20 Ottobre
Arrivarono a casa di Harry, non quella in cui abitava sotto copertura, ma quella vera.
Louis sorrise all'eccitazione del riccio nel volergliela mostrare, nel poterlo finalmente coinvolgere in qualcosa che fosse realmente suo.«Beh non è niente di che, lo stipendio in centrale fa schifo» disse Harry con il tono di uno che senta la necessità di giustificarsi, ma Louis era felice, perché non gli importava dove vivesse e perché quella casa sapeva di Harry.
Era un piccolo bilocale situato al secondo piano di un edificio trasandato, ma l'interno era accogliente e ben arredato.
Alle pareti erano appesi quadri che raffiguravano grandi città: Roma, Parigi, New York e Los Angeles.
Louis di nuovo non poté fare a meno di pensare che quello fosse l'ennesimo indizio di quanto Harry sentisse il bisogno di esplorare e viaggiare, ma non disse nulla.
Nel piccolo soggiorno era presente un camino in pietra, con sopra una mensola piena di fotografie. Louis riconobbe Harry e Nick, Harry giovane in divisa, Harry il giorno del diploma, ma la maggior parte ritraevano una donna bellissima che assomigliava incredibilmente al riccio.«È tua madre?»
«Si. Questa qua l'abbiamo scattata il giorno al parco, quello del picnic e del gelato» rispose con un sorriso amaro sulle labbra, le lacrime agli occhi.
«È bellissima Harry, e le assomigli molto» disse Louis circondandogli la vita con un braccio e stringendolo forte a sé.
La parete opposta era interamente occupata da una libreria. Libri di letteratura, chimica, matematica, grossi volumi di medicina e psicologia.
«E questi?»
«Beh si, te l'ho detto che mi interessa il mondo della psicologia» disse scrollando le spalle, e Louis aveva capito da tempo che fosse un gesto che faceva quando voleva sminuire qualcosa che lo riguardava.
«Interessa? Questi sono testi universitari Harry, non libri che leggi a tempo perso.»
Louis lo guardò e il riccio distolse lo sguardo. Gli aveva promesso che non lo avrebbe più analizzato perché Harry si sentiva a disagio quando lo faceva, ma il maggiore ebbe il sospetto che ci fosse qualcosa che non gli stesse dicendo.
«E quindi? Sono interessanti» ribatté, fece un passo indietro come per allontanarsi da quella conversazione, iniziò a rigirare l'anello che aveva al dito e a mordersi il labbro con fare nervoso.
«Okay, quindi tu leggi testi universitari di psicologia e psicologia criminale, ma non conoscevi la differenza tra psicopatico e sociopatico? Anche se ora che ci penso lo hai sempre definito uno psicopatico, a parte in quell'occasione in cui mi hai chiesto di spiegarti la differenza. Tra l'altro hai partecipato al seminario sul profiling a New York e in riunione con gli altri hai fatto intendere di non sapere cosa significasse SI, che è la prima definizione che si fornisce ai seminari e che è riportata su tutti i manuali di psicologia criminale.» Louis si fermò un secondo a riflettere. «Per questo eri nervoso in riunione. Non perché ti sentissi a disagio a dire la tua opinione sul caso in mezzo a dei profiler, ma perché non volevi che capissimo quanto in realtà tu sappia dell'argomento.»
Louis aveva colto nel segno. Harry girò la testa di scatto e incrociò il suo sguardo, la mascella contratta e le labbra serrate.
«Hai mentito» sussurrò Louis con un'espressione stupita sul volto. «Perché?»
«Lou...»
«Da quanto sei un agente, Harry?»
Il riccio sospirò e incurvò le spalle, come se si fosse arreso all'idea di non potergli più mentire. «Da quattro anni.»
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Criminal minds [L.S.]
Mystery / ThrillerLouis/Harry, accenni Louis/Liam, Liam/Zayn FBI!Louis, Mystery!Harry Dalla storia: «Quindi fammi capire, sto andando li per indagare o per fare da esca?» «Senti Louis, sei uno tra i migliori profiler, sai cercare e trovare indizi dove gli altri fall...