Capitolo 27.

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24 Ottobre
Harry POV


L'udienza con la commissione disciplinare era stata semplicemente una tortura.
Aveva dovuto chiedere due pause perché sentiva di non riuscire a reggere la pressione, ed entrambe le volte si era ritrovato con la testa china sul water a riversare ciò che non mangiava da giorni, con Nick che gli ripeteva a intermittenza quanto fosse un coglione.

Non lo aveva mai odiato tanto in vita sua.

Alla fine decisero di essere clementi, Harry non capì se si fossero bevuti la storia che Niall gli aveva detto di raccontare o se semplicemente avessero provato pietà per lui, ma non gli importava.

Tornando a casa aveva sterzato all'improvviso per cambiare direzione rischiando un frontale con un'altra macchina, perché non avrebbe retto un altro giorno li dentro.
Le parole che Louis gli aveva rivolto al parco lo stavano tormentando, aveva perfino rinunciato a dormire quando iniziò a sognarle anche la notte.
Non aveva avuto il coraggio di salutarlo, si era fatto bastare quell'ultima notte insieme, e per quanto tutto dentro di sé volesse lasciare tutto e salire su un maledetto aereo, semplicemente non ci riusciva.

Era andato in cimitero a trovare la madre, seduto ore sul terreno umido a fissare la sua foto e riversare sulla terra tutte le lacrime che aveva, chiedendosi il perché gli risultasse così difficile trovare il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle.

Non aveva trovato una risposta, o forse si.

Rientrò in albergo dopo il tramonto. Aveva prenotato per l'intera settimana, anche se sapeva che prima o poi sarebbe dovuto tornare a casa sua, ma non riusciva a fare neanche quello.
Non riusciva a guardare quel letto in cui si erano amati e detti addio.

Stava quasi per decidere di farsi una doccia quando il suo telefono squillò, ed era talmente stanco e assorto nei suoi pensieri che rispose senza neanche controllare il mittente della chiamata.

«Pronto?»

«Ciao Harry.»

Harry pensò di aver raggiunto nel giro di un secondo il livello massimo di disperazione che avrebbe mai potuto raggiungere, e che se non fosse stato letteralmente devastato avrebbe anche potuto avere un crollo mentale in quel preciso momento.

«Niall... È-è successo qualcosa?» sussurrò preso dal panico.

«Oh, a parte il fatto che il mio migliore amico sia letteralmente a pezzi per colpa tua? Direi di no» rispose in tono sarcastico.

«Niall, ascolta-»

«Perché non gli hai detto della tua laurea, Harry?» lo interruppe.

«Te l'ha detto lui?»

«Mm no. Sai, per quanto io non sia un profiler, non sono stupido. Ho avuto il sospetto durante le indagini, perché le tue osservazioni andavano oltre le semplici conoscenze che può avere un Detective, e hai analizzato la situazione come solo uno che ha conoscenze approfondite in psicologia sa fare. Louis sarà anche stato cieco, ma io non sono lui. Ora, non mi interessa perché tu abbia mentito, se lo hai fatto avrai un buon motivo, ma dopo averti salvato letteralmente il culo davanti alla Commissione pretendo una spiegazione, e risparmiami le stronzate su quanto sia difficile lasciare tutto.»

Harry era semplicemente stupito, perché Niall gli era sempre sembrata una persona gentile e difficile da far arrabbiare, non aveva percepito questo lato di lui.

«Io... Non lo so.»

«Harry, scusa se te lo dico e non mi interessa se ti incazzerai per questo. Ho chiesto a Liam di fare delle ricerche, ho visto che dopo la laurea ti sei registrato all'FBI per seguire i seminari per diventare un profiler. Perché hai rinunciato? Non credo che tu abbia deciso di buttare la tua vita in quel posto dimenticato da Dio solo per paura di fare una cazzo di valigia e partire.»

Criminal minds [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora