Capitolo 21.

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16 Ottobre


Alexander chiuse la porta di ferro alle spalle di Louis, che inspirò più volte prima di guardare il più piccolo.

«Harry» sussurrò cercando lo sguardo dell'altro.

«No Louis, va bene così. Stavi solo facendo il tuo lavoro, e anche io» disse con voce incerta, lo sguardo che vagava per la stanza evitando quello dell'altro, la lingua tra i denti, le palpebre che sbattevano troppo velocemente, poi incrociò lo sguardo del maggiore e sospirò rassegnato. «Immagino tu sappia che sto mentendo. Perfetto.»

«Mi dispiace, in genere non faccio il profilo alle persone che... Alle persone a me care» si corresse, prima di dire qualcosa che in quel momento sarebbe sembrata terribilmente sbagliata.

Harry si voltò di scatto e lo fissò, e il maggiore si morse la lingua perché lo stava guardando in un modo così intenso che Louis ebbe il presentimento che avesse capito cosa stesse per dire.

"Alle persone che amo."

Perché lui amava Harry in un modo così devastante che quello era l'unico motivo per cui si trovava li in quel momento, nonostante i suoi sospetti.

E cazzo Harry non era un profiler ma sicuramente aveva qualche abilità telepatica. Oppure conosceva Louis meglio di quanto il maggiore avesse mai capito.

«Quando sei venuto qui sospettavi di me, pensavi che fossi suo complice» disse, non era una domanda né un'accusa. Era una semplice constatazione.

Louis annuì.

«Allora perché sei venuto?»

Louis lo guardò e si inumidì le labbra, cercando parole che non includessero un "Perché ti amo".

«Perché ha detto che ti avrebbe ucciso, e quando ho sentito la tua voce chiamare il mio nome io... io pensavo fosse una messa in scena. Ma non... non lo avrei mai dato per scontato.»

«I tuoi sospetti sarebbero potuti essere veri, questa una trappola o tu saresti morto» constatò Harry con la fronte aggrottata.

«Non potevo essere certo al cento per cento che tu fossi il complice e non potevo rischiare.»

«Sei venuto qui perché avresti potuto arrestarlo.»

Louis inspirò profondamente. «No, sono venuto disarmato e nessuno sa che sono qui. Mi ha costretto a lasciare il telefono a casa così non potranno localizzarmi e lui... Ecco, c'è un motivo per cui lui sa così tante cose su... su me e te.»

"Noi."

Louis stava camminando su un campo minato, non sapeva più cosa fossero a quel punto.
Era sicuro dei suoi sentimenti verso Harry, così come era sicuro che Harry non avesse mai finto con lui, almeno non per quel che riguardava loro due.
Eppure lo sapeva che non sarebbero più stati gli stessi.

«Come?» chiese Harry in un sussurro.

«Ha messo dei microfoni a casa mia. Lui... lui ha ascoltato... tutto» rispose e chiuse gli occhi, perché non riuscì a reggere lo sguardo disgustato e ferito di Harry in quel momento.

«Che gran figlio di puttana» sospirò serrando i pugni. «Allora perché hai accettato di venire a queste condizioni? Sei impazzito forse?»

Louis scoppiò in una risata isterica. «Se pensi che ti avrei lasciato morire qua non hai capito niente Harry. Niente.»

Harry non rispose ma si, aveva capito benissimo e, come Louis, capì che non fosse il momento adatto per parlare di sentimenti.

«Dobbiamo trovare un modo per uscire da qui» disse Louis dopo minuti di silenzio.

Criminal minds [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora