Capitolo Sei

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Dj mi parla di come sia andata la partita di football che ha visto ieri con i ragazzi al bar del campus.

Sembra piuttosto concentrato nel raccontare come esattamente si siano svolte le azioni, ma io non riesco a stargli dietro: non ci ho mai capito nulla di football.

Lo ascolto comunque volentieri parlare mentre ci dirigiamo verso il bar della scuola. La stanchezza del venerdì inizia a farsi sentire, così propongo a Dj di andarci a sdraiare sul prato invece di far colazione.

Ci sdraiamo sull'erba fresca, umida della rugiada mattutina.

Siamo l'uno accanto all'altro, tutti e due persi a guardare il cielo. Stamattina è incredibilmente azzurro, come gli occhi della misteriosa ragazza di ieri mattina.

Cerco di concentrarmi sui discorsi di Dj, ogni tanto percepisco i suoi occhi su di me.

In un tentativo di sfuggire al suo sguardo, mi volto dall'altra parte e la vedo.

Lei è lì.

È sola, le cuffie delle orecchie, sigaretta in mano.

Ci fissa, senza troppa discrezione.

Lo stomaco mi si chiude ancora, in preda ad una strana sensazione. Una sensazione che mi assale tutte le volte che la vedo. Torno a fissare il cielo

"Ehi Sarah" Dj mi chiama. Sì è sposato su un fianco, il viso poco sopra il mio

"Sì?" riporto l'attenzione su di lui.

Mi prende il panico: si china lentamente, come per verificare le mie reazioni.

I suoi tentennamenti mi danno la possibilità di fuggire.

"Dj.. scusami" balbetto.

Inizialmente rimane spiazzato, ma poi mi sorride.

"Era già un po' che volevo farlo.. ma capisco che non sei ancora pronta. Va bene" mi sorride osservando le mie labbra

"Io.. Io ti chiedo scusa. Non sei tu il problema, sono.. sono io"

"Non devi scusarti. Avrei dovuto capire che non fossi pronta. Ho notato come ti irrigidisci sotto il mio tocco, o come eviti di rimanere da sola con me. Sai che puoi parlarmi di tutto, vero?" annuisco semplicemente, prima di abbracciarlo.

Mi avvolge con le sue braccia muscolose, il suo profumo mi invade le narici. Chiusa in questo caldo abbraccio riesco a rilassare i miei nervi tesi.

Mentre sono ancora stretta a lui, poso casualmente lo sguardo sulla misteriosa ragazza. È ancora ferma lì, lo sguardo fisso su di noi.

"Dobbiamo andare" mi allontano.

Ci salutiamo davanti alla mia aula. Mi affretto a raccontare l'accaduto a Laureen che a stento è riuscita a trattenere le urla.

"Ah, io lo sapevo! Sapevo fosse pazzo di te! Ma perché non l'hai baciato?!"

"Ci conosciamo da così poco tempo.."

"Oh, andiamo Sarah! È solo un bacio, perché fai tante storie?"

"Lo so" la guardo, pregando che non continui il discorso

"Sei proprio strana, sai?" Mi sorride

Mi siedo al mio banco e tiro fuori il pesante libro di chimica.

La misteriosa ragazza dagli occhi blu nel frattempo è arrivata, sedendosi nello stesso posto del giorno prima.

Le lezioni passano in fretta, ma continuo a sentirmi i suoi occhi addosso.

Non appena finisce la mattinata, senza raggiungere i ragazzi torno in camera per riposarmi un po'. Ho bisogno di tempo per stare da sola.

E per parlare con il dott. McHellen.

Apro il mio portatile e faccio partire una videochiamata

"Sarah" il suo sorriso caloroso mi fa subito sentire meglio

"Ciao Josef. Come stai?"

"Io bene, e tu come stai? Tua mamma mi ha detto che ti stai trovando bene al college"

"Io.. Sì, meglio del previsto ma è cominciato da sole due settimane. È ancora presto per cantare vittoria"

"Hai fatto amicizia però, giusto?" annuisco

"È proprio per questo per questo che volevo parlare con te.. "

"Che succede?" mi sorride

Gli racconto di Dj, dal primo giorno fino all'episodio di stamattina. Mentre racconto, sento il mio battito accelerare, faccio fatica a respirare.

"Okay Sarah, calmati. Ti ricordi come facevamo quando iniziavi ad agitarti?" annuisco.

Inspiro profondamente, mentre nella mia testa risuonano le note di una delle mie canzoni preferite: Should I stay or should I go.

Inizio a cantare, e poco dopo i miei battiti rallentano.

"È comprensibile che ricevere delle attenzioni da un ragazzo ti metta a disagio. Ciò che hai passato non è facile da superare, devi concederti del tempo per lasciarti andare e lui deve essere in grado di aspettare"

"Penso lo sia"

"Allora non avrai alcun tipo di problema. Parla con lui, spiegagli che hai bisogno dei tuoi tempi per fare anche un piccolo passo, come un bacio"

"Il problema è che io non mi sento attratta da lui.. Non perché lui non si abbastanza, anzi.. Sento come un blocco"

"L'unico modo per superare i blocchi, e parlare. Sono i muri che distruggono i rapporti"

"Quindi devo necessariamente parlare con lui?"

"Non devi per forza raccontargli tutto. Non subito almeno. Puoi semplicemente dirgli che per te non è così semplice lasciarti andare. Se tu inizierai ad abbattere questo muro, gli altri crolleranno di conseguenza"

"Grazie Josef. Di tutto"

"Sono qui apposta. Per qualsiasi cosa sai che puoi cercarmi"

"Sì grazie mille" lo saluto con la mano, e chiudo il pc.

Mi butto sul letto. Forse il dott. McHellen ha ragione.

Abbattere i muri che mi separano dagli altri è l'unico modo per avvicinarmi alle persone che ho intorno.

In preda ai pensieri, mi addormento poco dopo, ma il mio sonno viene interrotto da un rumore: qualcuno sta bussando alla porta.

"Oh, ciao" la ragazza dai capelli grigi mi saluta osservandomi con quei suoi occhi color oceano e un sorriso sulle labbra.

È piacevolmente sorpresa di trovarmi lì: evidentemente non sapeva che alloggiassi in quella stanza

"Ciao" accenno un sorriso, ma sono completamente incapace di fare qualsiasi cosa

"La mia compagna di stanza è disperata: sta cercando una spina tonda per la sua piastra. Non è che ne avresti una?"

"Ehm, guardo. Solo un secondo" cerco nervosamente tra le mie cose, e gliene porgo una

"Grazie mille" fa per andarsene "E comunque piacere, Jessica" sorride

"Sarah" sussurro

"Sarah, Sarah, Sarah.. Bel nome" mi fa l'occhiolino e si allontana

Un flebile grazie esce dalle mie labbra, poco dopo aver chiuso la porta.

Mi sdraio sul letto, incapace ovviamente di dormire.

Non appena chiudo gli occhi mi si ripresenta la ragazza dai capelli grigi - o meglio, Jessica - mentre mi ammicca, i suoi occhi così intensi che mi guardano.

Un brivido mi percorre la schiena, e io non riesco a capire cosa mi stia succedendo.

Quel posto lontano chiamato FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora