Capitolo 23.

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18 Ottobre


«Mm Lou, spegnilo» si lamentò Harry contro il collo del maggiore.

Louis era preoccupato, temeva che Harry avrebbe avuto difficoltà a dormire a causa di quello che era successo, ma avevano dormito tutta la notte abbracciati e nessuno dei due si era svegliato neanche una volta.

«Devo rispondere, è Niall» borbottò Louis con la voce rauca dal sonno. «Niall, sei in viva voce.»

«Buongiorno ragazzi, come state? Dormito bene? È tutto okay? Quante volte avete litigato?»

«Cazzo Niall, quanto sei irritante. Stiamo bene, ci hai svegliato, mi stai facendo troppe domande, e no, non abbiamo litigato» ribatté seccamente il maggiore mentre Harry arrossì imbarazzato.

«Ah menomale, per un secondo ho pensato che mi avresti ucciso per la suite matrimoniale.»

«Per un secondo ho pensato di farlo, dato che non sapevo cosa ne pensasse Harry. Ti piace un po' troppo fare le cose alle mie spalle, codardo che non sei altro.»

«Eh dai Lou, ce l'hai ancora con me perché non ti ho detto che Liam avrebbe collaborato al caso?» disse in tono lamentoso. «Okay, forse non avrei dovuto dirlo, cazzo.»

Louis scoppiò a ridere alla vista di un Harry con la fronte aggrottata, il labbro inferiore sporgente e le braccia incrociate al petto.

«Sei proprio un cazzone, non mi importa più sinceramente» rispose il maggiore accarezzando il labbro di Harry, parlando più a lui che al suo capo.

Niall sospirò in modo teatrale. «Si, si, va bene piccioncini. Ordinate la colazione, riunione tra un'ora con la squadra. Ci sarà anche il tuo capo, Harry.»

Il riccio, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, arrossì visibilmente a quella spontaneità e Louis sorrise intenerito, lasciandogli un bacio silenzioso sulle labbra.

«Oh, io... Ehm si, va bene. Ciao, comunque, è un piacere conoscerti. Louis parla di te in continuazione» balbettò, trattenendo una risata quando Louis sfilò il cuscino da sotto la testa e lo colpì in faccia.

«Davvero? Beh, buono a sapersi» ribatté Niall sghignazzando. «Ora vi lascio, ci sentiamo dopo» disse prima di chiudere la comunicazione.

«Sei proprio un piccolo bastardo, lo sai?» Louis spinse Harry contro il materasso e lo sovrastò, si mise a cavalcioni su di lui e iniziò a solleticargli i fianchi, godendosi la vista di Harry che rideva fino alle lacrime per il solletico.

«L-Lou... B-basta... Ti p-prego!»

«No, questa è la punizione per la tua impertinenza» ribatté il maggiore ridendo con lui, afferrandogli i polsi e portandoli sopra la testa per bloccarlo e impedirgli di muoversi.

Louis notò un cambiamento, Harry si era irrigidito per un secondo, poi aveva continuato a ridere, ma non come prima, e lasciò subito la presa.

«Cazzo piccolo, mi dispiace, io... Non avrei dovuto farlo.»

«Hey, no è tutto okay. Mi ha... Mi ha solo ricordato quel momento, ma è stato solo per un secondo» lo rassicurò il più piccolo.

«No Harry, non va bene. Avrei dovuto pensare che non volessi essere preso in quel modo.»

Il riccio sbuffò e alzò gli occhi al cielo. «Ti ho detto che è stato solo per un secondo. Io non ho paura di te, non potrei mai. So che non mi faresti mai del male, e questa storia del profiler è snervante. Smettila di analizzare ogni mia singola reazione, okay? Per favore.»

Criminal minds [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora