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Capitolo trentanovesimo.

Laura's pov:
Ero sul divano a guardare un film mentre sentii un grugnito provenire dalla camera, molto probabilmente si era svegliato. Erano passate ormai 3 ore da quando si era addormentato.
Poco dopo lo vidi apparire dalla soglia della porta, soltanto in boxer. I suoi ricci erano davvero disordinati e a giudicare dal suo aspetto sembrava che questa dormita avesse avuto il potere di quasi rigenerarlo perché ora aveva un colorito decisamente migliore rispetto a prima.

"Dormito bene?" Gli chiesi lanciandogli un piccolo sorriso.

"Finalmente sì." Mi venne incontro e si sedette di fianco a me. Allungò il braccio e lo mise sulla mia spalle, mi avvicinò a lui e mi stampò un bacio a stampo. Riuscire a descrivere ciò che provavo in quel momento era davvero difficile, ero così confusa. Se qualcuno mi avesse detto qualche giorno che mi sarei ritrovata nel divano di casa a ribaciare il ragazzo che mi aveva completamente stravolto la vita non ci avrei minimamente creduto.
Quando ci staccammo rimasi a fissare i suoi occhi ancora per un po'. In quell'anno cercai molteplici volte di trovare qualcuno che anche lontanamente avesse le sembianze del colore dei suoi occhi ma nessuno ci riuscì, i suoi erano troppi incredibili, troppo unici.

"Ha chiamato un certo Brian qualche ora fa. Gli ho detto che eri qui e si è raccomandato che tornassi in hotel entro sera." Gli dissi e sembrò annoiato specialmente dall'ultimo dettaglio.

"Ora lo richiamo." Si alzò dal divano e tornò verso la camera da letto.
Cercai di capire cosa si stessero dicendo ma non si capiva molto così fissai la televisione che ora era silenziata.
Quando tornò era quasi completamente rivestito. Il suo sguardo ora era tornato quello triste di prima.

"Purtroppo devo andare. Ma se vorrai domani vorrei rivederti." Si risedette di fianco a me accarezzandomi una coscia, il suo tocco mi fece venire letteralmente la pelle d'oca, lo notò e infatti sorrise.

"Domani sono libera soltanto alla sera." Gli dissi, purtroppo era vero, dovevo lavorare quasi tutto il giorno.

"Mi va bene a qualsiasi ora della giornata, mi basta vederti." A quelle parole mi sentii contorcere lo stomaco. Non volevo ammettere a me stessa che lui avesse ancora tutto questo potere su di me. Ero completamente debole di fronte a lui. Non risposi, ma sorrisi osservando le sue mani così grandi che stavano tracciando dei cerchi sulla mia coscia.
Improvvisamente mi prese il viso tra le mani e mi baciò nuovamente ma ora con molta più passione. Mi misi a cavalcioni sopra di lui non staccandomi nemmeno un secondo. Lasciai fare completamente al mio corpo scacciando qualsiasi pensiero si stesse per formare nella mia mente. Mi palpò il sedere delicatamente.
Gli baciai il collo lasciandogli molto probabilmente dei segni, ma non mi importava in quel momento.

"Anche se vorrei tanto rimanere qui a fare questo per il resto dei miei giorni purtroppo c'è il mio autista che mi sta aspettando giù." Mi disse mortificato ancora con le mani appoggiate sul mio viso.

"Non ti preoccupare." Mi tolsi, leggermente delusa del fatto che non poteva rimanere qui un po' di più. Mi alzai dal divano per accompagnarlo alla porta. Mi strinse la mano senza lasciarla nemmeno per un secondo.

"Ci vediamo domani." Mi disse una volta sulla soglia della porta. Le sue scarpe platform lo rendevano ancora più di alto di quanto già non lo fosse. Abbassò la testa per arrivare alla mia altezza e mi stampò un ultimo bacio a stampo. Lo vidi scendere per le scale, si girò un ultima volta sorridendomi fino a quando non lo vidi più. In quel momento, nonostante la certezza che l'avrei rivisto mi sentii come se mi avessero strappato via una parte di me. Perché infine era inutile negarlo, lui era la mia metà, la parte mancante di tutto, tutto ciò che il mio corpo e la mia anima aveva bisogno.

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora