Trentaquattro.

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La campanella è appena suonata ed io salto dalla sedia. Sono in classe è appena suonata la quarta ora e sto ancora morendo di sonno.

Dopo quello che è successo ieri sera, non sono riuscita a dormire, mi giravo e rigiravo. Mi sono addormentata verso le sei, poi il tempo è volato e la sveglia è suonata.

Sam non c'era nel letto quando mi sono alzata, l'ho trovato già vestito che stava uscendo.

Mi guardo intorno e vedo che i miei compagni sono già fuori, incluso il professore,mentre io sono ancora in classe.

Mi alzò lentamente e prendo la borsa, dove inizio a metterci i libri dentro.

Sbadiglio e metto la borsa in spalla. Quando mi volto per uscire, vedo Sam sullo stipite della porta dell'aula.

Mi blocco leggermente e poi riprendo a camminare.

Il suo sorrisetto malizioso sul viso mi infastidisce leggermente.

Faccio per sorpassarlo ma lui mi afferra il braccio.

-Non si saluta?
Faccio roteare gli occhi e poi dico un "ciao" forzato.

Lui sorride e si avvicina.
Cerca di baciarmi ma io giro la guancia.

Non so perché io mi stia comportando così, ma il suo non salutare a prima mattina mi infastidisce, soprattutto se la sera precedente ha dormito nel mio letto e ha fatto cose sconce.

Prendo a camminare verso il mio armadietto, mentre Sam mi sta dietro.

Mi fermo all'armadietto e lo apro.

-Sai ieri sera sono stato bene.
Dice appoggiandosi all'armadietto affianco al mio.

Gli lancio un'occhiataccia e lui ride.

-E dai.
Sbuffo.

-Non è giornata Sam.
Si avvicina a me.

-Ti ha fatto davvero tanto male?

Quanto lo odio. Sospiro.

-Smettila.
Lui ride.

-Scherzavo bimba.

Mi ha appena chiamata bimba.

Chiudo velocemente l'armadietto e mi dirigo verso la mensa.

Non è ora di pranzo, ma penserò ad anticiparmi qualcosa durante la mia ora libera.

Sam è sempre dietro di me.
Vorrei tanto sapere quando smetterà di seguirmi.

Mi siedo al primo tavolo libero e lui si mette accanto a me.

-Non hai lezione ora?
Chiedo infastidita.

-No, ora libera.

Perché anche lui?
Apro il libro di storia ed inizio ad evidenziare le cose importanti.

Il silenzio regna tra noi e nessuno dei due proferisce parola.

Un formicolio mi attraversa lo stomaco appena sento le labbra di Sam sulla mia spalla.

Mi volto velocemente verso di lui e scosto la spalla.

-Ti ricordo che non stiamo insieme.
Sul suo viso compare un sorriso malizioso.

-Credevo che da ieri sera sarebbe stato tutto come prima, dopo quello che è successo.

Sospiro.

-Niente è come prima, e comunque non ti ho dato l'autorizzazione per toccarmi.

Dico chiudendo il libro e alzandomi.

-Però ti è piaciuto.
Dice contro il mio collo.

Mi alzo velocemente e vado via.

***

Dopo l'ora libera sono andata in aula per l'ultima ora, che è stata di chimica.

Durante l'ora mi sono annoiata a morte, fin quando non mi è arrivato un aeroplanino di carta.

In classe mia non c'è quasi nessuno che io frequento, dato che sono con quelli più grandi.

Quando l'ho aperto c'era scritto: "Mi piacerebbe conoscerti. In cortile alla fine dell'ora." e poi sotto era scritto "Ethan". Non ho la più pallida idea di chi sia questo Ethan, ma se è carino, mi butto sinceramente.

Certo, qui ci sono Kian, Nash, e tanti altri ma.. non fanno per me. Forse questo Ethan potrebbe piacermi.

Mi guardo intorno e vedo un ragazzo sorridermi. Suppongo sia lui, e non è male.

Gli ricambio il sorriso e torno alla lezione.

Al suono della campanella sono uscita dall'aula e sono andata in mensa per prendere almeno una mela da mangiare.

Qualcuno mi afferra il polso delicatamente, e allo stesso modo io mi giro.

-Hey.
Sorrido.

-Sono Ethan.
Continua sorridendo, io annuisco.

-Quindi, vuoi conoscermi.
Dico sorridendo e lui abbassa lo sguardo ridacchiando.

-Se non ti dispiace.

Perché dovrebbe dispiacermi? Si va avanti o no?

-Ah figurati.
Non smette di sorridere.

-Pranzi con me?
Chiede ed io annuisco.

Entro nuovamente in mensa con lui e prendiamo posto ad un tavolo diverso dal solito e ci siamo solo noi.

Durante il pranzo parliamo del più e del meno mentre sento i sguardi di molte persone sopra di me, e per molte persone intendo Sam e Kian.

Non capisco perché mi fissano, la cosa mi infastidisce molto perché comunque, Ethan non mi sta mangiando.

Dopo il pranzo lui è andato a degli allenamenti di basket e vedo che anche Kian si avvia, Sam rimane seduto lì.

Prendo il libri dalla borsa per studiare, mentre la mensa si svuota sempre di più fino a rimanere da sola.

O quasi da sola.

Si siede accanto a me, mentre continuo a fissare quelle pagine sporche di vernice.

-Mi da fastidio.
Dice a tono basso.

-Cosa?

-Lui, Kian, Nash, tutti.
Annuisco alla sua risposta, senza distogliere lo sguardo dal libro.

-Ho sbagliato. Lo ammetto, non avrei dovuto lasciarti.

-Avevi tutte le ragioni per farlo, ma ora non tornare con la coda tra le gambe.

Chiudo bruscamente il libro e metto una mano tra i capelli.

-C'è una ragione se torno con la coda tra le gambe.

-Sarebbe?
Chiedo incontrando il suo sguardo.

-Ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa.

-Solo per questo?
Chiedo.

-Si..
Dice distogliendo lo sguardo dal mio.

-Travati un'altra, ho già bisogno di tenere testa a me stessa.

Mi alzo dal tavolo e metto i libri in borsa.

-Holland ti prego.

Mi afferra la mano ma io la lascio.

-Ho bisogno di cambiare aria.
Dico.

-Non è durata nemmeno due mesi.
Dice quasi disperato.

-Si vede che non era destino.
Volto le spalle ed esco dalla mensa.

Ho bisogno veramente di cambiare? Nonostante i miei sentimenti sono forti?

Odio questa situazione.

grenade || s.wDove le storie prendono vita. Scoprilo ora