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Capitolo trentaquattresimo.

3 mesi dopo.

Quella giornata iniziò in modo decisamente più strano del solito. Mi trovai nel mio letto quando alla televisione annunciarono una tempesta che avrebbe recato disagi alla città per almeno qualche giorno. Il consiglio era di non uscire di casa se non per motivazioni urgenti.
Quella sarebbe stata anche la giornata in cui Timothée sarebbe finalmente tornato dall'Inghilterra. Le cose tra noi non stavano andando troppo bene purtroppo, la distanza cominciava a farsi sentire e le litigate erano presenti molto più spesso di prima.
In cuor mio ero sicura che con il suo ritorno le cose sarebbero migliorate e avremmo potuto tornare a stare bene insieme.
Con la notizia di questa mattina tutte le mie speranze furono inutili.
Sarebbe tornato non prima di una settimana.

Dopo almeno 3 ore in cui fissai il soffitto misto a qualche scambiata di messaggio con Timmy riguardo alla situazione decisi di alzarmi dal letto, il mio stomaco stava urlando dalla fame.
La casa era vuota in quanto Sofia passava molto tempo a casa di Jack e ora con la scusa della tempesta non l'avrei vista per altri giorni.
In quel momento oltre al pensiero di prepararmi qualcosa da mangiare mi sentii completamente sola. Avevo bisogno di qualcuno con cui passare questi giorni. Pascal la mattina stessa ci comunicò che avremmo potuto svolgere il lavoro da casa. Ero completamente sola, lontano da casa, dalla mia famiglia, il mio ragazzo era in un altro continente e la mia migliore amica ormai viveva con qualcun'altro. Poteva andare peggio di così? Ma improvvisamente nella mia testa ricomparve un barlume di speranza. Pauline, l'unica persona che mi avrebbe fatto stare meglio in quel momento. Presi il telefono e cliccai sul suo nome in modo da far partire la chiamata.

"Tesoro mio, come stai?" Fu la prima cosa che mi disse, sorrisi alla sua voce.

"Decisamente di merda. La tempesta ha rovinato i miei piani."

"Immagino. Tim mi ha già detto tutto."

"Non voglio stare sola Pauline, ho bisogno di stare con qualcuno." Sospirai pesantemente in modo da bloccare le lacrime che si stavano per formare, le scacciai immediatamente.

"Ascolta cosa dici di venire da me questi giorni?"

"Sarebbe perfetto. Non avevo il coraggi di chiedertelo."

"Anche se non me l'avessi chiesto avrei accettato senza esitazione, lo sai."

"Preparo una valigia e arrivo. Spero di arrivare viva."

"Credo in te. Ti aspetto."

Riagganciai la chiamata. Ora mi sentii molto meglio. Corsi verso la mia camera e preparai una valigia per questi giorni. Anche se l'idea di uscire fuori con la tempesta mi spaventava leggermente in quel momento non mi interessava perché avevo davvero di bisogno di uscire da queste quattro mura.

Mentre stavo per chiudere la valigia sentii vibrare il telefono. Sorrisi involontariamente al nome che comparì sul display.

"Ascolta ho parlato con il mio manager e mi ha detto che posso tornare anche tra 3 giorni."

"Non è detto che la tempesta sia finita in così poco tempo Timmy."

"Non è giusto. Oggi avremmo finalmente potuto rivederci."

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora