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Capitolo trentuno.

La mattina seguente fu abbastanza movimentata. Timmy era già fuori da ore per la sfilata che sarebbe stata verso le 12:00.
Mi trovai da sola nella suite mentre ammirai la vista dalla finestra che dava sulla Senna e la Tour Eiffel. Sorrisi tra me e me e scattai una foto che mandai a Sofia, Pauline e infine mia madre.

Improvvisamente sentii qualcuno bussare alla porta. Non avevo ordinato nulla dal servizio in camera e Timothée non era di certo già di ritorno. Mi sistemai i capelli che erano raccolti con una molletta e aprii lentamente la porta.
Mi trovai davanti una donna di mezza età, capelli a caschetto nero corvino, occhi chiarissimi quasi grigi e labbra molto carnose. Aveva delle leggere rughe d'espressione intorno alla bocca ma per il resto era davvero una donna molto attraente.

"Posso aiutarla in qualche modo?" Le chiesi fingendo un sorriso. Aveva un aria sospetta.

"Ciao Laura." Come faceva a conoscere il mio nome?

"E tu chi sei?" Le chiedo con tono accusatorio.

"Sono Diana, la manager di Timothée." Proprio quella Diana, quella della chiamata di qualche mese fa che mi accusava di cose davvero incredibile.

"Posso entrare?" Mi chiese senza un minimo di esitazione.

"Okay." Anche se la mia risposta arrivò dopo un po' di attesa decisi di farla entrare.

"Che bella suite." Si guardò intorno, soprattutto nella direzione delle valigie che erano completamente in disordine, poi guardò la camera da letto e riposò lo sguardo su di me.

"Di cosa hai bisogno?" Le chiesi tranquillamente anche se in realtà la sua presenza stava cominciando a mettermi ansia.

"Di nulla, sono passata perché volevo conoscerti finalmente." Mi sorrise falsamente.

"Sei più carina dal vivo che dalle foto." Aggiunse non proprio convinta di ciò che aveva appena detto.

Non risposi, non sapevo nemmeno cosa poter rispondere. Continuò a parlare.

"Sai di cosa mi occupo io?" Mi chiese. Ma per caso pensa che sono stupida?

"Sei la sua manager." Risposi seccata. Avrei davvero voluto trovarmi in tutt'altro posto. Forse dovevo seguire il consiglio di Timmy e andare in giro.

"È solo grazie a me se stasera potrai andare all'afterparty, visto che nessuno sa chi sei." A quelle parole mi sentii davvero ferita.

"E quindi?"

"Voglio solo assicurarmi che tutto vada per il meglio. Questo evento è molto importante per l'immagine di Timothée e non vorrei mai che qualcosa o qualcuno potesse rovinare la cosa." Il suo sguardo si incupì mentre mi analizzò dalla testa ai piedi.

"Forse è meglio che io non vada." Risposi, ormai avevo soltanto voglia di vomitare.

"Anche secondo me, ma Timothée ha insistito." Sbuffai.

"Perché non riesci ad accettare la nostra relazione?" Sbottai.

"Ma credi davvero che questa sia una relazione duratura? Ricordati che sei solo una tra tante. Prima o poi si stancherà di te e troverà qualcuno più adatto a lui." Quelle parole mi sgretolarono il cuore letteralmente in miliardi di pezzi. Gli occhi mi diventarono lucidi, cercai di trattenere le lacrime il più possibile, non gliela avrei data vinta mostrandomi debole.

"Puoi andare ora per favore?" Le chiesi, ma in realtà suonò più come un comando. Non esitò, mi sorrise malignamente e uscì sbattendo la porta.

Ed ecco che scoppiai a piangere. Quelle parole mi colpirono come delle lame affilate. La felicità che stavo provando poco prima era completamente svanita e volevo solo sparire.
Mi buttai a letto e piansi ancora più forte.

Era una giornata meravigliosa fuori, il sole splendeva attraverso la finestra e mi accarezzò il viso ma in quel momento dentro di me si era scatenata una tempesta di ricordi, di pensieri e di angoscia. Presi il telefono e mandai un messaggio a Timmy:

"È meglio se stasera non vengo."

Inviai senza pensarci più di tanto. Probabilmente mi avrebbe risposto tra ore così buttai il telefono nella sua parte di quel letto così grande. C'era una sua maglietta appoggiata sul letto, la presi e la annusai. Profumava di lui. Le lacrime rugarono il mio viso ancora più violentemente.

-
3 ore dopo.

"Lei ha fatto cosa?!" Timothée alzò la voce esponenzialmente appena gli dissi la persona che era venuta a farmi visita qualche ora fa. Non l'avevo mai visto così incazzato.

"Devo licenziarla. Tutto questo è inaccettabile. Ma come si permette a dirti queste cose?" Camminò avanti e indietro per la stanza mentre io ero ancora seduta sull'angolo del letto. Un'ennesima lacrima attraversò la mia guancia. Se non fosse per me tutto questi problemi non li avrebbe mai avuti.
Si accorse che ormai stavo piangendo.

"Ti prego non piangere, amore mio. Lo sai che vederti così mi distrugge, soprattutto se è a causa mia e del mio lavoro." Si avvicinò a me e mi prese il viso tra le mani. Non riuscii nemmeno a guardarlo, abbassai lo sguardo. Le lacrime incessanti mi bagnarono completamente il viso passando per il collo.

"Ti prego." Uscì a forma di sussurro dalla sua bocca. Singhiozzò. Lo guardai immediatamente, stava piangendo pure lui. Non l'avevo mai visto piangere così.

Si buttò sul letto. Sembrava un bambino indifeso.

"Mi dispiace così tanto davvero. Voglio solo che tu stia bene." Disse tra un singhiozzo e un altro.
Ora mi avvicinai io a lui e cercai di calmarlo.

"Se vuoi andartene lo capisco." Mi disse.

"Shhh, ti prego non piangere. Sono qui e non me ne vado da nessuna parte." Gli dissi dolcemente mentre gli accarezzai i capelli.

Si appoggiò al mio petto e pianse ancora più forte di prima. Vederlo così vulnerabile lo faceva sembrare minuscolo, piccolo, innocente. Cercai di trattenere a mia volta le lacrime anche se fu davvero difficile.

"La licenzio. Ho già trovato un altro manager."
Non risposi, annuii a me stessa e basta, non c'era bisogno di dire altro.

"Stasera non serve che andiamo se non vuoi." Alzò lo sguardo verso di me. Aveva gli occhi completamente rossi da tutte le lacrime che aveva versato.

"No no, andiamo. Dimostriamo a quella stronza chi cazzo siamo." Gli risposi, scoppiò a ridere come un bambino.

-

Ciao a tutti☺️
Scusate questo è un capitolo brevissimo, ma purtroppo ho due esami nei prossimi giorni e sono presa leggermente con le bombe. Però avevo bisogno di scrivere come anti stress.
Spero vi piaccia questo capitolo un pochino triste.

Un bacio!

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora