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Capitolo quarantesimo.

"Non ci posso credere che sei davvero tu!"
Pauline mi corse incontro abbracciandomi forte. Era più di un anno che non la vedevo e devo dire che mi era mancata terribilmente.

"Mi sei mancata così tanto." Le dissi ancora tenendola stretta tra le mie braccia.

"Questa città non era più la stessa senza di te." Mi disse accarezzandomi i capelli.

Ci staccammo dall'abbraccio senza smettere di sorridere. Ero così felice di vederla.

"Devi raccontarmi un sacco, siediti pure sul divano, prendo una bottiglia di vino." Ridacchiai e mi sedetti sul divano. Mi osservai intorno. L'appartamento di Pauline era rimasto completamente lo stesso, forse c'erano alcune piante in più ma per il resto manteneva esattamente la bellezza di prima. Sorrisi pensando a tutti i ricordi che contenevano queste mura.

"Eccomi." Si sedette vicino a me, con in mano due bicchieri e una bottiglia di vino rosso.

"Oggi io e te non faremo altro che bere e raccontarci tutti i pettegolezzi." Disse porgendomi il bicchiere pieno di vino.

"Devo dire che non è per niente una brutta idea Pauly." La stuzzicai chiamandola con il soprannome che sopportava di meno.

"Quanto mi è mancato sentirmi chiamare così solo da te."

"Allora, spara. Com'è stato tornare qui dopo un anno molto ma molto intenso?" Mi chiese morendo dalla curiosità.

"È stato davvero strano, lo devo ammettere. Ma ora sento di essere assolutamente dove dovrei essere." Le sorrisi.

"È ingiusto come nessuno dei due mi abbia aggiornato su nulla negli ultimi 10 giorni." Scoppiai a ridere. Devo ammettere che gli ultimi 10 giorni furono davvero molto surreali.

"Sono qui ora, pronta a rispondere a qualsiasi tua domanda." Le dissi solennemente.

"Sai esattamente cosa sto per chiederti." Mi guardò sorridendo maliziosamente.

"Immagino." Ridacchiai.

"Con lui come va?" Non nominò nemmeno il suo nome. Ormai aveva preso questa abitudine con me.

"I giorni a Milano sono stati molto intensi. Avevamo molte cose di cui parlare, discutere, piangere, c'erano molte cose da affrontare. Dopo poco lui doveva tornare a New York e non l'ho più visto da lì. Ci sentiamo sempre però, ora non ha la minima idea che sono tornata. Avevo assolutamente bisogno di vedere e parlare con te prima. Ha detto che mi avrebbe lasciato tutto il tempo necessario per pensare alla sua proposta." Mi guardò confusa dall'ultima cosa che dissi.

"Quale proposta?" Mi chiese corrugando le sopracciglia.

"Mi ha chiesto di andare a vivere insieme e cercare un appartamento tutto nostro." A quell'affermazione rimase a bocca aperta e urlò in preda all'eccitazione.

"Non ci posso credere!!!!!" Mi abbraccio ancora più forte di prima. Ridacchiai. Si staccò e mi guardò con un sorriso splendente. Quanto adoravo questa ragazza.

"E ci hai pensato?" Mi chiese.

"Sono quasi arrivata ad una decisione definitiva." Guardai di fronte a me, notai la porta della camera degli ospiti, quella maledetta camera che portò a galla troppi ricordi.

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora