From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.

14.

Capitolo quattordicesimo.

Arrivò finalmente la sera. Ero a casa da sola, dovevo prepararmi perché tra 30 minuti sarebbe arrivato Nick a prendermi.
Decisi di mettere il nuovo vestito che avevo appena comprato.

Mi truccai e finii di prepararmi e in men che non si dica mi trovai in macchina con Nick. Nonostante fosse in programma una serata tranquillissima ero comunque nervosa, il mio primo compleanno lontano dalla mia famiglia e dai miei amici di una vita, in una nuova città assurda e piena di opportunità. Le luci di degli edifici immensi passavano davanti ai miei occhi mentre Hurricane di Kanye West passava alla radio del taxi.
Notai che il viaggio ci stava mettendo più del dovuto, forse era solo una mia impressione quindi decisi di ignorare la cosa.
Ad un certo punto il taxi si fermò, ma non era dove sarebbe dovuto essere il ristorante.

"Ha sbagliato strada?" Chiesi a Nick preoccupata.
"No no ha solo preso un altra strada perché c'è traffico, non ti preoccupare." Mi rassicurò Nick.
"E adesso cosa facciamo? Andiamo a piedi?" Gli chiesi notando che la macchina si era fermata.
Vidi che Nick improvvisamente prese qualcosa dalla tasca, si avvicino a me.
"Non dire e fare niente." Mi disse ridacchiando.
Mi mise una benda davanti agli occhi, ora ero letteralmente confusa. Non avevo la minima idea di dove fossimo. Scendemmo dal taxi dopo che sentii Nick dare la mancia. Mi prese sotto braccio e camminammo, era davvero una scena comica fare in modo che non mi incastrassi da qualche parte con i tacchi a spillo. Sentii che eravamo entrati da qualche parte dal rumore dell'ascensore.

"Per caso mi stai portando da qualche parte per uccidermi?" Nick scoppiò a ridere.
"Proprio così, non ti eri accorta fossi un serial killer?" Con l'intento di colpirlo sul braccio visto che in quel momento non vedevo nulla per sbaglio gli presi il viso, scoppiammo a ridere.
Arrivammo al piano, lo sentii aprire lentamente una porta, mi tolse la benda e mi trovai davanti almeno 10 persone.
"Buon compleanno." Dissero all'unisono, la stanza era tutta decorata e subito la riconobbi, era l'appartamento di Pauline, ma in quel momento non la vidi. Andai incontro a Deva e la abbracciai, poi vidi Ansel e Violetta, Giullian, Julia, Robert, Jack e Leo, il ragazzo di cui mi aveva parlato Pauline, mi avvicinai a lui
"Piacere di conoscerti, sono Laura." Mi sorrise dolcemente.
"Piacere mio, sono Leo." Aveva un accento francese molto marcato.
Finalmente notai il Suo viso.
Mi venne incontro e mi baciò a stampo, sentimmo le urla di tutti.

Ad un certo punto si aprì la porta di casa, entrò Pauline seguita da un'altra ragazza, sgranai gli occhi alla vista di quella persona. Non ci potevo credere, le corsi incontro.
"Sofiiiiiii, cosa ci fai quiii? Ma quando sei arrivataaaa?" Urlai in preda all'eccitazione, era passato troppo tempo dall'ultima volta che l'avevo vista. Abbracciai con foga anche Pauline ringraziandola infinitamente di tutto.
Tutto ciò non mi sembrava vero, improvvisamente ebbi un flashback del mio compleanno esattamente un anno fa, sommersa di lacrime mentre il ragazzo con cui avevo passato 6 anni della mia vita mi aveva lasciato pochi giorni prima, il ricordo era ancora così vivido. Mi risvegliai da quella trance e fissai Timothée da lontano, si stava presentando a Sofia. Lui era troppo per me, non sapevo se sarei mai stata in grado di gestire tutto questo. Era tutto così assurdo, inspiegabile. Ero spaventata da tutta questa felicità, doveva esserci per forza la fregatura d qualche parte, nella mia vita non ero abituata ad averla facile anzi ho dovuto sempre lottare più degli altri. Tornai sull'immagine di Sofia e Timmy, mi avvicinai a loro. Timmy mi fece il sorrise più grande che avessi mai visto.

"Finalmente vi siete conosciuti." Dissi sorridendo ad entrambi, mi appoggiai su Sofia e le stampai un bacio sulla guancia.

"Laura mi ha fatto una testa così parlandomi di te." Sofia ridacchiò, adorava stuzzicarmi. Timothée scoppiò a ridere.