Capitolo XVIII

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Tornato al dormitorio la prima cosa che Blyke fece fu segnare sul calendario giorno, luogo e orario della presentazione del nuovo libro della serie di Astore. Will Barnes era decisamente il suo scrittore preferito, aveva letto tutto quello che aveva pubblicato e la sua serie preferita – quella di Astore appunto – era proprio sulla mensola vicino al letto. Aveva perso il conto di quante volte aveva letto ciascuno di quei libri. Gli piacevano tutti ma il suo preferito era senza ogni dubbio il terzo intitolato "Il sangue della salamandra". Blyke fece due cerchi in rosso attorno alla data prefissata ma non c'era pericolo che potesse dimenticarla. Chiuse il pennarello e lo lanciò nel portapenne sulla scrivania facendo centro al primo colpo. Si buttò poi sul letto pregustano il momento in cui gli avrebbe stretto la mano. Cosa gli avrebbe detto? Naturalmente doveva fargli firmare tutti i suoi libri, non solo quelli di Astore ma anche gli altri. Gli avrebbe chiesto anche di scattare una foto assieme per immortalare l'evento. Un sorriso gli alleggiò sul volto per svariati minuti. Nel silenzio udì aprirsi la porta del dormitorio. John era tornato. Blyke era certo che fosse uscito ad allenarsi o qualcosa di simile. Sospettava fortemente che fosse sport-dipendente, lo aveva visto da lontano qualche volta mentre usciva dal campus per farsi una corsa chissà dove e a volte lo sentiva uscire la mattina molto presto, ogni tanto perfino alle 3.30 o 4.00 del mattino. Doveva essere pazzo, non c'era altra spiegazione. Nessuno sano di mente andava a correre dieci volte al giorno ma in fondo si sapeva che John tanto a posto con la testa non lo era.

"L'abilità di John si è sviluppata tardi rispetto a noi, questo significa che ha vissuto per molto tempo come un basso livello, che è stato maltrattato e bullizzato per chissà quanto! Ora voi vorreste farmi credere che, se foste stati al suo posto, non avreste provato neanche una briciola di tutta la rabbia che ha provato lui? Davvero?" Le parole di Remi gli tornarono in mente pungolandolo dall'interno. Blyke piegò le labbra in un broncio. Che gli importava di cosa aveva passato quello stronzo? Li aveva massacrati di botte, era tutto ciò che aveva bisogno di sapere.

"Non serve a niente portare rancore, non fa altro che creare ancora più conflitti".

Blyke si tirò su a sedere scompigliandosi i capelli con le mani in un impeto di frustrazione. Dannazione. Perché ci stava pensando così tanto? Rimanendo in ascolto udì John andare in bagno e chiudere a chiave la porta. Ora avrebbe fatto la doccia e poi sarebbe ritornato nella sua stanza, dopodiché Blyke non avrebbe più udito alcun rumore provenire dalla camera a fianco. A volte gli sembrava di vivere con un coinquilino fantasma, non che gli dispiacesse naturalmente. A volte però si chiedeva cosa facesse John là dentro, non era normale non udire il minimo rumore, forse passava il tempo a dormire o forse c'era un buco nero che lo inghiottiva come entrava nella stanza per portarlo chissà dove lontano da lì.

Approfittando del fatto che stesse facendo la doccia, Blyke uscì dalla camera e cercò qualcosa da mangiare negli armadi della cucina. Sì, aveva appena mangiato un gelato a tre gusti e sì, aveva ancora fame. Scoprì di aver già finito tutto quello che aveva comprato solo tre giorni prima e che era rimasta solo una misera barretta al cioccolato con le nocciole. Lanciò un'occhiata alla parte di dispensa di John ma a parte una scatola di cornflakes, dei succhi di frutta e delle mele non c'era molto altro. E comunque non avrebbe mai toccato niente di suo neanche sotto tortura.

"Non serve a niente portare rancore, non fa altro che creare ancora più conflitti" Lo punzecchiò ancora una volta la vocina insistente di Remi.

"Ho capito, lasciami in pace adesso" Pensò scartando la barretta al cioccolato e ficcandosela in bocca tutta in una volta. Masticò rumorosamente senza riuscire a mandare giù il boccone che era decisamente troppo grande. Ecco cosa succedeva quando era nervoso, che finiva per ficcarsi in bocca più roba di quella che potesse contenere. Rischiando di soffocare per il cioccolato che aveva formato una palla nella sua gola Blyke prese un bicchiere, lo riempì d'acqua e la buttò giù tutta d'un sorso. Sentì il cibo scendere dalla gola verso lo stomaco con un bruciore insopportabile.

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