Capitolo V

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Seduto sul letto con le gambe di Seraphina allungate su di lui, John cercava di superare il quinto livello di Pigs Run. Il gioco consisteva nel far correre le galline lungo un percorso ad ostacoli fuggendo da un gruppo di maiali che le inseguivano. Ogni gallina catturata veniva mangiata dal maiale di turno e una volta uccise tutte le galline era game over.

«Ho perso di nuovo» Borbottò.

«Io sono al livello 38» Disse Seraphina.

«Tu bari» Ribattè John premendo il tasto start per una nuova partita.

«Puoi farlo anche tu. Copia la mia abilità e passa al sesto livello» John si irrigidì involontariamente. Da quando era tornato non aveva ancora usato la sua abilità nonostante la promessa fatta a suo padre. Non che avesse mai avuto l'occasione di farlo a dire il vero. Tuttavia, anche se ne avesse avuto la necessità non era sicuro di quello che avrebbe fatto. Non voleva più essere quel mostro senza controllo e sapeva che era proprio quello che sarebbe successo se avesse attivato l'abilità.

«John?».

«Tutto ok» Rispose lui. Seraphina abbassò il telefono e cambiò posizione per guardare la partita che stava facendo. Le galline di John diminuirono l'una dopo l'altra ingurgitate dal mostruoso maiale rosso che le inseguiva rimbalzando come una palla. Quando anche l'ultima gallina fu mangiata esplodendo in una nube di piume, John poggiò la testa contro il muro esasperato.

«Che gioco stupido».

Seraphina ridacchiò e un piacevole profumo di pesca gli arrivò alle narici. Era uno shampoo nuovo?

«Io lo trovo figo. A proposito, non ti ho ancora raccontato come ho recuperato l'abilità. Vuoi sentire la storia?».

John annuì allontanandosi un poco.

«Mia sorella mi ha dato una mano. Lavora per un'organizzazione chiamata Spectre, hanno creato loro l'inibitore di abilità».

«Stai dicendo che tua sorella ti ha tolto l'abilità?».

«Non lei, alcuni della sua organizzazione. È abbastanza complicato e non ne so molto nemmeno io. Lei non ne sapeva niente e appena l'ha scoperto si è messa in contatto con me. Io e Arlo non sapevamo nemmeno che si trattava di lei all'inizio» John si irrigidì nuovamente.

«Arlo?» Disse e non riuscì a evitare che una nota di irritazione gli velasse la voce.

«Sì, mi ha aiutata. È venuto con me all'appuntamento. Non è così male ultimamente, sai?».

L'irritazione svanì veloce come era venuta sostituita da un sordo senso di colpa. Arlo l'aveva aiutata quando avrebbe dovuto essere lui a farlo.

«Sera, io... mi dispiace. Avrei dovuto aiutarti anche io» Mormorò senza osare guardarla. Diamine, era proprio un pessimo amico. Non sapeva nemmeno perché fosse ancora lì con lui. Seraphina posò la mano sul suo braccio in un gesto che voleva essere rassicurante ma John dovette sforzarsi per non spostarsi. Non meritava quel genere di consolazione da parte sua.

«È tutto ok John. Devi smetterla di scusarti, ultimamente è la parola che sento uscire più spesso dalla tua bocca» Gli fece notare Seraphina. John non replicò e la ragazza continuò la storia: «Fatto sta che adesso lavoro per Leilah e il suo gruppo».

«Sembra una cosa... pericolosa» Disse John esitante.

«Sì ma era l'unico modo per recuperare la mia abilità, non avevo molta scelta. L'organizzazione è divisa, il loro leader vuole usare l'inibitore arbitrariamente. Non so cosa voglia di preciso ma non mi piace. Nessuno merita di passare ciò che ho passato io» Disse Seraphina duramente.

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