Capitolo XXXIII

20 2 0
                                    

Seduto alla scrivania davanti al computer John scorreva una a una le pagine degli studenti della scuola prestando particolarmente attenzione a ciascuna abilità. Era sveglio dalle 4.00 del mattino, era un lavoro lungo e noioso che per giunta non dava alcuna certezza nei risultati. I documenti potevano essere falsificati. Era difficile visto l'accuratezza dei controlli da parte delle Autorità ma di sicuro non era impossibile. John credeva che fosse più facile falsificare il livello di una persona piuttosto che l'abilità stessa. Il primo si poteva camuffare, la seconda no. Questo significava che doveva tenere conto di tutte le abilità più deboli che in un modo o nell'altro potevano, se accresciute di livello, causare un'esplosione come quella di due giorni prima. Era un lavoro che richiedeva una grande immaginazione ma in questo John era piuttosto bravo.

Si stiracchiò sulla sedia e voltandosi verso il comodino vide che erano le 8.30. Era ora di fare una visita a Terrence. Salvò i documenti che aveva scaricato e chiuse il portatile. Si alzò e controllò il telefono. Si era ricordato di metterlo in carica quella mattina, appena lo accese si ritrovò una valanga di messaggi da suo padre e da Seraphina, nonché un gran numero di chiamate. Un brivido gli corse lungo la schiena.

"Quelli mi ammazzano" Pensò. Con tutte le cose che erano successe non aveva minimanente pensato ad avvertire nessuno dei due. Per prima cosa richiamò suo padre che rispose al primo squillo.

«Quando ti chiamo mi aspetto che tu risponda» Disse William senza nemmeno un saluto prima. John deglutì. Era arrabbiato, molto arrabbiato.

«Scusa, il telefono era...».

«Non ti scuso John. Hai idea di quanto fossi preoccupato? Ho sentito la notizia al TG e ho passato l'intera giornata di ieri a chiamare la scuola visto che tu non ti sei degnato di farmi sapere che stavi bene» Non era solo arrabbiato, era furibondo.

«Mi dispiace, il telefono era scarico e... uhm... Keene mi ha incaricato di controllare che nessuno studente se ne andasse in giro e cose del genere...» Spiegò John con tono davvero dispiaciuto. Non avrebbe voluto farlo preoccupare.

«Sì, sono riuscito a contattare Keene alla fine e mi ha riferito un paio di cosette» Sibilò William. John gemette. Questa volta non si sarebbe salvato facilmente. «Come diamine ti è saltato in mente di metterti all'inseguimento di una sconosciuta?» Era decisamente fregato. John non seppe proprio cosa dire. Suo padre era capacissimo di correre lì alla Wellston per venirgli a dare una strigliata, anzi, era strano che non lo avesse ancora fatto «Anche se sei forte non sei imbattibile. C'è appena stato un attentato a scuola e tu cosa fai? Ti metti in pericolo. A cosa stavi pensando?».

«Uhg... è stato istintivo più che altro. Mi dispiace» Si scusò John ringraziando il cielo che suo padre non fosse lì con lui in quel momento.

«Non voglio più che tu faccia cose del genere. Sono stato chiaro?».

«Sì, va bene».

«E voglio che tu tenga quel dannato telefono sempre carico e acceso. La prossima volta che non mi risponderai immediatamente verrò lì personalmente» Lo avvertì William «È l'ultima possibilità che ti dò».

«Ho capito» Mormorò John conscio di averla combinata grossa. Sentì suo padre sospirare dall'altra parte della linea e anche lui dentro di sé tirò un sospiro di sollievo sapendo che per il momento la ramanzina era finita.

«Ad ogni modo stai bene?».

«Sto bene. Non ero nelle vicinanze dell'esplosione» E se ci fosse finito in mezzo sicuramente la prima cosa che la scuola avrebbe fatto sarebbe stato avvisarlo.

«Seraphina sta bene? Ho sentito che uno studente è stato ferito» Disse William.

«Seraphina è in gita con quelli del suo club. Un'altra ragazza è stata ferita, adesso è in ospedale» Spiegò John evitando di raccontargli dello stato di coma di Cecile per non tornare a parlare di Ann Bishop. Sfortunatamente suo padre glielo chiese così John fu costretto a raccontare l'intera storia anche se cercò di renderla il meno preoccupante possibile.

Unordinary - Le 7 leggendeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora