Capitolo IV

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La prima settimana a scuola trascorse senza intoppi. John era riuscito a evitare chiunque, non che fossero molte le persone che volessero avere a che fare con lui, fatta eccezione per Seraphina. Aveva evitato anche lei qualche volta a dire la verità. L'unico altro studente che lo aveva cercato fu Zeke che aveva tentato di attaccare bottone dal secondo giorno. John lo aveva liquidato con un secco "sparisci" e per il resto della settimana era stato ben attento a stargli lontano cambiando strada ogni volta che lo incrociava nei corridoi. Zeke era una vera spina nel fianco, aveva perfino avuto la faccia tosta di aspettarlo fuori dal suo dormitorio, con la scusa di voler portare i libri per lui. John era riuscito a levarselo di dosso solo una volta arrivato in classe. Zeke comunque era il minore dei suoi problemi sebbene fosse alquanto fastidioso. L'intero corpo studentesco era il problema maggiore. John non aveva bisogno di ascoltare ciò chedicevano per sapere cosa pensavano. I loro sguardi erano più che sufficienti e sebbene sapesse di meritarsi ogni singola occhiata ostile da parte loro, non era comunque facile camminare facendo fint adi niente per i corridoi. Così limitava i propri spostamenti a pochissimi luoghi: dormitorio-classe, classe-mensa, mensa-dormitorio. Di solito si portava il pranzo in camera dove preferiva mangiare in solitudine o si cucinava da sé, anche se spesso Seraphina si univa a lui.

Il professore finì di dettare i compiti e quando suonò la campanella John fu già con la mano in tasca a prendere le cuffie. Se le mise alle orecchie e scorse la playlist mentre con l'altra mano ficcò il libro nella borsa.

«Non riesco a capire, è ancora John il Re?» Sentì sussurrare da una ragazza alla propriadestra.

«Certo, ha sconfitto i Reali, no?» Disse qualcun altro.

«Zitti, non fatevi sentire a parlare di lui» Si intromise una terza voce. Poi John non udì più nulla perché la musica gli rimbombò nelle orecchie. Si alzò, ignorò gli studenti che si ritraevano al suo passaggio e uscì dalla classe.

Le loro parole però gli avevano ricordato la decisione che aveva preso. Non poteva più rimandare. Con un sospiro, invece di dirigersi verso il dormitorio, prese la strada per il tetto. Una parte di lui sperava che Arlo non fosse lì ma un'altra voleva liberarsi di quell'incombenza il prima possibile. Che poi, era davvero necessario formalizzare le cose? Sicuramente serviva più agli altri studenti che a lui. Tuttavia voleva davvero liberarsi di quel peso e riprendere la propria inutile vita nel modo più tranquillo possibile.

Salì le scale che portavano al tetto. Un ragazzo che aveva picchiato una volta proprio lassù stava scendendo proprio in quel momento. Si fermarono entrambi, l'altro impallidì vistosamente. Balbettò qualcosa che John non si preoccupò di ascoltare ed evitò accuratamente di guardarlo negli occhi come se temesse di vederlo andare fuori di testa da un momento all'altro. John riprese a camminare, l'altro ragazzo si affrettò a spostarsi schiacciandosi contro la parete. John lo superò senza guardarlo, salì gli ultimi scalini e finalmente sentì l'aria fresca sul volto. Il cielo era limpido, il calore del sole piacevole sulla pelle. Arlo non era lì.

John raggiunse la ringhiera e guardò in basso. La gran parte degli studenti avevano terminato le loro lezioni per quel giorno, molti di loro stavano passeggiando in giardino nell'attesa di iniziare la sessione di compiti pomeridiani. John non pensò nemmeno di andare a cercare Arlo altrove. Ad eccezione della sua camera quello era forse l'unico posto tranquillo dove poteva stare senza dover per forza fingere di non vedere le persone attorno a lui. Si tolse le cuffie e voltando la schiena alla ringhiera si sedette per terra. Finalmente la pace. Per un attimo chiuse gli occhi beandosi dei suoni della natura: il leggero soffio del vento e il vivace cinguettare degli uccelli. Nemmeno il brusio di voci che giungeva dal cortile lo disturbava. In qualche modo era rilassante poter allontanarsi da tutti. Non durò molto però perché sentì la porta cigolare e aprì gli occhi.

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