Capitolo Ventisette

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Pov. Jessica
Dopo la prima sigaretta, ne è seguita un'altra, e poi un'altra, e poi un'altra.
Non la vedo e non la sento da sabato sera. Vorrei tanto parlarle, sapere come sta.. ma non ho modo di mettermi in contatto con lei.
O meglio, non ne ho il coraggio.
Forse ho fumato un po' troppo, la stanza è piena di fumo che annebbia la vista, ma mi ha aiutato a distendere un po' i nervi.
"Dio Jess, ma quanto cazzo hai fumato? È un miracolo che non sia scattato l'allarme anti incendio" Luna entra in camera, ed apre subito le finestre

"In camera mia posso fare quel che voglio" butto fuori il fumo, la voce ormai roca

"Sì ma ti ricordo che è anche camera mia. Quando fumi sei pregata di aprire le finestre"

"Certo mamma" la schernisco

"Jessica, non sono la tua fottuta valvola di sfogo ai casini che fai. Sai benissimo quanto io sia pacifica, ma vedi di non farmi incazzare"

"D'accordo, d'accordo" annuisco semplicemente.
Hippie del cazzo.
"Come mai già qui?" le chiedo, spalancando ancora le finestre

"Le lezioni mattutine del mio corso sono finite. Le riprenderò dopo la pausa pranzo" risponde       "Avevo un'ora in comune con Sarah, ma non c'era"

"Già, è tornata a casa"

"In che senso?" mi guarda stranita

"È tornata a casa, ma la madre la riporterà stasera"

"Sei agitata?"

"Un po' a dire il vero" confesso "Non so come comportarmi.. cosa dire. Dovrei andare da lei stasera? O aspettare domani?" mi prendo la testa fra le mani

"Non saprei aiutarti" si avvicina a me "Fai ciò che ritieni più giusto, ma cerca di comprenderla. Non conosci la sua storia"
Annuisco e la osservo accendere quelle sue stupide candele profumate e mettersi a disegnare.
Luna mi aveva già avvisata di rallentare il passo, che avrebbe creato solo problemi il mio essere così.. me stessa, ma non le ho dato retta.
Forse dovrei darle i suoi spazi? Aspettare che sia lei a venire da me?
Ma sono io ad averla ferita, involontariamente, ma l'ho fatto.
Forse è il caso che vada io a parlarle. Potrei farlo questa sera.
Non appena sarà tornata al campus le parlerò. Le dirò che non c'è bisogno di correre, che possiamo aspettare se è quello di cui ha bisogno.
Perché non c'è nulla di male ad aspettare, giusto?


Pov. Sarah
Saluto nuovamente mia madre, quasi in lacrime davanti alla macchina
"Ti voglio.."

"Ti voglio bene, sì lo so mamma, anche io" la blocco prima che possa ricominciare con le sue solite raccomandazioni "Adesso vai" le sorrido

"Ciao tesoro" mi posa un ultimo bacio sulla guancia e si allontana.
Flashback.
La osservo finché le luci rosse non si uniscono in una sola fioca luce traballante.
Mi stringo nel mio giubbotto. L'aria fredda mi riempie i polmoni.
Sono contenta di essere tornata. Sono pronta ad affrontare i problemi che ho lasciato qui sabato sera, andare oltre.
Dovrei dare una possibilità a noi, ma soprattutto a me.
La possibilità di capire chi sono davvero, se quella che piano piano si sta rivelando sia la vera Sarah.
Ma ho anche bisogno di spiegare a Jess quello che è successo. Non ho intenzione di raccontarle nulla sul mio passato, ma di chiederle tempo.
Tempo per lasciarmi andare.
Mi prendo del tempo prima di andare da lei. Ho bisogno di prendere coraggio, di capire bene quali parole utilizzare.
Andrò da lei questa sera, spiegandole ogni cosa.
Mi sdraio sul letto a leggere, in attesa che torni lili ma poco dopo bussano alla porta.
Svogliatamente mi alzo e vado ad aprire.
"Joe" sorrido "Entra"

"Sono venuto ad infastidirti un po'" mi sorride, scompigliandomi i capelli "Com'è andato il rientro a casa?" mi guarda preoccupato

"Bene" gli sorrido "Ho parlato con mio psicologo, mi ha aiutata a rimettermi in sesto"

"Non mi hai raccontato cos'è successo"

"Ora non ho voglia di parlarne. Te lo racconterò, solo non ora. D'accordo?" annuisce
Si sdraia sul letto poggiandosi il pc sulle gambe. Guarda attentamente la home di Netflix, alla ricerca del film giusto da guardare.
Laureen ci raggiunge poco dopo e si unisce a noi.
I miei due amici si divertono a commentare un noioso film che entrambi trovano stranamente interessante mentre io ascolto annoiata i loro discorsi.
Verso metà film, qualcun'altro bussa alla porta. È Laureen ad alzarsi
"Oh ciao Jessica"

"Ciao, io.. ma che succede?" appena vede me e Joe sul letto il suo viso si colora di un rosa acceso "Interrompo qualcosa?" ringhia

"Stavamo guardando un film" alza le spalle la mia coinquilina

"Oh certo, e la tua amica è decisamente troppo impegnata per venire ad aprire la porta" sputa "Nulla, volevo solo ridarvi questa" porge la spina tonda che le avevo imprestato.
La spina con cui ci siamo presentate.
"Grazie Jess" le dico non appena vedo la spina
Mi fulmina con lo sguardo, poi lascia la stanza.  "Qualcuno si è incazzato" dice Joe, cercando di nascondere un sorriso

"Non ridere" lo picchio sul petto
Alza le mani in segno di scuse.
L'ha infastidita parecchio vedermi con Joe.
Sorrido. Le piaccio davvero.
Ho adorato il modo in cui il suo viso ha cambiato colore e come abbia cambiato espressione non appena ha visto me e Joe sdraiati nello stesso letto.
Non pensavo potesse infastidirla il mio rapporto con lui. Sa bene che è il mio migliore amico.
Appena finito il film Joe se ne va, lasciando sole me e Laureen.
Mi racconta della storia tra lei e Pongo, e sono contenta per lei. Contenta che sia riuscita a trovare qualcuno in grado di amarla, come merita.
Non posso fare a meno di chiedermi se un giorno anche io riuscirò ad amare. Se riuscirò mai ad essere una fidanzata normale, che può essere sbattuta contro il muro senza avere un attacco di panico.
Dwight ha aperto in me delle ferite che non credevo possibili, che tutt'ora sono aperte e fanno male.
Quando Laureen mi racconta di lei e Pongo, di come i loro corpi diventano una cosa sola, provo un po' di invidia.
Invidia per la facilità con cui riesce a cedere il suo corpo ad un'altra persona.
Mi piace pensare che arriverà il momento in cui anche io riuscirò a farlo, il momento in cui tornerò ad essere felice.
Felice come lo ero prima di conoscere Dwight, prima che lui mi annientasse rendendomi solo un corpo vuoto.

Quel posto lontano chiamato FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora