Capitolo VII

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Si svegliò di soprassalto con il volto di Claire davanti agli occhi e la sua voce che gli risuonava nelle orecchie. Un altro incubo. Aveva sperato che dopo essere tornato a New Bostin e aver parlato sia con lei che con Adrion almeno quelli sarebbero scomparsi. Invece gli incubi lo visitavano ogni notte.

John voltò la testa verso il comodino. La sveglia segnava le 4.35. Era decisamente troppo presto per alzarsi ma sapeva che non sarebbe riuscito a riaddormentarsi così decise di uscire e fare una corsa. A volte aveva la sensazione che lo sport fosse l'unica cosa che lo aiutava a restare sano di mente in quel posto. Scese dal letto e si preparò velocemente uscendo poi nell'aria fredda per un po' di stretching prima della solita sessione di jogging. Correre nelle prime ore del mattino era rinvigorente. Non c'era in giro nessuno e perfino il campus diventava in qualche modo rilassante.

Corse per un'ora e mezza prima di tornare al dormitorio, farsi una doccia e uscire di nuovo con i libri sottobraccio diretto verso il bar della scuola. Era ancora abbastanza presto perciò poteva fare colazione in tranquillità senza temere di incontrare troppa gente. Difatti nel bar c'erano solo due altri studenti, stranamente mattinieri anche loro. Nemmeno si accorsero del suo arrivo perchè erano impegnati a ripassare qualche materia. John immaginò che avessero un'interrogazione o un compito in classe di lì a poco. Si sedette aun tavolo in disparte con un cappuccino e una brioches davanti ma ultimamente non aveva nemmeno molta fame, mangiava più per sopravvivenza che per piacere e non riusciva a gustarsi niente.

Per passare il tempo ripassò la lezione di algebra.

"Diamine, sono proprio messo male se passo tutto il mio tempo libero a studiare". Quando si accorse però che il bar cominciava a riempirsi raccolse tutte le sue cose, si mise le cuffie alle orecchie e se ne andò in fretta. Gli studenti gli fecero spazio mentre usciva dal bar. Anche se John non udì le loro parole perché la musica di Wennato gli rimbombava nelle orecchie, potè ugualmente immaginare cosa dicevano. E comunque bastavano i loro sguardi terrorizzati e malevoli per capirlo.

Raggiunse la propria classe molto prima dell'inizio delle lezioni. Era diventata un'abitudine, in quel modo non doveva passare davanti a tutti gli altri studenti mentre raggiungeva il proprio banco. Era seduto in ultima fila, in un angolo vicino alla finestra. Non aveva fatto molto per ottenere quel posto. Si era semplicemente seduto lì il primo giorno di lezione dopo la sua sospensione e chiunque fosse lì prima di lui non aveva osato protestare e aveva cambiato posto senza dirgli nulla. Purtroppo proprio il banco accanto al suo era quello dove si sedeva Blyke che non perdeva occasione per guardarlo male.

Una volta John ce l'aveva parecchio con Blyke ma adesso tutto ciò che rimaneva di quella rabbia era l'ormai ben noto senso di colpa che non gli dava pace dalla mattina alla sera. Uno dei suoi buoni propositi era quello di scusarsi con lui e gli altri ma, un po' perché non aveva mai trovato l'occasione giusta, un po' per orgoglio, non l'aveva ancora fatto. E comunque non pensava che loro avrebbero accettato le sue scuse. Al loro posto lui non l'avrebbe fatto.

Pochi minuti prima delle 8.00 gli studenti cominciarono a defluire in classe. In realtà i primi ad arrivare si fermarono fuori dall'aula ad aspettare che un qualche alto livello entrasse prima di loro. Alla fine entrarono dopo di Blyke prendendo posto ai banchi più lontani da dove si trovava John. Il rosso gli rivolse la solita occhiataccia mattutina ma John nemmeno si voltò verso di lui perciò non se ne accorse. Quel giorno anche Seraphina decise di venire in classe. La ragazza lo salutò con un sorriso a cui John rispose con un minimo cenno della mano prima di tornare a voltarsi verso la finestra.

La lezione fu di una monotonia totale ma John riuscì a seguire piuttosto bene tutta la spiegazione. Il merito sicuramente andava alle ore in più di studio che faceva ultimamente e grazie alle quali riuscì a rispondere correttamente alle due domande che il professore gli fece a metà dell'ora. Una lezione dopo l'altra arrivò l'intervallo. John non si mosse dal proprio posto e Seraphina si spostò vicino a lui rubandogli metà della merenda.

Unordinary - Le 7 leggendeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora