.
<No... è colpa mia. Avrei dovuto subito mettere in chiaro le cose, sia con i ragazzi che con Estela.>
La vidi arrossire.
Le guardai le labbra... le aveva baciato Alonso... le aveva rubato un bacio...
Mi sentii nuovamente la rabbia montare.
<Lo ammazzo.>
Mi prese il polso con cui le tenevo il mento.
Sospirò pesantemente,  sembrava stanca o forse era ancora l'alcol.
<Baciami.>
Mi disse, con un filo di voce.
Non me lo aspettavo.
Sentii la sua mano accarezzarmi il polso.
<Perché me lo stai chiedendo?>
La vidi arrossire, ma non distolse lo sguardo dai miei occhi, sembrava potessi nuotarci dentro, talmente erano liquidi e profondi.
Esitò, provando a baciarmi subito dopo, ma la scansai, sentii un sorriso sghembo e divertito nascere sul mio viso.
Mi avvicinai al suo orecchio.
<Voglio sapere perché me lo chiedi...>
Fremette e a me salì la voglia di mettere le mie mani ovunque sul suo corpo.
<Toglimi il suo sapore.>
Sussurrò imbarazzata, guardandomi ancora.
Non me lo feci ripetere due, quella frase mi aveva eccitato più del normale.
Mi avvicinai al suo volto e lentamente iniziai a leccarle le labbra, prima quello superiore e poi l'inferiore, con una lentezza estenuante.
La sentii trattenere il respiro e poi sospirare calda contro il mio viso, come avevo potuto permettere che le labbra di qualcun altro si posassero sulle sue?
Mi sentii tremendamente in colpa, mi ero accorto di cosa Alonso stesse cercando di fare eppure...
Eppure avevo atteso, troppo ingenuo forse per pensare che avesse avuto il coraggio di farlo davvero, avevo sbagliato a valutare la situazione e lei c'era andata di mezzo.
La intrappolai tra la corteccia dell'albero e il mio corpo, aprì lentamente gli occhi languidi e quando si rese conto di quanto fossimo l'una sull'altro sussultò.
Con la mano che non le teneva il viso le strinsi la vita, affondando le dita nella sua carne, sopra il vestito leggero.
Faceva caldo... o forse ne sentivo così tanto a causa sua.
Insinuai la mia lingua nella sua bocca, che subito fu trovata dalla sua.
La succhiai, la perlustrai millimetro per millimetro, fui grato che Alonso non l'avesse provata... non avrei potuto sopportare che la violasse così tanto.
La sentii mugolare, contro le mie labbra, il corpo totalmente abbandonato.
Avrei voluto prenderla lì, contro quel tronco... ma sarebbe stato troppo pericoloso.
Mi staccai da lei con uno schiocco, la vidi ansimare.
<Camilo...>
<Non... non chiamarmi così, ti prego... sto cercando di trattenermi dal farti mia, qui e ora.>
Una spallina del suo vestito le cadde via dalla spalla.
Non riuscii a trattenermi e mi fiondai sul suo collo come un vampiro famelico, quella spallina aveva fatto scattare qualcosa in me...
Le morsi il collo, sentendola gemere, mentre la mia mano risalii sul suo seno, toccandolo, massaggiando da sopra il tessuto leggero.
Avevo bevuto pure io, eppure pensavo di poter mantenere un certo autocontrollo, ma con lei... era impossibile.
<Dimmi che sei solo mia.>
Sussurrai alla base del suo collo, prima di riempirlo di morsi e leccate.
Il suo profumo di lavanda mi faceva letteralmente voglia di morirle addosso.
<... Sono solo tua, Camilo.
Tua... e di nessun altro.>
Me lo disse fra gli ansimi e i gemiti.
Era magnifica.
Tornai sulle sue labbra e le accarezzai lentamente col mio pollice.
<Dimmelo ancora...>
La pregai.
Mi guardò totalmente persa in quelle attenzioni che le stavo dando.
Era così rossa in viso e le labbra così gonfie... colsi la differenza del suo viso tra quello che mi mostrava ad ogni nostro bacio e quello che Alonso le aveva preso senza consenso.
Era così evidente che mi volesse.
<...Sono solo tua.>
<Ed io sono solo tuo.>
Ripresi a baciarla, la pelle ormai calda e sudata, insieme alla sua.
Avrei voluto continuare così all'infinito, fino a consumarci contro quell'albero.

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Buona sera a tutt* sono sempre io, la vostra Beniora!
Spero che la storia stia continuando a piacervi, sono contenta di leggere i vostri commenti e rispondervi <3
Volevo avvisarvi che domani sarà molto difficile che riesca a far uscire almeno un capitolo, ci proverò, ma con molta probabilità riprenderò a pubblicare da giorno 26!
Passate una bella serata e grazie ancora!!!

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora