Aveva ottenuto il lavoro! Non riuscì a trattenersi e iniziò a saltellare. Miguel le aveva prestato il suo computer per registrare la mail, e, dieci minuti dopo la registrazione, aveva ricevuto la notizia.
Ora che aveva tutto, tranne un cellulare, e che stava bene, poteva indossare la sua maglia rossa (meglio, quella di Eli...) e uscire di casa senza pensieri.
«Se vuoi venire siamo nella fabbrica abbandonata davanti a cui siamo passati l'altro giorno» le aveva detto Miguel prima di uscire.
Beh, si era messa in testa di fare una grande entrata in scena, e lo avrebbe fatto. E si sa, le dive arrivano in ritardo e se ne vanno presto, anche se stavolta sperava di restare il più a lungo possibile.
«Allora, c'è posto per un'altra ragazza?» chiese, appoggiata allo stipite rovinato di quella che, un rompo, doveva essere una porta con le braccia incrociate all'altezza del seno.
Si girarono a guardarla, spaesati. Nessuno si aspettava il suo ritorno, infatti c'era una nuova ragazza, che doveva avere uno o due anni in meno di lei, se non tre.
«Raven!» le sorrise Johnny, facendole cenno di entrare con la mano.
«Sensei! Ragazzi! E...ragazza! Come ti chiami?» salutò e chiese alla ragazza nuova.
«Devon Lee, tu sei Raven immagino...» le porse la mano quella, con i livelli di timidezza sotto i piedi.
«In realtà il mio vero nome è Viviane...ma sì» sorrise.
«Silenzio!» le zittì il Sensei, con una nota di ironia nel tono severo.
«Sì Sensei!» si misero in riga.
Tornare ad allenarsi le fece scordare di tutto. C'erano lei, i suoi colpi, gli avversari e il Sensei. Niente di più, niente di meno.
Era fuori allenamento, infatti faticò a combattere contro Miguel, ma anche contro Davon, che doveva ammettere era parecchio brava.
«Rav, hai trovato qualcuna della tua altezza!» la prese in giro Miguel, mentre raccoglievano le cose per tornare a casa.
«Ah. Ah. Ah. Simpatico» storse il naso.
«Nella botte piccola c'è il vino buono!» si intromise Davon, sorridente.
«E poi lei può ancora crescere» osservò Raven.
«Comunque, Davon ti serve un soprannome...per ora ti chiamerò Dove» aggiunse, posando la mano sulla spalla della ragazzina.
«Come il deodorante?» rise lei.
«Giusto...allora...devo pensarci...te lo dico domani» alzò le spalle.
«Non puoi mandarmi un messaggio?»
«Non ho il cellulare» rise, ormai si divertiva a vedere le facce sconvolte quando dava quell'informazione.
«È a riparare» mentì. Avrebbe avuto la prima paga entro una settimana, come anticipo, così si sarebbe comprata subito un nuovo telefono, non troppo costoso, e un paio di pantaloni, per poi tenere il resto da parte.
«Capito...allora ti aspetto!»
«Miguiiiii!» gridò, chiudendo violentemente un libro.
«Cosa urli? Sono dietro di te!» la rimproverò, divertito.
«Basta. Non ci capisco nulla a fisica! Mi sono rotta! Lascio il corso» si lamentò, stringendo i pugni.
«Primo: è obbligatorio. Secondo: non ti stai concentrando abbastanza» le si avvicinò e riaprì il libro.
«Cosa non hai capito?»
«Perché succede così? Perché la pressione scende e il volume cresce?!» chiese disperata.
Miguel rise sotto i baffi.
«Perché sono inversamente proporzionali» ribadì.
«Fanculo»
Raven si alzò, indossò una felpa e uscì dalla stanza, per poi raggiungere l'appartamento del Sensei.
«Johnny passami una birra» ordinò con voce annoiata.
«No» le rispose inaspettatamente.
«Cos? Sei andato in terapia?» chiese spiazzata.
«No. Ti fa male...al massimo ti cucino qualcosa» ribadì, cambiando canale sulla TV.
«No...non ho fame» alzò le spalle sbuffando e si buttò accanto a lui sul divano.
«Qualcosa non va?» le chiese.
«La fisica. È incomprensibile...dovrebbero fare un manuale semplificato al massimo» si lamentò ancora.
«Su questo ti do ragione. Ti sei divertita ad allenarti?» cambiò argomento, senza spostare lo sguardo dalla TV.
«Oh sì! Mi era mancato! Faremo schiantare al suolo i Cobra Kai!»
Raga! Ho fatto un'interrogazione di fisica pazzesca: ho dovuto spiegare un argomento che non aveva spiegato la prof.
Invece a Rav sta andando peggio con quella materia...lol...
Come state oggi? Se ce la faccio domani posto il primo video su YouTube!