Capitolo XXV

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John arrivò in classe prima di chiunque altro e si sedette al solito posto nell'angolo in fondo, vicino alla finestra. Con le cuffie nelle orecchie continuò la partita a Pigs Run Run che aveva lasciato in sospeso la sera precedente. Alle 7.50 cominciarono ad arrivare anche gli altri studenti ma nessuno di loro entrò in classe finché non giunsero Blyke e Isen. Come al solito John ignorò il rosso che lo salutò – o forse no visto che con le cuffie non sentì proprio se gli disse qualcosa. Avrebbe mentito a sé stesso se si fosse detto che tutta quella situazione non lo infastidiva. Essere evitato dagli altri in maniera così palese avrebbe innervosito chiunque ma John sapeva di essersela cercata. Inutile piangere sul latte versato. Cercò di convincersi che era era esattamente come prima, quando gli stavano alla larga perché era uno storpio ma anche quella era una bugia. Non era affatto la stessa cosa. Seraphina arrivò quando la lezione era già iniziata da cinque minuti. Il professore non le fece alcun rimprovero e lei andò a sedersi facendo a John un gesto di saluto con la mano.

«Avete fatto tutti i compiti per oggi?» Chiese il professore cercando la pagina sul libro «John vuoi venire a fare il problema 250?».

«Non l'ho fatto, non l'ho capito» Rispose John del tutto imperturbabile. Un istante dopo sentì un sordo CRACK provenire dal banco vicino. Con una brevissima occhiata John vide che Blyke aveva appena rotto un'altra penna.

«D'accordo. Chi vuole venire a farlo? Elaine?» Chiamò il professore. La ragazza dai capelli azzurri si alzò e andò alla lavagna con il quaderno aperto tra le mani. John non ascoltò la spiegazione. Il problema, grazie all'aiuto non richiesto di Blyke, lo sapeva fare da solo ormai. John si estraniò completamente dalla lezione così come da quelle successive fissando il cielo azzurro dalla finestra. Un'ottima giornata per uscire a farsi una corsa. Un'ottima giornata per allontanarsi da scuola per qualche ora. Il flash di Claire gli invase la mente per un istante. John aveva sperato che tornando a New Bostin e parlando sia con lei che con Adrion quei ricordi gli dessero un po' di tregua. Stranamente erano diventati più frequenti appena rimesso piede alla Wellston. Adesso arrivavano anche senza un evento che li scatenasse.

"Guarda cosa sei diventato!" Claire piangeva "Sei sempre alla ricerca di un motivo per fare male agli altri! Ti importa solo di te stesso!" Lacrime copiose le rigavano il volto "Sei un tiranno e un ipocrita! Non meriti nemmeno una briciola del potere che hai ora!" Aveva ragione. Non lo meritava. "Non avrei mai dovuto aiutarti! Non avrei mai voluto incontrarti!" L'aveva ferita così tanto. Aveva ferito tutti: Claire, Adrion, suo padre, Seraphina... Era soltanto un... "Mostro" Esplose Claire nella sua testa.

John sbatté le palpebre ritornando di colpo alla realtà. Sentì il cuore martellargli velocemente nel petto, il fiato che gli mancava. Prese qualche silenzioso respiro profondo scacciando anche gli ultimi residui di quel ricordo. L'insegnante stava interrogando due ragazzi in piedi accanto alla cattedra. John non si era nemmeno accorto che si fossero alzati. Il battito del cuore rallentò fino a stabilizzarsi del tutto. Andava tutto bene, non erano altro che ricordi, si costrinse a pensare più e più volte.

Finalmente anche l'ultima lezione finì e Seraphina gli si avvicinò.

«Te lo avevo detto che avresti dovuto copiare i miei compiti» Gli disse.

«Non mi ha detto niente» Rispose John «Vuoi andare a mangiare?» Le chiese poi.

«No, voglio andare di nuovo al dormitorio di Illena. Wenqui mi ha scritto che l'ha appena vista andare là» John si accigliò. Da quando Seraphina aveva il numero di quella stronza? Wenqui era fra quelli che l'avevano rapita e picchiata nella casa abbandonata. «Vuoi venire con me?».

All'improvviso nel banco accanto scoppiò una litigata.

«Hai di nuovo rotto la mia penna stupido idiota!» Gridò Isen con voce singolarmente acuta «Non ti presto più niente! Niente, hai capito?».

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