Tredici.

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Siamo da quasi un'ora a lavorare sulla canzone, e abbiamo fatto, o meglio dire, ha fatto la musica della prima parte della canzone.

Sta venendo veramente bene.
Grazie a lui, ovviamente.
Odio ammetterlo, ma è così.

-Basta, continuiamo domani.
Dice alzandosi dal letto e stiracchiandosi.
Guarda l'orario.

-Sono quasi le otto, tra poco c'è mensa.

Di solito, la sera non mangio quasi mai. Non mangio molto.

-Mangi con me?
Chiede.

-Non ho molta fame, e voglia di scendere.

-Bene, allora vado a prendere qualcosa e mangiamo qui, insieme.
Dice, quasi sottolineando l'ultima parola.

La porta si apre ed entra Nate.

-Alla fine avete fatto pace.
Dice.

-In realtà, è venuta lei con la coda tra le gambe.
Dice Sam ridendo. Gli lancio un cuscino.

-Non è vero!
Mi lamento.

-Oh si che lo è.
Dice Sam, rilanciandomi il cuscino.

-Va bene, ho capito ho capito.
Adesso smettetela.

Dice Nate ridendo. Si siede accanto a me e mi abbraccia.

-Come va?
Mi chiede.

-Nash mi ha detto che siete ufficialmente fidanzati.
Dice sorridendo. Annuisco.

-Io vado a prendere da mangiare.
Dice Sam, indossando la maglia e uscendo.

-Ma che gli prende?
Dico.

-Ah boh.
Dice Nate, alzandosi.
Prende il foglio con la canzone, ma io glielo prendo da mano.

-Non sbirciare! Non ci dovete copiare.
Dico scherzando e ridendo.

-Oh andiamo, non lo farei mai.
Dice ridendo. Gli passo il foglio.

-Scherzavo.
Dico e lui inizia a leggere.

-Non scriveva canzoni così da quando si è lasciato con Emma.
Dice Nate, una volta finito di leggere.

Chi è Emma?
Annuisco semplicemente.

-Ha detto che l'ha scritta pensando a qualcuno.
Dico.
Lui mi guarda e sorride.

-Credi l'abbia scritta pensando ad Emma?
Chiedo.

-Oh, sicuramente.
Dice quasi sarcastico.
Sinceramente non capisco il motivo della sua ironia.

Passiamo altri cinque minuti a parlare, poi viene Sam, con due piatti con due fette di pizza.

-Questa sera c'era la pizza.
Nate si alza.

-Bene, vado a mangiare anch'io. A dopo.
Dice uscendo dalla porta.
Sam mi passa il piatto con le due fette di pizza, che sincermente, non voglio.

-Una mi basta.
Dico.

-Mangiane quanto ne vuoi, il resto lo mangio io.

Ovviamente.
Rido e lui si siede al bordo del letto, davanti a me, mentre io sono con le gambe incrociate. Iniziamo entrambi a mangiare; Sam divora le sue fette di pizza in un battito di ciglia.
Io sto ancora a metà della prima fetta.
Qualcuno potrebbe pensare che io sia anoressica, ma invece non lo sono. Sono proporzionata al mio corpo.
I dottori hanno sempre detto che anche se mangio poco, quel poco basta a saziarmi e farmi stare bene.

La seconda fetta non la mangio, la mangia Sam. Subito dopo mi alzo per buttare i piatti sporchi nella spazzatura, che si trova fuori in terrazza.

Esco fuori, tira vento freddo e subito rabbrividisco, dato che ho una maglia a maniche corte. Mi affretto ad entrare e vedo Sam seduto davanti la televisione, con in mano dei CD.

grenade || s.wDove le storie prendono vita. Scoprilo ora