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Capitolo diciannovesimo.

Mi trovavo in ufficio quando mi arrivò una chiamata da un numero sconosciuto. Inizialmente decisi di non rispondere ma poi ricevetti una seconda chiamata. Andai in bagno per non farmi sentire e risposi.

"Pronto, chi parla?"

"Ciao, sono Diana." Era una voce che non avevo mai sentito prima d'ora.

"Ci conosciamo?" Chiesi, seguì un lungo silenzio.

"No, sono la agente di Timothée." A quelle parole mi vennero i brividi.

"Mmh, perché mi sta chiamando?" Le chiesi infastidita.

"Beh Timothée mi ha parlato di te, mi sembrava doveroso chiederti alcune cose." Improvvisamente sentii un senso di nausea.

"Che tipo di cose?" La mia voce ormai era soltanto un sussurro.

"Voglio solo capire quali sono le tue sensazioni, insomma, stai frequentando una persona famosa e tu evidentemente non fai parte di quel mondo, voglio solo darti una mano ad affrontare la cosa."

"Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, me la posso cavare. Ascolta posso sapere il motivo della chiamata? Pensa che non sono affidabile? Che lo stia usando per la fama o per i soldi? Perché se sta insinuando questo si sbaglia di grosso." Perché doveva essere tutto così fottutamene difficile?

"Voglio solo proteggere l'immagine di Timothée. Ci terrei a conoscerti di persona un giorno."

"Quando sarà il momento ci conosceremo." Chiusi la chiamata il prima possibile. Cercai di ricompormi e  ritornare alla mia postazione di lavoro. Dovevo parlare con Pauline.

"Tutto okay? Sei pallida." Mi chiese preoccupata.

"Ho appena ricevuto una chiamata." Corrugò le sopracciglia dalla confusione.

"Da chi?"

"Da Diana, l'agente di Timmy. Sembrava volesse accusarmi di qualcosa."

"Non ci posso credere, non mi è mai particolarmente piaciuta. Il suo lavoro lo fa benissimo certo, ma non è mai stata molto empatica e umana. Poi la cosa che mi fa imbestialire è che Timmy non l'abbia fermata dal chiamarti."

"Forse non ne sa nulla." Pauline sbuffò.

"Sì, pensiamola così dai. Non ti preoccupare, lo so che non è facile accettare questa parte di lui ma vedrai che un giorno sarà tutto più facile."

"Non so cosa fare Pauline, in questo momento mi sento sopraffatta da tutto. E se lo scoprisse Pascal?" Ero preoccupata che la cosa potesse in qualche modo compromettere la mia carriera.

"Ascolta Lau, prima che venga a scoprirlo dai fotografi è meglio se gli parli, sono sicura che capirà."

"Pauline tra 2 settimane sarà il Met Gala, i fotografi non mi lasceranno via di scampo."

"Troveremo una soluzione, non puoi rinunciare a una cosa così." La abbracciai.


Nonostante l'inizio turbolento della settimana, il resto dei giorni furono abbastanza tranquilli senza drammi inutili  e di Diane fortunatamente non ebbi più notizie. Decisi di non raccontare a nessun'altro oltre a Pauline della chiamata.
Ma finalmente trovai coraggio e raccontai tutto a Pascal che fu molto comprensivo e gentile, la cosa mi fece sentire molto meglio, non avrei mai voluto che venisse a scoprirlo per caso leggendo un giornale.
Nonostante dovessi lavorare molto ero riuscita a far vedere la città a Sofia, tra qualche giorno sarebbe tornata in Italia e onestamente non ero pronta alla cosa.

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora