Capitolo 6.

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24 settembre

Louis era tornato nel suo appartamento verso l'una del mattino, in anticipo rispetto agli altri giorni, ma era davvero distrutto e demoralizzato dalle indagini.
Si rigirava nel letto, non era riuscito a dormire neanche per un minuto, tormentato da mille dubbi e pensieri contrastanti.

Era confuso, Harry lo confondeva.

Faceva quel lavoro da anni e non gli era mai capitato di trovarsi così tanto in difficoltà nel fare il profilo psicologico a una persona.
E quello che più lo confondeva e lo faceva arrabbiare era il fatto che qualcosa di Harry lo attirasse, e quella era la cosa peggiore, perché sapeva che nel suo lavoro le emozioni offuscano il giudizio, e lui proprio non se lo poteva permettere.

Eppure qualcosa di Harry lo spingeva a lasciarsi andare, qualcosa lo attraeva.

Il telefono squillò, era Liam.

«Pronto?»

«Louis, apri subito la mail che ti ho mandato.»

Liam era molto agitato, era sicuramente successo qualcosa di grave, e Louis si aspettava un altro omicidio.
Si alzò e aprì la casella di posta elettronica dal suo portatile, scaricò il file e cazzo, quello non se lo aspettava.

«Merda» bisbigliò scorrendo le foto sullo schermo del computer.

«Louis, non sono un profiler ma credo che questo sia un problema, giusto?»

Louis era incredulo, sapeva che quel genere di cose potesse succedere, ma l'SI con cui avevano a che fare, per quanto sadico, si era mostrato umano nel provare rimorso per le vittime. Ma quello, quello era decisamente ad un altro livello.

«Dimmi tutto quello che sai.»

«Okay, si, allora la vittima si chiama Richard Cruise, ventisei anni, nato e cresciuto ad Atlantic City ed era impiegato presso una società di informatica. Vado dritto al punto, ti risparmio le domande. Era omosessuale, quoziente intellettivo dall'ultimo test prima del diploma equivalente a 187, non ha mai frequentato l'università ma ha conseguito un master in informatica per poter essere inserito all'interno dell'azienda in cui lavorava. Tale e quale alle altre vittime, in poche parole.»

«Ora del decesso?»

«Tra le due e le quattro del mattino. È stato trovato verso le sei del mattino dal guardiano del parco. L'ultimo avvistamento dalla videocamera di sorveglianza del pub in cui si trovava è stato all'una e quarantacinque circa.»

Louis deglutì, un groppo in gola. Aveva paura di fare quella domanda o meglio, aveva paura della risposta.

«Quale pub?»

«Il Bull Shots, lo stesso della sec-»

«Cazzo, cazzo, non è possibile, no fanculo.» Louis diventò isterico, scattò in piedi e iniziò a fare avanti e indietro per la stanza.

«Louis, Lou che succede?»

«Liam ero li stanotte, capisci? Cazzo ero li, sono andato via poco prima dell'una perché mi sono distratto, perché tutta questa storia di andare a caccia di non so chi totalmente a caso è frustrante. Ho passato giorni interi in giro per questi cazzo di locali senza sapere cosa fare, con tutta la gente che entra ed esce non sai dove cazzo girarti. Ma ero li, capisci? Ero li e c'era anche lui e io-»

«Louis, basta» lo interruppe Liam con un tono autoritario che Louis conosceva bene, e che usava sempre per riportarlo con i piedi per terra quando iniziava a perdere il controllo. «Non è colpa tua, okay? Non potevi saperlo, non avresti potuto fare niente e lo sai. Quante probabilità avresti avuto di vedere proprio la vittima andare via con il killer? Stai dicendo assurdità, quindi ora calmati e riprenditi cazzo.»

Criminal minds [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora