Capitolo XXXVI

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Passarono tre giorni dal ritorno del Rifugio dalla gita e non c'erano stati molti cambiamenti. Agli studenti era di nuovo permesso uscire dai Dormitori e utilizzare le aule della scuola ma le lezioni non erano ancora riprese. C'era stato il funerale della segretaria del Preside a cui John aveva dovuto partecipare assieme a Remi in quanto rappresentante del corpo studentesco, mentre non si avevano ancora notizie di Vaughn né di Cecile. John aveva provato ad andare in ospedale ma la stanza della ragazza era controllata da due guardie. A quanto pareva i genitori di Cecile volevano evitare altri attentati alla vita della figlia con ogni mezzo e avevano espressamente richiesto che nessuno, eccetto i medici autorizzati, entrassero in camera sua.

Assieme alle lezioni erano ancora sospese le attività di tutti i club perciò anche il Rifugio era chiuso, non che questo avesse per John alcuna importanza.

John aveva visualizzato tutti i fascicoli degli studenti della Wellston e aveva consegnato a Seraphina tutti quelli che avevano catturato la sua attenzione. L'amica aveva deciso, per cominciare, di interrogarli per vedere se avevano un alibi per il giorno dell'esplosione che li scagionassero da ogni sospetto. Non c'era modo che potesse pedinarli tutti costantemente, nemmeno con l'aiuto di John e Arlo. La ragazza aveva chiesto a Isen di procurarle i dati per accedere alla documentazione degli insegnanti cosa che – aveva detto Seraphina – lo aveva mandato quasi nel panico. Dovevano controllare tutto il personale però se volevano fare un lavoro accurato.

Finché Isen non si fosse deciso a procurarsi la password John aveva ben poco da fare. Aveva lasciato che fossero Arlo e Seraphina a occuparsi degli interrogatori perché non aveva voglia di vedere troppa gente – tanto per cambiare. Così aveva ripreso la propria solita routine di allenamenti, notti insonni e studio. John studiava per tenere la mente occupata visto che le lezioni erano ancora sospese, si era perfino portato avanti con il programma di alcune materie. Non si era mai impegnato così tanto, almeno per ciò che riguardava la scuola.

Remi era tornata da lui a chiedergli di allenarla, John si era completamente dimenticato di quella stupida faccenda così inizialmente non aveva nemmeno capito di cosa stesse parlando. Naturalmente aveva rifiutato di nuovo. Remi non gli era sembrata molto contenta e gli aveva espressamente detto che sarebbe tornata mentre Blyke, dietro di lei, ridacchiava per chissà quale motivo come un idiota.

Blyke era un altro tasto dolente, la sua presenza diventava sempre più pressante ogni giorno che passava. Fortunatamente usciva spesso con Remi e Isen ma quando tornava occupava sempre lo spazio comune del Dormitorio ed entrava in camera di John senza permesso, costantemente. Adesso non si preoccupava nemmeno più di bussare alla porta – forse questa era colpa di John che fingeva sempre di non sentire – ma entrava direttamente e, per giunta, se aveva bisogno di qualcosa se lo prendeva senza nemmeno più chiedere. Si limitava ad informarlo ad esempio dicendogli "prendo in prestito il temperino" oppure "ti rubo un attimo la matita". La prima volta che era successo John non era nemmeno riuscito a spiccicare parola tanto gli era sembrato inconcepibile quel modo di fare. La seconda volta gli aveva detto di non toccare le sue cose e Blyke, accigliandosi come se avesse sparato una grossa stronzata, lo aveva guardato e gli aveva risposto:

«Tanto poi se te lo chiedo me la presti quindi che ti cambia?» John non aveva detto nulla perché effettivamente aveva ragione. Preferiva prestargli le cose per levarselo di torno il prima possibile anche se era sicuro che quello fosse tutto un piano malsano per farlo andare fuori di testa. John si era lamentato con Seraphina di queste cose ma lei, invece di dargli supporto, si era messa a ridere. John aveva quindi deciso di usare la tattica del "far finta di non vedere né sentire" così quando Blyke entrava in camera sua lo ignorava completamente lasciando che facesse quello che voleva e poi se ne andasse. Aveva funzionato una volta soltanto perché Blyke si era parecchio irritato nel non ricevere il minimo segnale di risposta da lui e la volta successiva gli si era piazzato davanti sventolandogli sotto il naso il foglio protocollo, informandolo che lui li aveva finiti. John credeva che fosse una bugia ma gli aveva ringhiato di prenderlo e sparire.

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