Quasi aveva paura di fare quella chiamata: anche se non era assolutamente colpa sua, non si faceva sentire da parecchio e temeva la reazione di Yasmine.
Non si sorprese delle mani tremanti nel portarsi il telefono all'orecchio, non cercò nemmeno di calmarle.
Uno squillo, due squilli, tre...era tentata di riattaccare, ma si trattenne. Come poteva una semplice telefonata sembrare un'impresa epica?
«Pronto?» quanto era bello il suono della sua voce...
«Yas! Sono Viviane!» scoppiava di gioia.
«Viviane? Che fine avevi fatto?!» invece, sembrava felice di sentirla.
«Ecco...stasera riesci a passare a prendermi? Sono da Miguel...poi ti racconto tutto...» le tremava la voce.
«Oddio! Sì! Sei tornata!»
«Ah, Yas...non dirlo a nessuno, poi ti spiego»
«Promesso»
«Alle 19 pronta!»
Non sapeva descrivere il mix di emozioni che l'aveva colpita. Felicità, allegria, meraviglia e mille altre...
Entrò nella stanza di Miguel, tanto era sola in casa, e prese un paio di pantaloni e una felpa con cappuccio, poi uscì.
Fortuna che nell'autobus non c'erano controlli, perché si fece tutto il tragitto senza biglietto, dato che non aveva il coraggio di chiedere dei soldi.
Come sperato, trovò Robby allo skate park. Controllò che non ci fosse nessuno altro che la conosceva e si abbassò il cappuccio.
«Ehy Keene!» chiamò con le mani aggrappate alla rete metallica.
«Rav!» la salutò, fermando la tavola per raggiungerla.
«Come stai?» le chiese cordiale.
«Molto bene! Grazie a te...vorrei sdebitarmi, ma non so come...» ammise, con le guance che si tingevano lievemente di porpora.
«Ma che stai dicendo?! Va bene così, sul serio...lo avrei fatto per chiunque» sorrise sincero. Viviane non aveva mai messo in dubbio la sua bellezza, ma adesso la notava veramente: una bellezza delicata, armoniosa e per niente ostentata.
«Sicuro? Io...»
«Rav?» la interruppe con una mezza risata.
«Sì?...»
«Ho detto che va bene così» con la mano le scompigliò i capelli.
«Ehy!» protestò, fermandola.
«Sei carina così» alzò le spalle.
Tornando a casa, notò un volto familiare, uno che non vedeva da parecchio tempo, ma che le era stato, anche se per poco, amico.
La ragazza, che camminava con una borsa di flanella, aveva l'aria accigliata e rassegnata.
Contro ad ogni istinto, Viviane decise di raggiungerla, violando anche il suo principio base: non far sapere a nessuno che era tornata.
«Tory!» salutò con la mano, sorridendo.
«Viviane? È un po' che non ci si vede...hai un aspetto orribile» osservò, ma non con cattiveria.
«Lo so...lunga storia...dove vai?» chiese curiosa.
«A lavoro...mi hanno licenziata al sushi, ora faccio l'animatrice» sbuffò sonoramente.
«Non dovrei dirtelo, ma...mia zia tiene un posto riservato a me con gli orari flessibili. Sai, si sente in colpa per non ospitarmi credo...vai da lei e dille che sei mia amica» le sorrise. Non avrebbe ripreso comunque il lavoro al ristorante.
«Sei sicura? Grazie!»
«Solo una cosa»
«Mh?»
«Non dire a nessuno che mi hai vista, per favore»
«Va bene! Grazie!»
Tornò a casa felice. Tory non la odiava e lei aveva fatto qualcosa di buono.
Si ricordò anche della proposta di Johnny. Sì, era decisa a tornare. Voleva partecipare a quel torneo. Era sicura che non avrebbe vinto, ma ci avrebbe provato, a costo di spendere sangue, sudore e lacrime.
Però voleva lasciargli un po' di suspance. Sì, era più che egocentrica, ma non voleva cambiare...in fondo era Raven!
Entrò in casa e raggiunse velocemente la doccia. Stavolta aprì l'acqua tiepida, non bollente: doveva solo darsi una sciacquata prima di rivedere Yas.
Un po' corto, ma devo ripassare mate...scusate!
Anyways, come vi va la vida?