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Capitolo sedicesimo

Timothée's pov:
Mi svegliai di colpo sentendo rumore provenire dalla cucina, sicuramente si erano già svegliati tutti. Presi il telefono dal comodino per vedere l'ora. Cercai di stare attento in modo da non svegliare la visione più dolce che avevo davanti a me. I suoi capelli marrone chiaro e il suo viso rilassato erano illuminati dal riflesso del sole esterno.
Restai a fissarla per qualche secondo. Era davvero bellissima.
Presi il telefono e trovai almeno 4 messaggi di Diana, la mia agente.

Diana👩🏻‍💻
"Chiamami appena puoi, è urgente."
"Che fine hai fatto?"
"È importante"
"Dove sei?"

Quando mi mandava tutti quei messaggi non c'erano buone notizie. Andai in bagno e chiusi la porta in modo da non svegliare Laura visto che stava dormendo ancora profondamente.
Cliccai sul nome di Diana e feci partire la chiamata.

"Ehi Diana, che succede?" Le chiesi ancora assonnato.
"Timothée sono le 11:30 del mattino, che fine hai fatto?" Sembrava abbastanza agitata.
"Sono andato a dormire tardi." Cercai di calmarla, non capivo cos'avesse.
"Hai idea della foto che sta circolando?" Ora ero completamente confuso.
"Di che foto parli?"
"Ci sei tu e una ragazza che vi baciate allegramente. La foto è stata rilasciata da TMZ ieri sera ma ora le maggiori testate giornalistiche hanno pubblicato la foto. Hai idea di quante chiamate mi sono arrivate questa mattina?" Sentii mancarmi l'aria.

"Timothée devi informarmi di queste cose. Lo so che si tratta della tua vita privata ma devo essere a corrente anche di questo purtroppo."

"Capisco." Le dissi, abbastanza scosso.
"Senti, ci stiamo frequentando da un mese o poco più." Le dissi cercando di calmarla.

"Ma chi è questa ragazza? È famosa? Ti fidi di lei?" A quella domanda sentii gelarmi il sangue.

"No non è famoso Diana, ma mi rende felice e mi fido di lei,è un reato tutto ciò?" Ormai ero davvero innervosito. Adoravo il mio lavoro sopra ogni cosa ma la privacy era qualcosa che non si doveva toccare.

"No Timothée, ma la tua immagine è importante. Non te ne frega niente di tutto quello che hai raggiunto fino ad ora?"

"Cosa vuol dire questo?" Alzai leggermente la voce.

"Devi pensare alla tua carriera. Certo, non metto in dubbio che hai tutto il diritto di avere una relazione in privato, ma devi stare attento. Le persone sono inferocite su Twitter, i commenti sono davvero sgradevoli. Vuoi correre questo rischio? Rovinare la vita a quella ragazza?"

"Rovinarle la vita? Ma cosa cazzo stai dicendo? Io davvero sono senza parole." Sentivo gli occhi riempirsi di lacrime dal nervoso.

"Timmy fai quello che vuoi. Ma la prossima volta avvertimi in modo che possa consigliarti come muoverti quando ti trovi in pubblico con questa persona. È un attimo mettere in gioco tutto ricordalo e non è da molto che è finita la tua storia con Lily. La gente parlerà molto, sei pronto a questo?"

"Non mi interessa niente di tutto ciò. È la mia vita e faccio ciò che voglio. Ho sbagliato a non dirti nulla, lo ammetto ma questo non mi fermerà nel frequentare questa ragazza solo perché non fa parte del mio mondo e perché la gente parlerà."  Cercai di mantenere la calma ma mi risultava molto difficile in quel momento.

"Domani mattina vorrei che venissi in ufficio da me che ne parliamo faccia a faccia."

"Va bene. A domani." Chiusi la chiamata il più veloce possibile, ero incazzato nero. Avrei voluto tirare un pugno da qualche parte.

Andai sui social e trovai la foto. Nonostante fosse stata scattata in un momento tenero i commenti erano tutt'altro che carini. Tutto questo mi feriva, come avrebbe reagito Laura a tutto ciò? Dovevo parlargliene, dovevo metterla in guardia del mondo a cui facevo parte.
Tornai in camera, notai che si era svegliata perché stava guardando il cellulare. Mi sorrise, mi sentivo in colpa per tutto, anche se non dovevo.

"Buongiorno" mi avvicinai a lei e le stampai un bacio a stampo.

"Buongiorno." Mi accarezzò i capelli come adorava fare.

"Ascolta devo parlarti un attimo." Mi sedetti vicino a lei sul letto, non riuscivo a tenerlo dentro, l'avrebbe scoperto comunque.

"È uscita una nostra foto ieri sera." Le dissi.

"Lo so, Violetta me l'ha mostrata ieri." La felicità che aveva sul viso lentamente svanì e i suoi occhi si fecero più cupi.

"Perché non mi hai detto niente?" Le chiesi sorpreso.

"Non volevo rovinare la serata." Rispose fredda.

"Ho già letto i commenti. Ti ammetto che ci sono rimasta male ma suppongo sia il prezzo che devo pagare per vedermi con te." La sua risposta mi fece stare male.

"Nessuno ti obbliga, lo sai. Lo sapevamo che sarebbe stato difficile, ne abbiamo già parlato."

"Mi ci sono messa io in questa situazione Timmy e ora sono fottuta perché mi sono innamorata di te." A quella parola sentii un brivido passarmi per tutto il corpo, anch'io ero innamorato di lei ma non sapevo se era pronta a sentirselo dire da me. Cercai di rifocalizzarmi sulla sua risposta.

"Sai che puoi tirarti indietro quando vuoi se non te la senti." Abbassai lo sguardo, non stavo ricevendo le risposte che speravo, forse era semplicemente scossa dalla cosa.

"Non voglio tirarmi indietro. Io con te sto fin troppo bene, non riesco a farne a meno. Devi lasciarmi il tempo di abituarmi a tutto ciò, non è facile." Mi accarezzò la spalla.

"Ti lascio tutto il tempo che vuoi. Mi sono perdutamente innamorato di te e non riesco a starti lontano." Percepii che stava sentendo lo stesso che avevo sentito poco prima alle sue parole. Era tornata la luce dentro ai suoi occhi. Quegli occhi verdi così perfetti che mi facevano perdere la concezione del mondo intorno a me. 

"Vedremo come andrà Timmy, voglio solo vivermi il presente senza paranoie." Cominciai ad accarezzarle i capelli.

"Anch'io, non hai idea." Sussurrai. Decisi di non raccontarle nulla di Diana perché l'avrebbe fatta stare solo peggio.

Ci vestimmo e andammo in cucina dagli altri.

"Ecco i dormiglioni. Buongiorno cari." Andai verso Pauline e le strappai un bacio in fronte.

"La colazione ormai è fredda, se volete ve la scaldo." Mi disse Pauline indicando le uova strapazzate e i pancake che aveva preparato.

"Volentieri." Disse Laura che era seduta di fianco a me.

"Sofia, ti sei ripresa?" chiese Laura rivolgendosi a lei e Jack che ormai erano sempre più vicini.

"Sto da dio." Sorrise.

"Avete fatto i bravi?" Intervenne Pauline.

"Ha dormito come un ghiro tutta la notte." Disse Jack ridacchiando.

La mattinata ormai si era trasformata in pomeriggio. Chiesi a Laura se voleva passare il resto della giornata con me ma mi disse che voleva mostrare la città a Sofia e portarla nel suo appartamento dove l'avrebbe ospitata per questi 10 giorni in cui era qui, naturalmente capii e non mi intromisi, anche se l'unica cosa che volevo era passare del tempo con lei.
Speravo fosse tutto okay tra di noi, dovevo lasciarle tempo di digerire il tutto, questo era tutto ciò che potevo fare. 

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Buonasera, capitolo non troppo lungo.
Gli animi sono un po' tesi, piano piano questa storia sta prendendo la piega che volevo prendesse ma non vi preoccupate ci saranno molte sorprese e colpi di scena.
Sto già scrivendo il prossimo, se lo finisco stasera ve lo pubblico altrimenti lo avrete per domani mattina. Spero vi piaccia, lasciate un vostro parere se vi va :)

From strangers to friends, friends into lovers and strangers again. - t.c.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora