Capitolo Sessantacinque

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Pov. Sarah

Jess non ha voluto anticipare nulla su questo weekend. Sono troppo curiosa.. cosa starà organizzando?

Nonostante le mie insistenze non ha ceduto nemmeno ad un indizio.

In compenso, per farsi perdonare questo silenzio, mi ha coccolata tutta la notte.

Una giusta ricompensa.

Jess sta ancora dormendo mentre io mi preparo per andare a lezione.

"Che disastro" sospiro mentre cerco invano di risistemare il casino post rientro.

Non ho ancora avuto tempo - o meglio, voglia - di sistemare le valige. Ho preferito passare ogni momento libero insieme a lei, per recuperare il tempo lontane.

"Che stai facendo?" borbotta Jess, alzando leggermente la testa

"Scusami, ti ho svegliata?" mi fulmina con lo sguardo

"Non hai mai toccato quelle valige ed ora hai deciso che questo è il momento giusto per sistemarle?" si lamenta

"A mia discolpa stavo cercando.. questa" tiro fuori la felpa grigia che stavo cercando.

Mentre la tiro fuori dalla valigia, due pacchettini bianchi cadono ai miei piedi: i portachiavi

"Oh" sospiro

"Che succede?" stavolta si gira preoccupata

"Io.. Mentre ero ad Anharra io ti ho preso un pensierino. Nulla di che.."

"Davvero?" sorride "Dammelo" si siede sul letto allungando le mani verso di me.

Sembra una bambina il giorno di Natale

"E.. eccolo" le porto il sacchettino bianco

"Oh" sussurra portando vicino al vicino al viso il piccolo portachiavi "Davis, non starai mica marcando il territorio?"

Arrossisco

"Io.. ci tenevo avessi una parte di me ovunque tu vada. Sentirai meno la mia mancanza così" sorride

"È bellissimo. Ti ringrazio" mi stringe in un abbraccio

"Ah, inoltre" mi sfilo la collana e gliela infilo al collo "Io ringrazio te per avermi concesso una parte così importante di te"

"L'hai custodita bene" la stringe tra le mani

"Come fosse mia figlia" le sorrido "Guarda, questo è il mio" le mostro il portachiavi a forma di J

"Sono bellissimi" mi sorride ancora.

Lascia la stanza poco dopo per andarsi a cambiare.

Decido così di impegnare il tempo rimasto prima delle lezioni sistemando la valigia.

Appendo ordinatamente i vestiti ed una volta svuotata completamente, infilo al fondo della cabina armadio la grossa ed ingombrante valigia.

Noto che nemmeno Laureen ha disfatto la sua. Una grossa macchia fucsia risalta nell'angolo della stanza.

Da quando siamo tornate dalle vacanze trovo sia strana. È distratta, distante.

Non abbiamo ancora avuto modo di parlare da sole.

"Buongiorno" mi sorride distrattamente Laureen

"Lili che faccia. Tutto apposto?" profonde occhiaie le contornano gli occhi, lo sguardo è spento e triste

"Sì io.. Non ho dormito molto stanotte"

"Lo vedo.. C'è qualcosa che non va?" mi avvicino a lei

"No Sarah.. Va tutto bene. Ora per favore va' via"

"D'accordo" annuisco.

Preferisco lasciarle i suoi spazi, quando sarà pronta sarà lei stessa a parlarne. Un po' come ho fatto io nel mio periodo.. nero.

Raggiungo Jess in camera sua e le racconto ciò che è appena successo con Laureen.

Anche lei mi consiglia di lasciarle il suo tempo per aprirsi, che è giusto sia lei a fare il passo.

Quando raggiungiamo i ragazzi anche Pongo non c'è. Forse sarà da lei?

Lui sicuramente saprà da cosa sia dovuto questo suo atteggiamento.

Raggiungo Marie e ci perdiamo a commentare l'impresa eroica svolta dal suo fidanzato la sera prima, anche se la mia testa resta sempre fissa su Laureen e suoi comportamenti strani.



Pov. Jess

Osservo il piccolo portachiavi di metallo a forma di S. È il primo regalo che mi fa da quando ci conosciamo, e mi sento già così legata a quel pezzo di metallo.

L'attacco alle chiavi della stanza.

È così semplice, proprio come lei. Essenziale.

È bello che mi abbia pensato mentre era lì, ed è altrettanto bello che sappia dare valore a cose così.. piccole.

Non ricordavo di essere così smielata. Diciamo che ho rimosso molto della mia relazione con Lucy.

Le uniche cose che non riesco a dimenticare sono l'istante esatto in cui ho scoperto il suo tradimento ed il dolore che ho provato dopo.

Quei ricordi rimangono indelebili nella mia mente.

Ricordo anche qualche piccolo gesto romantico che ho fatto nei suoi confronti come portarle una brioche calda davanti scuola, oppure la rosa a San Valentino ma non ricordo di essere mai stata tanto affezionata ad un oggetto che prima reputavo di così poco conto.

Quando le ho detto di tenersi libera per il weekend era tutta in fibrillazione. Ho intenzione di portarla a casa di un mio amico, vicino a Thiggy Town.

In una bellissima baita su un piccolo lago, dove potremmo bere cioccolata calda e bhe.. magari fare l'amore davanti al camino.

Voglio davvero che sia tutto perfetto per la nostra prima volta. Voglio che lei sia a suo agio.

Non voglio in alcun modo forzarla. Se lei se la sentirà bene, altrimenti passeremmo una notte fantastica in un luogo fantastico.

"È una bellissima idea" mi sorride Luna "Visto i progressi fatti in queste ultime settimane potrebbe essere davvero la volta buona"

"Non lo so" alzo le spalle "Da un lato lo spero, d'altronde sono umana, ma se così non fosse andrebbe bene uguale"

"Sei una brava persona Jess" le sorrido

Poco dopo arriva Sarah, e raggiungiamo gli altri. Mi racconta degli atteggiamenti strani della sua coinquilina. Non è che mi importi molto, ma so che lei tiene molto a Laureen, così l'ascolto e provo a consigliarla al meglio.

Quando raggiungiamo il nostro gruppo lei si avvicina a Marie e cominciano a deridere Mark per quello stupido giochino di ieri sera.

Colgo il suo momento di distrazione per raggiungere Joe.

Gli racconto in breve i miei piani per il weekend. Dapprima sembra perplesso, poi cambia espressione

"Penso sia un gesto bellissimo Jess" mi sorride "Sono davvero felice abbia trovato una persona come te, mi rimangio ogni parola detta"

"È acqua passata" più o meno, stronzo "Pensi possa sentirsi in obbligo di farlo facendo così?"

"Io penso semplicemente che sia ciò che le serve per lasciarsi andare. Le servirà il suo tempo anche lì, ma se avrai pazienza può darsi che finalmente lei riesca ad abbattere le mura che si è creata"

"Lo spero, grazie" gli sorrido.

Torno a guardarla. Erano mesi ormai che non mi sentivo così in pace e serena con me stessa.

L'unico vero grazie lo devo a lei, che mi ha resa felice di nuovo quando nessuno era in grado di farlo.

Quel posto lontano chiamato FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora