7.Escalada

1.2K 100 14
                                    

POV:[T/N]

Quando mio padre quel pomeriggio tornò dal suo viaggio di lavoro, mi venne a prendere direttamente alla Casita dei Madrigal.
Pepe e Julieta lo abbracciarono contente che fosse tornato sano e salvo dal suo ultimo viaggio e quando fu libero dalla prese delle due donne, si fiondò su di me, alzandomi per aria.
<Mi vida, Mi Niña!>
Mio padre era un uomo robusto e forte, coi suoi capelli ricci e neri e gli occhi azzurri e limpidi, riusciva ancora a sollevarmi in aria come se avessi ancora sei anni.
Mi appesi al suo collo, sorridendo felice.
<Papa, mi sei mancato tantissimo!>
Mi posò per terra, prendendomi il viso fra le sue grandi mani.
<Allora, come sta la mia figlia adorata? E Arturo?>
Calò il gelo e con lo sguardo vagai per il cortile della Casita, fin quando non incontrai lo sguardo di Camilo, arrossimmo entrambi.
<Beh ecco... diciamo che preferiva la figlia del calzolaio...>
Mio padre ci penso un attimo,  storcendo subito dopo la sua espressione in disgusto.
<Hai fatto bene a mollarlo, le persone senza buon gusto non fanno al caso tuo.>
Ridacchiai, vedendo Julieta avvicinarsi:
<Gustavo, ti fermerai tanto ad Encanto?>
Vidi lo sguardo di mio padre vagare, sembrava preso in contropiede da quella domanda.
<In realtà...>
Mi guardò per un attimo tentennando.
<Mi Vida, fra qualche giorno dovrò ripartire e probabilmente mancherò per tutto l'inverno.>
Rimasi di stucco.
<Ma... non sei mai stato via per così tanto tempo...>
Non riuscii a nascondere il disappunto, di solito passavamo le vacanze Natalizie insieme, come una vera famiglia...
Vidi lo sguardo di mio padre rattristarsi, mentre prendeva i miei bagagli.
<Ne parleremo a casa tesoro... adesso salutiamo.>
Baciai Pepa e Julieta e con la mano feci cenno a Camilo che mi salutò prontamente.
Uscii dalla Casita insieme a mio padre, guardandolo atterrita.
Una volta a casa nostra posai tutto nella mia stanza e una volta arrivata in salotto mio padre aprii uno dei suoi bauli, mostrandomi dei meravigliosi abiti solo per me.
<Papa...>
Andai a guardarli e a toccarli, erano di una qualità sopraffina e i colori erano meravigliosi, mi alzai andando ad abbracciarlo, sospirando subito dopo.
<Papa... più che i vestiti, che sono bellissimi, io... vorrei averti qui per l'inverno.
Non me ne faccio nulla di questi se tu non sei qui con me a vedermeli addosso.>
Sentii la sua mano calda e forte accarezzarmi il capo, per poi abbassarsi e darmi un bacio delicato sulla fronte.
<Mi Niña, ti prometto che quando tornerò staremo insieme per tanto tempo. È un grosso affare, se tutto va bene potrei passare con te tutta la primavera e l'estate.
Che ne pensi?>
Mi si illuminarono gli occhi e lo strinsi fortissimo a me.
<Se non manterrai la promessa non ti farò più mettere piede in questa casa!>
Lo guardai seria per un attimo e poi scoppiammo entrambi a ridere.
Quella sera cenammo insieme, gustando le  prelibatezze esotiche che aveva portato dal suo ultimo viaggio, aveva portato così tanta roba che inevitabilmente sarebbe finito tutto nelle cucina dei Madrigal.
Finito di cenare e di ascoltare i racconti di mio padre, uno più fantastico dell'altro, mi concedai ed andai in camera.
Chiusi la porta e dopo aver acceso il lumino, lentamente mi spoglia, mettendomi la camicia da notte.
Stavo per infilarmi sotto le coperte pesanti, quando sentii qualcosa tintinnare alla mia finestra, ebbi il tempo di avvicinarmi che vidi dei sassolini schiantarsi contro quest'ultima, feci un passo indietro sorpresa, per poi avanzare nuovamente, aprendo lentamente la finestra; guardai sotto e con mia grande sorpresa vidi una figura ammantata da un poncho giallo pesante.
<Camilo?>
Lo chiamai piano, con tono sorpreso ma felice.
Lui alzò immediatamente il capo, togliendosi il cappuccio e venne sotto il mio balcone.
<Señorita, siete un encanto stasera!>
Arrossii e scossi il capo.
<Che ci fai qui a quest'ora?>
<Mi mancavi.>
Sentii il corpo avvampare, fortunatamente al buio si vedeva poco.
Gli sorrisi dolcemente.
<Posso salire?>
Sbattei un paio di volte le palpebre.
<Che gli dico a mio padre, scusa?>
Lo sentii ridacchiare e scuotendo il capo, venne più vicino al mio balcone.
<Ricordati che sono un Madrigal,  per me nulla è impossibile!>
Sentii un rumore strano provenire da sotto il mio balcone e ad un certo punto vidi i rampicanti di casa mia, staccarsi dal muro, formando una sorta di rete sotto il mio balcone, pronta per essere scalata.
<Grazie Isabela,  ti devo un favore!>
Guardai poco più in là, dove Camilo si era rivolto e vidi due figure darmi la schiena e percorrere la strada verso la Casita, l'altra sembrava Mirabel.
<Tu sei pazzo!>
Sussurrai mentre lo vedevo scalare il rampicante.
<Hai coinvolto pure le tue cugine... cosa penseranno?>
Continuai imbarazzata.
Quando Camilo fu faccia a faccia con me, oltre il balcone mi chiese:
<Posso, Mi Princesa?>
Avvampai e stavolta se ne rese conto pure lui, perché lo vidi diventare color peperone.
Feci un passo indietro:
<Prego...>
Balzò sul mio terrazzino e quando si fu sistemato mi sorrise, come un gatto malizioso.
<Le mie cugine sanno tutto... già da prima che ce ne accorgessimo noi due!>
Sussurrò,  guardandosi attorno.
<Tuo padre?>
<Dovrebbe essere giù a sistemare... poi dovrebbe andare a dormire.>
Andai verso la finestra, chiudendola.
<Non mi aspettavo questo comportamento così... audace. Se mio padre ti becca qui farà due più due e ti tirerà il collo!>
Lo sentii ridacchiare, andando poi a toccarsi il collo lungo e liscio.
<Te l'ho detto che mi mancavi... non avrei potuto aspettare due giorni prima di vederti.>
Per un attimo mi rattristai e Camilo parve accorgersene, venne verso di me e mi abbracciò.
<Mi dispiace davvero tanto... ma vedrai che il tempo passerà in fretta e nel giro di poco sarà primavera!>
Ricambiai il suo abbraccio, posando il mio viso sul petto di Camilo,  faceva un buonissimo odore.
Lentamente mi alzai sulle punte e sporgendomi un poco gli diedi un bacio sulle labbra, era la prima volta che ero io a fare quel passo, da quando la sera precedente mi aveva baciato.
Lo sentii sussultare sorpreso e poi si sciolse fra le mie braccia,  andando ad accarezzarmi i fianchi e la vita.
Dischiusi le labbra, sentendomi calda nei punti in cui Camilo mi toccava e lentamente andai a mordergli il labbro inferiore  per poi staccarmi un attimo.
Ci guardammo negli occhi intensamente, fin quando non sobbalzammo spaventati, quando mio padre bussò alla porta.
<Mi vida, aprii che ti do il bacio della buonanotte!>
Guardai Camilo terrorizzata e gli indicai il mio letto.
Mi fece cenno di no col capo e immediatamente vidi il mio armadio, lui capì al volo e ci si fiondò dentro poco prima che mio padre potesse aprire la porta.
<Mi Vida, che stai facendo a quest'ora?>
<Oh... stavo... stavo sistemando l'armadio per far spazio ai vestiti nuovi che mi hai portato, così domani potrò sistemarli in maniera ordinata!>
Gli sorrisi dolcemente e lui ricambiò, avvicinandosi a me.
Mi diede un altro abbraccio e poi mi posò un bacio in fronte.
<Mi raccomando, vai a dormire presto!>
Annuii e quando lo vidi uscire andai subito vicino alle ante dell'armadio:
<Camilo?>
Sussurrai,  ma non ebbi risposta.
<Camilo...>
L'anta dell'armadio si aprì e fui tirata dentro dalla mano di Camilo, che richiuse l'anta subito dopo.
Eravamo al buio e il mio corpo era totalmente incastrato e spalmato contro il suo.
Non capii nulla, sentivo solo il suo profumo di arance e i suoi capelli ricci e morbidi solleticarmi il viso.
<Mi Princesa...>
Sentii il viso farsi caldo, mentre sentivo il suo fiato spostarsi sempre più giù, sentendolo sul mio collo.
<Non... non mi avevi mai chiamata così...>
Sussurrai, sentendo il mio respiro diventare più pesante.
<Inizia a farci l'abitudine allora...>
Mi rispose in maniera maliziosa e sentii poi iniziare a baciarmi il collo; mi venne la pelle d'oca, mi stava solo baciando e già il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili.
<Camilo... mio padre...,>
<...Già... è andato via... e tu che mi volevi far mettere sotto il tuo letto... che pessima idea.>
Con una mano lo sentii accarezzarmi l'altro lato del collo, mentre tornava a baciarmelo.
Chissà se si era comportato così anche con le altre ragazze... ora capivo perché tutte cadevano ai suoi piedi.
<Camilo...>
Sussultai quando sentii la sua lingua sulla mia pelle e cercai di allontanarmi, per prendere fiato.
<A-Aspetta...>
Si fermò alzando lo sguardo verso di me.
<Dimmi.>
Lo guardai interdetta, ma con occhi languidi.
In realtà avrei voluto che continuasse all'infinito con quelle sue attenzioni...
<Non voglio che... che pensi...>
<Che tu sia una delle tante? Una facile?>
Annuii e lentamente Camilo aprì l'anta dell'armadio.
Mi spinse fuori con delicatezza e quando riuscii finalmente a guardarlo vidi il suo volto cupo.
<Se avessi pensato che eri una facile... non avrei aspettato così tanto tempo per farmi avanti.
Forse non lo hai ancora capito... ma io non ho nessuna intenzione di lasciarti ancora al primo che passa.>
Fece un passo verso di me, mettendomi un braccio intorno alla vita, abbassandosi sul mio orecchio.
<Se credi che con le altre abbia fatto tutte queste pazzie... ti sbagli di grosso.>
Sentii i brividi corrermi lungo la schiena, non riuscii a fermarlo che lo vidi aprire la finestra e scendere lungo il rampicante.
Mi mossi, ma ormai era troppo tardi.
Il buio lo aveva totalmente avvolto.

Chrysalis [CAMILO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora