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Dopo venti minuti di pianto inconsolabile e due lattine di birra svuotate, le lacrime di Viviane si stancarono di scendere e lei rimase seduta in silenzio, singhiozzando ogni tanto.

Le sembrava di essersi dimenticata tutto per un momento, tutto ciò che la circondava le appariva distante e immateriale, come se fosse finita in un'altra dimensione solo per lei.

Sapeva bene che era l'effetto che l'alcool aveva su di lei, ma in momenti come quello sperava che non passasse mai, così da sentirsi vuota per più tempo.

«Rav, tutto bene?» chiese Robby, che non la conosceva così bene da sapere di doverla lasciare in pace, facendo sì che la magia svanisse a poco a poco.

«Sì...si...solo...no niente» farfugliò, mentre le ultime tracce di effetto svanivano lentamente.

Johnny rise. Non era la prima volta che la vedeva così, ma ogni volta lo faceva ridere più della precedente.

«Ok, ci sono» si risvegliò di scatto da quella specie di estasi.

«Bene, perché ti devo parlare» Johnny si sedette accanto a lei, paterno.

«Ok» lo guardò dritto negli occhi, arricciando la bocca in un'espressione buffa.

«Io andrò a cercare Miguel. Tu devi prenderti cura dei miei allievi, in pratica mi sostituirai, anche se ci sarà LaRusso a darti una mano» le porse una fascetta rossa.

«Sì Sensei! Allenerò i prossimi campioni All Valley!» si alzò veloce e si inchinò, grata e orgogliosa.

«E prenditi cura di Carmen...» aggiunse l'uomo, addolcendosi ancora.

«E di te stessa» si intromise Robby.

«Lo farò. È una promessa» non sapeva se stesse provando felicità pura o orgoglio, o se fosse la scarica di adrenalina a provocarle quella sensazione.

Sentiva come un formicolio sulla pelle e, quando cessò, un breve brivido le percosse la schiena, facendola tornare sicura di sé e forte, potente.

Scrisse un messaggio a Devon e la incaricò di convocare tutti in spiaggia entro un'ora, poi salutò i due e corse in casa a cambiarsi.

«Niña dove vai?» la nonna le sorrise tesa.

«In spiaggia. Non preoccuparti abuelita! Torno presto» le lasciò un bacio sulla guancia.

Il sole aveva già iniziato a bruciarle sulla pelle, caldo e luminoso. Adorava quel bikini color corallo che Sam le aveva regalato, anche se era molto semplice.

«Rav! Ci sono! Che succede?» Devon era arrivata, più che puntuale.

«Aspettiamo gli altri, ok?» sorrise, avvicinandosi alla riva per bagnarsi i piedi nudi.

«Va bene! Ho visto che è successo oggi a scuola e sei sta-»

«Non parliamone, ti prego. Non è importante» la interruppe brusca, mentre le altre aquile le raggiungevano con i loro boxer colorati e i fisici non proprio scolpiti.

«Di cosa dovevi parlare?» Bert teneva le braccia incrociate al petto.

«Ok, sedetevi. No, Mitch! Non mi importa se ti va la sabbia nel costume. Ora ascoltate. Johnny se ne andrà per un po'. Miguel è partito per...motivi suoi e, anche se ci uniremo al Miyagi Do, sono stata incaricata di prendermi cura di voi. Ora, non potrò-»

«Che vuol dire che Miguel è partito?» un ragazzo la interruppe e la innervosì parecchio, ma trasse un sospiro profondo.

«Potete farmi dopo le domande? Per favore... sennò perdo il filo»

«Sì scusa» il ragazzo sorrise accondiscendente.

«Bene. Dicevo: io al torneo non potrò più partecipare, ma molti di voi lo faranno e il mio compito e allenare i prossimi campioni! Devon, vieni accanto a me!»

La ragazzina la raggiunse con un guizzo.

«Tu sei il capitano. Hai il compito di riportarmi tutti i problemi. Bert, ora tu»

Il ragazzo si avvicinò timido.

«Tu hai il compito di tenere un registro. Ogni volta che qualcuno ha un miglioramento segnerai un più. Così sapremo come organizzarci. D'accordo?» Bert annuì, sistemandosi gli occhiali con un dito.

«Tutti voi fate del vostro meglio. Io prometto di impegnarmi!»

Scusate il ritardo ma a scuola ci ritirano il cellulare per una grande stroncata che è successa
❤️




Wings -bird's souls sequel-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora