Capitolo 10.

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26 settembre


Si svegliò stranamente leggero e, dopo tanto tempo, con un sorriso sulle labbra.

Aveva preso la sua decisione, aveva deciso di lasciare entrare Harry.

Era consapevole delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro se qualcosa fosse andato storto, e una parte di sé si chiedeva se valesse la pena mettere tutto a rischio, compresa la sua carriera, per un uomo che aveva appena conosciuto.
Ma da tanto tempo non provava quel brivido, quell'emozione che spezza il fiato con un solo sguardo, forse anche a causa del suo lavoro che, Louis lo sapeva, lo stava lentamente consumando.

Aveva pensato al fatto che prima o poi sarebbe dovuto tornare a casa, ma più di quello lo spaventava il fatto che, un giorno o l'altro, avrebbe dovuto dire a Harry la verità.
Cosa sarebbe successo se avesse scoperto che Harry non era l'SI? Il senso di colpa verso il primo motivo per cui si era avvicinato a Harry, cioè i sospetti verso di lui, lo travolse.

Accantonò quel pensiero, perché ne aveva già troppi per la testa, si alzò dal letto e andò in cucina per il solito caffè.

Decise di chiamare Liam, avevano davvero necessità di dare una svolta al caso.

«Ciao Liam, ci sono novità?»

«No, per ora tutto tace. Tu hai trovato qualcosa?»

«Niente» e si sentì in colpa, perché in qualche modo si sentì come se gli stesse mentendo non parlando dei suoi sospetti su Harry, ma appunto erano solo sospetti, e non avrebbe coinvolto il riccio nell'indagine per delle stupide supposizioni.

Se lo avesse coinvolto e accusato formalmente, la stampa lo avrebbe letteralmente distrutto, anche se poi fosse risultato innocente.
Ma non poteva lasciarsi distrarre un'altra volta, il suo compito era quello di sorvegliare i pub, non avrebbe più potuto saltare un'altra missione per uscire con Harry, doveva trovare un altro modo.

«Analizziamo la lista degli operatori del centro d'ascolto» disse Louis accomodandosi su una sedia e accendendo il suo portatile.

«D'accordo, ho già fatto una prima scrematura in base alle informazioni che abbiamo.»

«Sono ventisette in tutto. Abbiamo stabilito che l'SI dovrebbe avere un'età compresa tra i venticinque e i trentacinque anni. Quanti anni ha il più grande?»

«Trentatré. Ho già eliminato quelli over trentacinque.»

«Sono tutti omosessuali?» chiese Louis scorrendo le foto allegate.

«No, almeno non lo possiamo dire per certo. Alcuni sono sposati, altri hanno figli, ma sai che non è detto che non siano omosessuali o che siano dichiarati.»

Louis si massaggiò le tempie, riflettendo. «Elimina quelli che hanno figli di qualsiasi età. L'SI non è tipo da figli.»

«Scendiamo a ventitré.»

«D'accordo, ora elimina quelli sposati o che hanno una relazione, con donna o uomo che sia. Il killer è troppo preso da se stesso e dalle sue insicurezze per avere il tempo e la stabilità mentale che richiedono una relazione.»

«Siamo a diciotto.»

«Quanti di loro utilizzano i social?»

«Quasi tutti, a dire il vero.»

Louis sbuffò frustrato. «Puoi mandarmi i profili di ognuno di loro?»

Liam restò qualche secondo in silenzio prima di schiarirsi la voce e «Se vuoi possiamo fare una video chiamata e ti condivido lo schermo, è più semplice» disse con un tono nervoso che non sfuggì al maggiore.

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