Capitolo 14.

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8 Ottobre


Trascorsero dieci giorni, dieci giorni del nulla più assoluto.

Liam non aveva ottenuto niente dalle riprese dei pub.
Aveva contattato tutte le persone che era riuscito ad identificare dalle riprese delle telecamere ma nessuno ricordava di aver visto il taxi, era tutti troppo ubriachi, e l'auto non era stata ripresa altre volte dalle telecamere, nonostante queste inquadrassero sia l'entrata che la strada di fronte.

L'SI si era fermato dopo sette vittime quasi consecutive.

Louis e Zayn concordarono che probabilmente la conferenza stampa gli avesse imposto di tenere un profilo basso, in modo che tutti si convincessero che si fosse fermato e abbassassero la guardia.

Si appostavano ogni notte sempre fuori dallo stesso lurido pub, ma niente.

Silenzio totale.

E Louis si divideva tra il lavoro la notte e Harry di giorno, ormai quasi ogni giorno, ci stava facendo l'abitudine.

Era mattina, stavano a casa del maggiore dopo essere rientrati dal fare colazione insieme.
Ero sdraiati li ormai da qualche ora a guardare uno stupido programma di cucina, a quanto pare a Harry piacevano, il maggiore contro lo schienale del divano e il riccio accanto a lui con la schiena premuta contro il suo petto, il braccio di Louis a cingergli le spalle.

«Lou?» gli chiese Harry staccando gli occhi dal televisore. Louis mormorò in risposta, per metà assopito. «Hai mai paura di morire?»

Se Louis stava per addormentarsi, dopo quella domanda si svegliò completamente.

«Io... Sai, tutti questi omicidi in città. Ho paura, ecco» aggiunse Harry con voce incerta.

Louis sentì che stesse trattenendo il respiro e lui stesso si irrigidì a quella domanda.
Harry si voltò e incrociò gli occhi del maggiore, che si impose di sembrare il più disinvolto possibile.

«Ho sentito, ma non devi aver paura. Non ti accadrà nulla.»

«Come fai a esserne sicuro?» chiese con una punta di esitazione nel tono di voce.

«Perché lo so, non devi preoccuparti di questo» rispose forzando un sorriso, e gli lasciò un bacio sulla fronte.

Sentì Harry sussultare sotto il suo tocco, vide le sue pupille dilatarsi, le labbra serrate e il respiro leggermente accelerato. Era spaventato.

Louis voleva dirgli tutto, voleva stringerlo e promettergli che non gli sarebbe accaduto nulla di male ma non poteva, perché Harry non voleva parlarne e perché non gli avrebbe mai fatto una promessa che non era sicuro di poter mantenere.
Per quanto lo avrebbe sempre voluto proteggere, sapeva che non potesse stare con lui ogni secondo di ogni giorno.

«Harry, non ti succederà niente» gli ripeté con tono deciso e rassicurante, ma non sembrò convincere Harry, che era ancora spaventato, ma forzò un altro sorriso prima di sdraiarsi di nuovo con il volto rivolto verso il televisore, intrecciando le dita con quelle del maggiore poggiate sul suo ventre, stringendosi più vicino a lui.

Louis lo avrebbe voluto proteggere per sempre.

Sentì il respiro di Harry rallentare e capì che si fosse addormentato.
Si posizionò meglio stando attento a non svegliarlo e gli spostò alcuni ciuffi ribelli che gli erano ricaduti sulle guance, incastrandoli delicatamente dietro le orecchie.
Louis pensava che così fosse ancora più bello, il suo profilo delicato, la pelle liscia e rosea, le labbra piene e arrossate.

Dopo un numero di puntate di cui Louis perse il conto di quello stupido programma, sentì lo stomaco brontolare per la fame, così dal suo telefono ordinò cibo d'asporto, sperando che Harry gli avrebbe tenuto compagnia.
Aspettò che il fattorino fosse arrivato al suo edificio per svegliarlo, e si rese conto di aver effettivamente trascorso ore intere a guardarlo dormire, ad accarezzare i suoi contorni con la punta delle dita, piano per non svegliarlo.

Criminal minds [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora