Capitolo XIII

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Seduto sul sedile del treno John ascoltava musica con la testa poggiata contro il finestrino guardando il paesaggio che scorreva veloce oltre il vetro. A cinque posti di distanza c'erano Cecile, Remi e Elaine, tutte e tre estremamente silenziose e, almeno le ultime due, estremamente tese. Wennato cantava una canzone dai toni fiabeschi che parlava di sogni e felicità, di un luogo a cui si poteva approdare solo credendoci. Era una delle sue canzoni preferite ma probabilmente non c'era più nessuno ad ascoltarla a parte lui.

Il treno rallentò e lanciando uno sguardo all'orologio del telefono John capì che erano arrivati. Vide le tre ragazze alzarsi e dirigersi verso le porte ancora prima che il treno si fermasse. Elaine si tenne appiccicata a Remi, Cecile invece lo aspettò. John non la degnò neanche di uno sguardo né si prese la briga di togliersi le cuffie. La ragazza dagli occhi violetti gli rivolse uno sguardo indagatorio ma lui finse di non notarlo. Scesero dal treno e si avviarono verso il luogo deputato alle dispute del Terrirorio. Era stato lì solamente un'altra volta quando Arlo lo aveva ingannato e teso una trappola con i suoi due sgherri.

Flash di quello che era accaduto quel giorno gli vennero in mente senza che li avesse chiamati: Meili trascinata in alto da una tromba di vento, lasciata poi frantumarsi al suolo dove aveva giaciuto immobile, Ventus colpito al fianco dai suoi artigli affilati che si adagiava a terra come corpo morto. E poi lui, John, sopra Arlo con il piede sul suo volto e gli occhi dorati accesi di furia palpabile.

John non sapeva perché gli venissero in mente quei flash così spesso, se fossero i sensi di colpa o una conseguenza del lavoro che Keon aveva svolto sulla sua mente. Erano sempre così vividi che non sembravano affatto ricordi ma accadimenti che avvenivano realmente davanti ai suoi occhi proprio in quegli istanti. Lo turbavano sempre mozzandogli il respiro, aumentando l'ansia dentro di lui.

John scacciò il panico con forza mentre camminavano verso l'area deserta dove i Reali della scuola rivale li aspettavano. Si tolse le cuffie. Quando era il Re di New Bostin aveva partecipato a innumerevoli Guerre per il Territorio, combattendo contro più persone insieme, vincendo sempre, facendo a pezzi qualsiasi avversario, colpendo, percuotendo, ferendo, trafiggendo senza pietà, senza emozione, guidato solo da una famelica soddisfazione. Non doveva accadere di nuovo.

«Voi due» Disse a Remi e Cecile «Non ho intenzione di combattere. Che la Wellston vinca o perda non è cosa che mi interessi».

«Non importa. Con loro tre possiamo cavarcela da sole» Gli rispose Remi duramente. Erano un pessimo gruppo, probabilmente i Reali meno affiatati di tutte le scuole del paese. Nemmeno Remi e Cecile andavano d'accordo a quanto John ne sapeva. Si avvicinarono ai Reali avversari. Erano stati loro a sfidarli ed erano curiosi di vedere il nuovo Re di Wellston. John non si preoccupò di mostrarsi educato e lasciò che fosse Remi a occuparsi delle formalità.

«Finalmente vediamo il nuovo Re di Wellston. Che fine ha fatto quello di prima, Arlo?» Domandò il Re avversario forse sorpreso che non avesse preso il posto di Fante.

«Si è preso una pausa» Rispose Remi «Come volete procedere? Uno contro uno o tre contro tre?».

«Uno contro uno» Rispose il Re avversario scrutando John che si teneva in disparte da tutti. Cecile e il Fante avversario si disposero l'una di fronte all'altro. Elaine diede il via all'incontro. Il Fante avversario si lanciò su Cecile con una traiettoria diretta, era piuttosto veloce, la sua aura si concentrava sulle braccia e sulle gambe. Spiccò un salto prima di raggiungere la ragazza e scese poi in picchiata. Cecile balzò indietro per evitare il colpo, il pugno dell'altro Fante si schiantò sul terreno spaccando la pietra. A quanto pareva la sua abilità gli conferiva una forza maggiore ai muscoli delle braccia e delle gambe. Cecile passò al contrattacco: lanciò dei proiettili di energia contro l'avversario che si protesse portandosi le braccia davanti al volto. Diversi tagli gli si aprirono all'altezza del busto. Il ragazzo si spostò e tentò un altro attacco da destra. Troppo debole. Uno come lui con un'abilità del genere doveva tenersi allenato costantemente nelle tecniche di combattimento corpo a corpo e in effetti era evidente che non era un completo neofita ma non ne sapeva comunque abbastanza. Le sue mosse erano elementari e prevedibili. John sapeva già chi sarebbe stato il vincitore di questo scontro. Cecile cercò di avvolgere i suoi viticci di energia attorno alle gambe del ragazzo che fu abbastanza veloce da evitare le prime tre trappole fuoriuscite dal terreno. Cecile lo costrinse a farsi indietro lanciando altri proiettili e come lui si spostò lo ebbe in pugno. I viticci gli si avvolsero attorno alle caviglie facendolo cadere a terra, un'altra serie di proiettili lo colpì ferendolo in varie parti del corpo. L'ultimo, il più grosso e lungo si fermò sopra di lui, pungendogli la gola. Un rivolo di sangue gli corse lungo il collo.

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