Capitolo Diciannove

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Pov. Sarah

Quando arriviamo alla camera dei ragazzi, cominciamo a bussare energicamente finché Dj non apre la porta

"Oh, wow" farfuglia Laureen.

Dj è senza maglia, mettendo in mostra la sua tartaruga e i suoi enormi pettorali. I boxer portati bassi fino al limite e la pelle color caffè latte lo rendono così.. eccitante.

"Oh, ragazze scusate" Dj si mette un paio di pantaloncini, portati più in alto dei boxer, mettendo ancor più in risalto la 'V' marcata.

"Non ti preoccupare" ride Laureen "Ma cos'hai fatto all'occhio?" si porta le mani in viso

L'occhio destro è circondato da uno scuro livido viola.

"Io non lo so" scuote la testa "Mi sono svegliato con un forte mal di testa.. ma non ricordo nulla"

"Quindi non sai nemmeno chi potrebbe essere stato a fare questi a lili?" indico gli enormi succhiotti

"No, non ne ho idea" scuote la testa "Mi spiace ragazze"

Saluto i ragazzi e me ne torno verso il dormitorio, mentre Laureen rimane in attesa di parlare con Pongo e Mark.

Non riesco a ricordarmi un fottuto attimo dopo aver quel secondo drink, e diavolo, vorrei davvero sapere che cazzo è successo ieri sera.

Il fatto di essermi svegliata in camera mia è già un buon segno.

Mi porto le mani nei capelli. Questo non sapere mi sta mandando fuori di testa.

Cammino lentamente verso il mio dormitorio, ancora rintronata.

Sento la testa pesante, e puzzo ancora tantissimo.

Decido di affrettare il passo per raggiungere i bagni prima che tutta le ragazze che hanno partecipato alla festa di ieri si accalchino nel bagno per il mio stesso motivo.

Mentre raggiungo la mia stanza, vedo una ragazza uscire dalla camera di Jessica, e non è la sua coinquilina.

Poco dopo esce lei.

I capelli sempre a posto, tirati su col phon e sistemati con il gel. Gli occhi sono cerchiati di un nero inteso, facendo risaltare così il suo azzurro-grigio, e indossa la sua immancabile acqua di colonia.

Le lancio un'occhiataccia.

Come ho potuto credere di interessarle davvero? Una come me? Ma andiamo.

Non sono mica come la bionda tutta tette e culo che è uscita dalla sua stanza.

Non posso crederci. Non posso credere di essere stata così dannatamente stupida da cedere.

Incasinarmi la testa, incasinare me stessa per essere una conquista, una fra tante.

Dio, non io voglio essere una conquista. Io voglio essere la conquista.

Quella conquista che ti porta a dire Okay, non cerco nient'altro, quello lei è tutto quello di cui ho bisogno.

Mi prendo a pugni mentalmente per essere stata così stupida.

Mi volto per aprire, la porta ma mi ferma

"Che cazzo hai da guardare?"



Pov. Jessica

Dio, questa ragazza non voleva più andarsene da camera mia.

Ha passato qui l'intera notte, dopo essere tornate in stanza.

Il sesso con lei non è stato nulla di che, ho avuto esperienze migliori.

Quel posto lontano chiamato FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora