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Capitolo quindicesimo

Decisi di lasciare stare la cosa per il momento per evitare di rovinare la serata a tutti. Forse stavo semplicemente ingigantendo la cosa, ma non ero abituata a tutto questo.
Andai in bagno per scaquarmi il viso dato che stava andando letteralmente a fuoco, mi bagnai i polsi e lentamente il viso. Sentii la porta aprirsi accompagnata una voce familiare.

"Stai bene?" Timothée mi chiese, si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro. Guardammo il nostro riflesso sullo specchio. Era molto più alto di me quindi la mia testa era appoggiata alla sua spalla.

"Sì, sto bene. Avevo solo caldo." Gli angoli della mia bocca si alzarono leggermente per mostrargli un piccolo sorriso.

Notai dallo specchio che aveva gli occhi piuttosto rossi, era decisamente fatto ma la cosa mi fece ridere.

"Perché ridi?" Mi chiese inarcando le sopracciglia.

"La tua faccia." Non riuscivo a smettere.

"Ti fa ridere la mia faccia?" Mi sorrise.

Mi girai verso di lui, ora ci stavamo fissando.

"Nonostante tu sia strafatto sei ancora il ragazzo più bello che abbia mai visto." Sussurrai, rimase sorpreso da quella mia affermazione e lo vidi arrossire.

Prese il mio viso tra le mani e mi baciò. Le nostre lingue non riuscivano a fermarsi, mi accarezzò la coscia attraverso lo spacco del vestito, arrivando sempre di più all'orlo dei miei slip. Ora sentivo le sue dita calde mentre cercavano di esplorare in mezzo alle mie gambe. Gli presi il braccio e lo fermai.
Ci stavamo ancora baciando, sorrisi e mi staccai.

"Non qui." Gli sussurrai. Per stuzzicarlo mi avvicinai con la mano all'altezza del suo pacco notando che era davvero molto eccitato. Ansimò al mio tocco, mi tolsi sentendo qualcuno bussare alla porta. Ci staccammo, andai ad aprire la porta, era Violetta, aveva uno sguardo preoccupato.

"Tutto bene? Sei sparita dopo che ti ho mostrato la foto." Poco dopo vide Timothée e fece un sorriso malizioso.

"Scusate l'interruzione." Disse ridacchiando.

"Non hai interrotto proprio niente." Gli dissi imbarazzata uscendo dal bagno seguita da Timmy. Sentii che mi prese per mano e si avvicinò al mio orecchio.

"Di che foto stava parlando?" Non volevo dirglielo in quel momento, non volevo rovinare nulla di quella serata così speciale.

"Non ti preoccupare, te ne parlerò. Una cavolata." Lo rassicurai, mi baciò in fronte e tornò dai suoi amici.

Andai verso Pauline, Julie, Deva, Nick, Leo, Sofia e Jack che erano tutti sul ripiano da tavolo e stavano giocando a beer pong.
Mi avvicinai a Sofia e notai che era completamente ubriaca, era appoggiata con la testa sulla spalla di Jack.

"Sei andata a scopare che sei sparita?" Lo disse a voce abbastanza alta in modo che lo sentissero metà di loro ma per fortuna continuarono a giocare.

"No, Sofi, sei ubriaca. Tutto okay?" Presi un bicchiere e lo riempii di acqua, glielo porsi.

"No, non voglio acqua. Voglio continuare a bere, anzi, vieni con me e fumarti una sigaretta? Devo chiederti una cosa." Le parole erano quasi incomprensibili nonostante ora stessimo parlando in Italiano, non voleva farsi capire da Jack.
Le presi la mano e la portai verso il terrazzo. Tirò fuori due sigarette e dalle scritte del pacchetto notai che era scritto in italiano.

"Qui le sigarette costano troppo. Mi sono portata una stecca da casa." Faceva fatica a stare in equilibrio, così feci in modo di sederci sulle sedie presenti.

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora