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Capitolo ventesimo

La mattina seguente l'atmosfera fu surreale.

Mi svegliai più presto del solito nonostante fosse un sabato.

Sul mio telefono non smettevano di esserci notifiche, da tutte la parti. Ricevetti messaggi di persona che non sentivo da anni. Immaginai che le foto di ieri sera avevano già fatto il giro di tutti i social. Il problema ora era che la mia identità non era più segreta e le persone erano riuscite a scovare il mio Instagram che fortunatamente era l'unico social che avevo. I follower erano cresciuti in modo esponenziale.

Cercai di non leggere i commenti, ma la tentazione era troppa e alcuni purtroppo mi passarono sotto gli occhi. Gli insulti e le minacce di morte non mancavano ma fortunatamente una minoranza era abbastanza rispettosa.

Il mio piccolo segreto ormai era di dominio pubblico.

Pensai a come si sentiva Timothée in quel momento, ma probabilmente non aveva nemmeno avuto tempo di vedere tutto il casino che si stava creando visto che era già in aereo verso Londra.

Come avrei fatto ad affrontare tutto questo senza di lui? Come avrei dovuto comportarmi ora? Potevo uscire di casa senza problema? Andare a lavoro senza preoccupazione di essere seguita?

Improvvisamente ricordai che anche Sofia sarebbe ripartita oggi e dovevo accompagnarla all'aeroporto, posto perfetto dopo l'esplosione di questa mattina. Avrei voluto starmene chiusa in casa tutto il giorno senza vedere nessuno ma purtroppo non potevo.

Mi alzai finalmente dal letto dopo aver passato almeno 2 ore al telefono, ormai erano le 10 di mattina. Sofia stava ancora dormendo nella stanza degli ospiti. Andai in bagno e decisi di farmi una doccia per rilassarmi dalla tensione che stavo provando in quel momento.

Cercai di ripensare alla serata precedente. Alle parole che mi sussurrò Timmy all'orecchio prima di lasciarmi sotto casa e andarsene. La sua mancanza in quel momento in cui l'unica cosa di cui avevo bisogno era sfogarmi con lui, mi faceva mancare l'aria. Tutti i pensieri mi portarono ad avere una specie di attacco di panico tanto da farmi scoppiare in lacrime, senza alcun freno. Piansi così forte che Sofia arrivò in bagno di corsa ancora addormentata a vedere cosa fosse successo.

"Che succede?" Mi chiese, aprendo la porta della doccia.

"Non so cosa fare Sofi." Mi prese il braccio per farmi uscire dalla doccia, mi passò l'accappatoio. Lo misi, cercai di regolarizzare il respiro ma le lacrime non smettevano di scendere dal viso. Era passato molto tempo dall'ultimo attacco di panico. Non ero qui da molto, era tutto nuovo, era tutto incredibile. Ero grata di tutto ciò che avevo la fortuna di vivere ma in quel momento mi sentii sopraffatta di tutto.

"Adesso mi dici cos'hai?" Chiese Sofia con tono ancora preoccupato. Ormai eravamo sedute sul divano in soggiorno.

"Le foto, i commenti, lui, tutto. Non ho nemmeno avuto tempo di metabolizzare la sua partenza che già vengo bombardata ovunque di insulti. Come faccio ad affrontare tutto questo senza te e senza lui?"

"Lau, sapevi che sarebbe successo, se davvero vuoi stare con lui devi accettarlo e devi farti forza. Tu sai cos'hai con lui, tutto il resto non è importante. Chissene frega di chi ti insulta, loro non ti conoscono davvero per come sei e non lo sapranno mai."

"La gente è fuori di testa." Scossi la testa ancora ripensando a tutto quanto.

"Non sei sola Lau, hai Pauline, Deva, Nick. Pauline è sua sorella, saprà perfettamente come farti stare meglio e affrontare la cosa. Devi essere forte."

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora